Il Sindacato Intercategoriale Cobas esprime il proprio sconcerto per le recenti prese di posizione della CGIL riguardo la questione dei lavoratori inidonei di Alia Spa, che rischiano di essere lasciati senza stipendio a causa di gravi malattie o infortuni. Il sindacato evidenzia che, nonostante le giuste denunce, la CGIL stessa, assieme ad altre sigle sindacali, aveva firmato un accordo integrativo nel 2021 che consentiva all'azienda di lasciare a casa i lavoratori per un massimo di sei mesi senza retribuzione.
Nel comunicato, il Sindacato Cobas ricorda come, nel 2021, avesse già sollevato la questione della ricollocazione dei lavoratori inidonei, e come la direzione di Alia avesse promesso di trovare una soluzione che garantisse dignità ai dipendenti. Tuttavia, l'accordo firmato, secondo il sindacato, non solo non è mai stato pubblicamente divulgato, ma ha creato una situazione di incertezza e arbitrarietà nella gestione delle ricollocazioni.
Il sindacato invita la CGIL e le altre sigle a rivedere la loro posizione e a prendere distanza dall'accordo firmato, chiedendo un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni che riguardano il loro futuro. Inoltre, denuncia il comportamento inumano della nuova dirigenza di Alia Multiutility, che, secondo loro, affronta questioni delicate come la salute dei lavoratori in modo burocratico e insensibile.
Il Cobas chiede anche un intervento dei Comuni, proprietari di Alia, e di tutta la cittadinanza per riformare la gestione aziendale e migliorare le condizioni di lavoro. Tra le principali richieste del sindacato vi sono: migliori condizioni di lavoro, maggiore sicurezza, reinternalizzazione degli appalti, stabilizzazione dei lavoratori somministrati, e la riduzione dei turni 7 su 7.
Infine, il sindacato annuncia che nei prossimi giorni valuterà le iniziative da intraprendere per affrontare questa situazione e difendere i diritti dei lavoratori.