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Le Cento Case a Borgo. Cronaca di uno straordinario successo...

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Le Cento Case a Borgo. Cronaca di uno straordinario successo... Le Cento Case a Borgo. Cronaca di uno straordinario successo... © n.c.
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Lo scorso venerdì 18 luglio la piazza di Castelvecchio a Borgo S. Lorenzo si è rivelata un palcoscenico. Così come le sue case si sono rivelate una magnifica scenografia bell’e pronta. È bastato aggiungere tre cartelli su due porte e un giardino: Barbiere, Fabbro Ferraio, Ceraiolo. La prima edizione di “Luna, Note e Parole – festival di arte varia” ha avuto una partenza folgorante con la rappresentazione di “Le cento case”. Da molti anni l’attore e regista Marco Paoli sognava di mettere in scena i racconti di Amilcare Giovannini (grande giornalista, scrittore, commediografo, critico d’arte, atleta e dirigente), riuniti nel volume “Un mondo di cento case”, uscito con i tipi della Tipografia Mazzocchi nel 1954. L’impresa non era semplice. Molti i rischi. Quello di una rappresentazione frammentata, conseguentemente confusa e difficile da seguire. Quello di cadere nel bozzettistico. Di esagerare nel registro comico o in quello drammatico. In definitiva, di travisare il senso di un affresco tracciato sessant’anni fa con una visione che si spingeva ben oltre le cento case del titolo. Paoli è riuscito a evitare tutto ciò grazie a pochi accorgimenti e a tanto lavoro. I numerosi personaggi da lui magistralmente diretti entravano e uscivano dai portoni della piazza, si affacciavano alle finestre (un bonus di gratitudine per gli abitanti che hanno messo a disposizione le loro case), passavano davanti agli spettatori che riempivano tre quarti della piazza stessa, senza che questi ultimi perdessero il filo della trama. O meglio delle trame. Merito anche di alcuni elementi di collegamento come lo zoppo che canta e ricanta “Garibaldi fu ferito…. fu ferito a una gamba” e la cantante di stornelli (….Fiorin di noce, lo dican tutti che il medico piace, ….gli ha più chiodi di Cristo sulla croce…..!), nonché i chiamarsi tra loro dei personaggi sulla piazza che, da berci sguaiati, man mano che si va avanti diventano bisbigli da afoni. Figure antiche ma non datate, episodi tragici, comici e tragicomici si susseguono senza mai un calo di tensione. Non si ha mai neanche l’impressione di assistere a una commedia in vernacolo, con tutto il rispetto per l’Acqua Cheta che però è davvero un altro genere. Quando alla fine tutto il gruppo di teatro del “Cantiere Senza Fissa Dimora” si è presentato a raccogliere i meritatissimi applausi nella piazza stracolma, Marco Paoli ha voluto accanto a sé Aldo Giovannini, figlio di Amilcare, per leggere le ultime frasi del libro. Libro che tra parentesi, meriterebbe una ristampa. Io non c’ero alla replica di sabato 19 luglio, ma chi è stato presente a entrambe le rappresentazioni mi ha raccontato che la ‘seconda’ è stata addirittura più convincente della prima che era tutto dire, con una recitazione ancora più sciolta e serena; e sempre tanta gente. In più, alla fine, Aldo Giovannini (le stesse orme, lo stesso cammino del genitore), per ricordare il padre e per ringraziare tutti indistintamente, fuori programma, ha mostrato una vecchia cartolina che raffigura Piazza Castelvecchio, ai tempi in cui vi era un secolare gelso. Sul retro della cartolina stessa, Il prof. Chino Chini, aveva scritto di suo pugno che, secondo una tradizione, prima di recarsi nella vicina Pieve per le nozze, i promessi sposi facevano un girotondo intorno all’albero, scandendo: “Questo è un albero con le foglie, voi sarete mia moglie / questo è un albero fiorito, voi sarete mio marito…. giro giro tondo.,….giro giro tondo”. Mi dicono gli amici presenti scroscianti applausi a non finire. Il successo dello spettacolo è dovuto sicuramente a un lungo e impegnativo lavoro di squadra. Tutti gli attori del “Cantiere Senza Fissa Dimora” nato presso la Casa di San Francesco, truccati da Eleonora Perini e acconciati da Nuove Idee di Francesca, sono stati uno per uno indispensabili per riuscita dell’evento, e tutti hanno meritato le ovazioni del pubblico. I nomi: Matteo Lucii (rammentatore, voce profonda, possente), Alessandro Petrucelli, Massimiliano Boretti, Matteo Ostuni, Gabriella Vallini, Lorenzo Consigli, Annalisa Roselli, Enrica Giovannini, Matteo Berretti, Alessandra Russo, Andrea Petrolani, Edy Bonaiuti, Francesco Russo, Tiziana Cacciafani, Andrea Dreoni, Gaia Della Rosa, Samuele Toschi, Lorenzo Marchesini, Oltjan Lamcja. Laura Borelli ha curato l’allestimento scenico. Non è improbabile che la rappresentazione venga replicata in settembre al teatro di Ronta. Ne riparleremo.

Paolo Marini

  I’attore e regista Marco Paoli.   Un momento della rappresentazione teatrale ( primo particolare)   Un momento della rappresentazione teatrale ( secondo particolare)   Un momento della rappresentazione teatrale ( terzo particolare)   Il secolare Olmo in piazza Castelvecchio ai primi del ‘900: “ “Questo è un albero con le foglie, voi sarete mia moglie / questo è un albero fiorito, voi sarete mio marito…. giro giro tondo.,….giro giro tondo”. (Foto cronaca di Adriano Buccoliero)

 

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Commenti 3
  • teresa

    quanti ricordi della mia giovent in Castelvecchio.Abito a Firenze e leggendo questa rappresentazione del signor Amilcare mi ha fatto piacere. come mi sarebbe piaciuto esserci se lo avessi saputo in anticipo. saluti ai borghigiani

    rispondi a teresa
    gio 24 luglio 2014 04:01
  • marcello

    ero un ragazzotto quando nel 1946 Amilcare organizz con la Bartali la coppa della liberazione. che bei ricordi in un paese ancora sconvolto dalla guerra, tanta fame e miseria, ma un vero Borgo, non come ora,che per sentir parlare borghigiano sono andato in Castelvecchio. Per l'amor del cielo.

    rispondi a marcello
    gio 24 luglio 2014 01:34
  • carlo

    ero presente sabato sera, bella serata, bella interpretazione, bravo il regista e gli interpreti. Grandissimo l'indimenticabile ( forse troppo dimenticato!!), Amilcare ricordato come "l'avvocatino".

    rispondi a carlo
    gio 24 luglio 2014 12:17