
“Il maltempo che ha colpito la Toscana ripropone con urgenza il tema della gestione del rischio idraulico. Non possiamo limitarci a gestire l’emergenza, dobbiamo migliorare le strategie di prevenzione per ridurre la vulnerabilità del nostro territorio”. A dirlo è Stefano Corsi, coordinatore della commissione Ambiente ed Energia dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Firenze.
“Storicamente – spiega Corsi – i mesi più critici per le alluvioni sono stati ottobre e novembre, ma oggi assistiamo a fenomeni sempre più imprevedibili. Ciò rende ancora più urgente l'attuazione di misure che vadano oltre la gestione emergenziale, intervenendo con opere idrauliche adeguate e strategie di resilienza urbana”.
Secondo Corsi, la risposta al rischio idraulico deve basarsi su due pilastri: interventi ingegneristici mirati e una maggiore consapevolezza della popolazione.
“Occorrono casse di espansione, aree di laminazione, una revisione delle strutture arginali e, dove possibile, la restituzione delle aree di pertinenza fluviale ai fiumi – spiega il coordinatore della commissione Ambiente ed Energia dell’Ordine. Inoltre, è fondamentale una corretta informazione ai cittadini sui comportamenti da adottare durante un’alluvione e un sistema di preallerta che sia compreso da tutta la popolazione”,
L’Ordine sottolinea l’importanza della manutenzione e della gestione oculata del suolo. “La Toscana ha una pianificazione in materia da oltre 30 anni – continua Corsi -ma occorre garantire risorse adeguate a livello nazionale per attuare gli interventi previsti e ripensare alcune scelte alla luce degli eventi recenti. La manutenzione non deve essere vista come una spesa, ma come un investimento per il futuro”.
Un altro aspetto cruciale è la gestione del consumo di suolo e della permeabilità urbana: “Ridurre il consumo di suolo e adottare soluzioni come aree di ritenzione e sistemi di drenaggio urbano è essenziale per contenere l’afflusso di acqua nei sistemi fognari e nei corsi d’acqua minori, spesso incapaci di sostenere portate elevate”.
“Ricordiamo sempre che non esiste una messa in sicurezza totale - conclude il coordinatore della commissione Ambiente ed Energia dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze - ma possiamo ridurre progressivamente il rischio attraverso interventi mirati e una gestione più attenta del territorio. La finalità delle opere non è rendere un’area edificabile, ma diminuire il rischio nel territorio”.