L'affascinante percorso storico della tela di Jacopo Vignali © n.c.
Lo scorso febbraio, don Maurizio Tagliaferri, pievano di Borgo San Lorenzo, ci comunicò che dalla Soprintendenza, restaurata e recuperata, è ritornata a Borgo San Lorenzo, con la collocazione nella controfacciata della Pieve di San Lorenzo, una secentesca tela di Jacopo Vignali (Pratovecchio 1592 – Firenze 1664), denominata “La Pentecoste” raffigurante “La discesa dello Spirito Santo”, che mancava dal capoluogo mugellano da quasi 60 anni.
Sarà così la terza opera del Maestro casentinese, che impreziosisce l’antica Pieve romanica dopo la tela raffigurante “La Madonna in gloria coi Santi Antonino, Giovanni Evangelista, Margherita e Caterina d’Alessandria” con la sovrastante lunetta (l’Annunciazione) e la seconda tela raffigurante “La Madonna con Angeli, Santi e Fedeli”. Mentre queste ultime due tele sono ormai impresse nella mente e nella visibilità di tantissimi borghigiani (ben inserite anche nel libro “La Pieve di San Lorenzo – Mille anni di arte, storia e fede"), questa tela invece, più piccola delle altre, ha una storia e un percorso davvero affascinante, che ci ha alquanto emozionati anche perché torna alla luce un Borgo secentesco ormai scomparso nel tempo e nello spazio, grazie alla storia che immancabilmente, come dicevano antichi maestri ed insigni storici, “fa come l’olio, torna sempre a galla” a raccontarci e ricordarci quella che è stata l’evoluzione di una vita vissuta.
Ebbene nel ‘600 (per meglio comprendere il luogo dobbiamo inserire fra parentesi l’ubicazione attuale), esisteva “fuori” le mura del castelletto del Borgo San Lorenzo ancora completo di Porte d’ingresso, mura, torri e postierle (vedi il disegno di Baccio Del Bianco datato 1636 e custodito al Louvre a Parigi), e precisamente dopo Porta di settentrione o Marradi (nel tratto fra il negozio Manfriani, l’ex cinema Martinelli e il Bar Centrale), esisteva dicevamo una Chiesa abbastanza grande, capace di ospitare al suo interno circa duecento persone, dedicata a Sant’Antonio, detta dè Mugnai, la quale chiesa fu poi ceduta all’inizio del ‘600 alla Congregazione dei sacerdoti secolari della Pieve detta di “Santo Spirito”, per esercitare le loro sacre funzioni e in alcuni determinati giorni dell’anno, si riunivano per le loro conferenze al popolo borghigiano. Questa chiesetta, era quasi davanti e vicina al torrente Le Cale che ivi scorreva (fra l’attuale edicola Mattioli e sul davanti la Sala Giochi), lambiva il ponticello (l’arcata è venuta fuori l’anno scorso durante dei lavori idrici di Publiambiente), a pochi metri dalla cinquecentesca abitazione della nobil famiglia Lapi (è l’attuale palazzo de La Magnolia). Quindi a metà ’600 la Congregazione commissionò una tela ad Jacopo Vignali, che già aveva lavorato per la Pieve di San Lorenzo, quindi conosciuto ed apprezzato pittore casentinese; raffigurò ovviamente lo “Spirito Santo”, così com’era la denominazione della chiesa.
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La tela fu collocata nell’anno 1648 e la raffigurazione è ben impressa a corredo di questa recensione storica, con tanto di firma a destra sul panchetto “Jacopo Vignali 1648 “, ma le parole che scrive Sebastiano Benedetto Bartolozzi nella sua biografia sul Vignali (1752) sono eloquenti. Si legge: “- Una missione dello Spirito Santo sopra gli apostoli ebbero gli uomini della Compagnia di questo titolo nella terra del Borgo San lorenzo in Mugello per interposizione del Priore Magalotti, siccome altre opere degne di questo artefice si trovano in quella Pieve di San Lorenzo –“. Dopo quasi un secolo, con la soppressione delle Confraternite del Governo Granducale Lorenese (1785), la Chiesa di Sant’Antonio fu abbandonata e in pochi anni cadente e fatiscente crollò e sopra le fondamenta vennero innalzate alcuni vecchi edifici, sempre vicini al torrente Le Cale (dovrebbero essere, metro più metro meno, gli stabili già citati fra l’attuale corte dell’ex cinema Martinelli, la Tabaccheria, il negozio di Elettricità Bonetti e il Bar Centrale), mentre la tela del Vignali fu trasportata (1796), con altra oggettistica sacra, nella piccola chiesa di Sant’Andrea adiacente al Santuario del SS. Crocifisso (è l’attuale Oratorio della Compagnia del Crocifisso), un’opera questa che tutti gli scrittori di cose locali fra ‘800, ‘900 e 2000 (vedi Messeri, Niccolai, Righini, Pinelli, etc, etc), ricordano nei loro scritti. Poi dopo la seconda guerra mondiale, l’opera del Vignali, malamente ridotta come scrive il Niccolai nel 1914, fu prelevata per essere restaurata nei laboratori addetti di Firenze e finalmente, dopo quasi sessant’anni, “la discesa dello Spirito Santo” di Jacopo Vignali, ha fatto ritorno a casa dopo alcune tappe: dalla chiesa di Sant’Antonio (1648), fuori le mura dell’antico Borgo, alla Compagnia del SS. Crocifisso (1796), quindi a Firenze per il restauro (1955 ca.) e finalmente (2012), il ritorno nella Pieve di San Lorenzo a soli cento metri, dove nel 1648, fu collocata nella chiesa di Sant’Antonio. Davvero un lungo percorso in una affascinante parentesi storica del capoluogo mugellano. Se poi tornasse dal Museo di Filadelfia il “San Francesco che riceve le Stimmate” di Giotto...
(Aldo Giovannini)
Foto 1 : La tela restaurata di Jacopo Vignali (1592-1664), raffigurante “ Le Pentecoste, ovvero la discesa dello Spirito Santo” realizzata nel 1648.
Foto 2 : La firma dell’ artista impressa sul panchetto in basso a destra: “Jacopo Vignali 1648”
Foto 3 : Immagine inedita di Jacopo Vignali (sepolto nella Chiesa di San Michelino Visdomini in via dè Servi a Firenze), tratta dal libro biografico di Sebastiano Benedetto Bartolozzi nel 1752.
Foto 4 : Particolare dell’attuale (Maggio 2012) tratto di Via Pananti, dalla Macelleria Abbarchi, ex Cinema Martinelli, Tabaccheria, Bar Centrale; in questo spazio, metro più metro meno, era innalzata la Chiesa di Sant’Antonio, dove venne collocata la tela del Vignali nel 1648 .


