Esistono attualmente almeno 5 campagne di protesta della società civile che interessano diversi settori delle montagne della Toscana, dalle Alpi Apuane fino al Pratomagno. Le Apuane, rilievi che vengono, sempre più, letteralmente sbriciolati e consumati per soddisfare un lucroso mercato del lusso che beneficia pochi, nonostante siano un parco regionale, rappresentano senza dubbio il caso più iconico ed eclatante di sfruttamento distruttivo e insostenibile delle montagne nella regione (addirittura un caso a livello internazionale).
Le altre ragioni di protesta si focalizzano contro lo sviluppo ecologicamente e paesaggisticamente insostenibile di aree naturali protette di valore nazionale ed internazionale: vanno dall’opposizione alla costruzione di una strada forestale nel cuore del Parco dell’Orecchiella nell’alta Valle del Serchio, alla costruzione della funivia Doganaccia-Corno alle Scale sulla Montagna Pistoiese; dal tristemente famoso impianto industriale eolico Monte Giogo di Villore in Mugello, ai confini del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, all’asfaltatura della strada di crinale del Pratomagno.
Tutti progetti scriteriati e miopi di natura speculativa ai danni delle sempre più rare risorse comuni naturali, ecologiche e paesaggistiche. Interventi decisi a tavolino sulla testa della gente, per il profitto di pochi ai danni delle generazioni che verranno, ignorando e aggirando sistematicamente i vincoli delle aree protette e dei piani paesaggistici. In aperto contrasto con quelli che sono i moderni principi di sviluppo sostenibile enunciati dall’Agenda 21 dell’ONU che sono ormai parte del comune sentire della maggioranza dei cittadini.
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Sullo sfondo un’idea del fare a tutti i costi cementificando o asfaltando luoghi fragili. E’ necessario che la politica, che rappresenta la comunità, recuperi il governo efficace di proposte che vadano nell’interesse della maggioranza della popolazione.
Per questi motivi i Comitati delle Apuane, della Valle del Serchio, della Montagna Pistoiese, del Mugello e del Pratomagno, hanno organizzato per Sabato 11 Maggio una serie di eventi di protesta, simultanei e coordinati, sulle rispettive montagne sotto forma di passeggiate ed escursioni di protesta.
Per gridare forte e chiaro a chi governa la Toscana che l’ambiente montano è un bene comune fondamentale, un bene tanto più prezioso e da tutelare efficacemente in un’epoca di emergenze climatiche e rischi idro-geologici in aumento esponenziale.