OK!Valdisieve

Addio a Lucia Bonanni. Poetessa e critico letterario del mugello

Membro di redazione della rivista di poesia e critica letteraria «Euterpe». Un ricordo a cura di Lorenzo Spurio

  • 905
Lucia Bonanni Lucia Bonanni © N.c.
Font +:
Stampa Commenta

Ho appreso dalla figlia Sabrina la triste notizia del decesso di Lucia Bonanni, amica da una decina d’anni, nota poetessa e critico letterario, intellettuale prolifico in studi, approfondimenti critici, note di lettura. Nata ad Avezzano (AQ) il 16 marzo del 1951, la Bonanni ha vissuto e abitato nel Mugello, a Scarperia e San Piero a Sieve (FI). Ex insegnante della scuola elementare con un insaziabile entusiasmo comunicativo e un empatico amore per il mondo dell’infanzia, nel corso degli ultimi anni ha dedicato gran parte del suo tempo alla poesia e alla letteratura, ambiti che la interessavano molto e per i quali ha ricevuto importanti premi letterari nazionali, tra cui il Premio di Poesia “Raffaele Cioni” (Barberino del Mugello) e “L’arte in versi” (Jesi). Persona colta dotata di un’intuizione particolare, quale saggista si è mostrata particolarmente attenta ai legami psicologici, alle vulnerabilità emozionali e psichiche, alle tematiche di attualità e impoverimento sociale e di deprivazione morale con interventi critici che sono stati pubblicati online, in riviste e su volumi collettanei.

Ampia la sua produzione, che qui è impossibile elencare nel dettaglio per motivi di brevità, tra cui un corposo saggio – tuttora inedito – interamente incentrato sull’analisi del dramma epico Ingólf Arnarson (Le Mezzelane Casa Editrice, 2017) del poeta palermitano Emanuele Marcuccio e un libello esegetico – edito nel 2019 – dedicato all’analisi globale della produzione narrativa del sottoscritto. Tra le opere più recenti il volume Saggi scelti (CTL Editore, 2021) in cui raccolse una parte della sua fluente produzione critica, in questo caso rivolta ai classici, progetto che prevedeva la pubblicazione di due volumi, di cui il secondo (che speriamo possa, comunque, venire alla luce, seppur in forma postuma) dedicato all’approfondimento critico su autori contemporanei.

Membro di redazione della rivista di poesia e critica letteraria «Euterpe» (dove molti suoi scritti sono apparsi e rimangono liberamente fruibili), ha svolto il ruolo di giurata in vari concorsi letterari e stilato prefazioni e note critiche per autori contemporanei, collaborando con disponibilità, grande slancio propositivo e singolare acume con associazioni, centri culturali, enti del terzo settore. Persona affabile e curiosa della vita, lettrice accanita e conoscitrice del mondo pedagogico (per motivi professionali e per letture e approfondimenti continui), amante anche della fotografia e dell’elaborazione grafica di scatti fotografici al PC, ha vinto anche premi per la fotografia. I suoi testi (ricordo i suoi saggi su Ibsen, Lorca, Pozzi, Campana, Ionesco, tra gli altri), fruibili a un pubblico trasversale e ricchissimi nei riferimenti, erano (e rimangono) assai attraenti, capaci di insegnare e al contempo far viaggiare il lettore in mondi altri, quelli da lei evocati e riprodotti mediante il ragionamento ecdotico. Affascinanti le sue letture parallele con studi serrati in forma comparativa, tra opere e autori differenti, in saggi che hanno il potere della vera prosa lirica. Originali e vincenti anche gli scambi fluenti a livello multidisciplinare tra letteratura, cinema, musica, antropologia, pedagogia, arte e altro ancora. Arricchenti e piacevoli per l’inedita capacità di ragionamento critico e per il brio nei collegamenti e associazioni tra opere e autori – testimonianza concreta di un’ampia cultura e di una padronanza possente degli strumenti per poterla trasmettere – sono state anche le relazioni in vari eventi in cui partecipò, tra cui una conferenza su Federico García Lorca (oggetto di studio in lei ricorrente e uno tra i vari elementi sintonici tra me e Lucia) tenutasi ad Assisi (PG) nell’agosto del 2021.

In campo poetico, seppure due risultano essere le raccolte poetiche edite (Cerco l’infinito del 2012 e Il messaggio di un sogno del 2013), vasta è stata la sua produzione, per lo più rimasta inedita (comprensiva di testi della tradizione epigrammatica quali gli aforismi e orientale quali gli haiku). Molto belle e dotate di un pathos intramontabile le tante poesie civili dedicate agli emigranti e ai vari disgraziati contemporanei (bambini orfani e giovani mutilati vittime di guerre, donne maltrattate e assassinate, anziani soli e abbandonati, etc.) imperniate sulla denuncia della violenza, della carenza di valori e messaggi etici e della spietatezza dei tempi, rivolte alla difesa delle libertà fondamentali dell’individuo e della società, alla tutela consapevole delle differenze razziali, religiose, ideologiche, finanche dell’ambiente (non rari nella sua produzione i richiami e gli intendimenti dichiaratamente ecologici). Figlia di quell’Abruzzo forte e gentile del quale sempre rivendicava l’orgoglio, si è dedicata anche alla poesia dialettale traducendo nell’idioletto primigenio alcuni suoi componimenti e anche di altre persone, come ad esempio tradusse in dialetto aquilano e avezzanese l’unica poesia scritta in siciliano dal succitato Emanuele Marcuccio. Questo, a ulteriore testimonianza della sua grande versatilità e intelligente attivismo in tanti campi e ambiti della letteratura contemporanea nostrana dove la sua voce e presenza risuonano ora nella loro dolorosa mancanza.

Spentasi la notte del 9 luglio 2024, le esequie si sono tenute il giorno 11 alla Pieve di San Pietro nel comune di Scarperia e San Piero a Sieve (FI). La notizia della sua dipartita è stata presto immessa in rete dove ha preso a girare abbondantemente con numerosi messaggi atti ad esprimere incredulità e cordoglio ma anche tesi a rievocare ricordi di momenti vissuti insieme a lei, unitamente ad attestazioni di profonda stima per le sue non comuni doti di lettura: per la sua spiccata empatia verso l’altro in quanto donna e per la profondità delle sue analisi interpretative in quanto critico letterario e saggista. Il suo corpo è stato inumato al cimitero di Soffiano a Firenze.

Articolo a cura di Lorenzo Spurio

Lascia un commento
stai rispondendo a