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Mendicanti, ancora polemica

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Mendicanti, ancora polemica Mendicanti, ancora polemica © n.c.
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Dai giovani di Rifondazione Comunista di Borgo San Lorenzo riceviamo e pubblichiamo questo lungo intervento sull'ordinanza anti accattonaggio:

Nel comune di Borgo San Lorenzo è in vigore dal 28 dicembre 2009 un’ordinanza firmata dal sindaco Bettarini «in materia di decoro e sicurezza urbana inerente il divieto di accattonaggio e mendicità molesta». Tale provvedimento rientra tra i nuovi poteri conferiti ai sindaci dal cosiddetto Decreto Maroni del 5 agosto 2008. L’iniziativa del sindaco Bettarini, la quale mostra evidenti assonanze con analoghe azioni già intraprese in numerose aree metropolitane italiane, tra cui Firenze, s’inserisce in un quadro amministrativo nazionale, coincidente con le cosiddette politiche per la sicurezza dei cittadini.

 

Protagonista principe di ogni campagna elettorale già a partire dalla metà degli anni Novanta, il problema criminalità ha segnato profondamente l'agenda di partiti e governi, in Italia così come in tutto l’occidente. Le politiche per la sicurezza hanno imposto restrizioni dei flussi migratori e un potenziamento degli apparati di polizia trasformati sempre più in controllori del territorio urbano. Se ciò è da considerarsi come conseguenza di un complesso di motivazioni di tipo politico, sociologico e culturale, è necessario, al tempo stesso, sottolineare quanto sia presente ormai nell’opinione pubblica una diffusa ansia di insicurezza. Negli ultimi dieci anni i reati come borseggi, furti in casa, violenze sessuali, sono aumentati in maniera esponenziale, anche in aree tradizionalmente “tranquille”. Pensiamo solo a una città come Firenze che, ormai da anni, si attesta tra le prime posizioni nella triste classifica delle città con il maggior numero di reati commessi per numero di abitanti. Per far fronte a un tale disagio sociale, l’azione politica si è di fatto orientata verso iniziative restrittive, la cui democraticità pare spesso essere molto dubbia. Si tratta di iniziative grossolane, generalizzanti, che accomunano in unico agire  le diverse accezioni dell’emarginazione. Per una tale politica, il mendicante, lo straccione, il vagabondo, il migrante, il lavavetri, la prostituta, solo per fare alcuni esempi, sono omologati in un’unica categoria: individui che disturbano l’ordine sociale. Ora, il divieto di accattonaggio introdotto dall’Amministrazione Comunale di Borgo San Lorenzo s’inserisce esattamente in questo quadro, attraverso un processo di imitazione di analoghe iniziative già intraprese nelle aree metropolitane. Ci chiediamo quanto possa essere corretta una tale azione contro l’accattonaggio, in un territorio come il Mugello, per fortuna ben diverso dalle aree periferiche di Roma, Milano o Parigi.
Oggi il diverso è colui che non consuma. Colui che non consuma è un diverso e, come tale, viene escluso dall’ordine sociale. La cosiddetta politica di integrazione non è più orientata nell’assimilazione delle regole del buon vivere sociale, ma dal potere di acquisto individuale. Se hai i vestiti sporchi e strappati non sei più un individuo bisognoso di cure, ma un elemento di disturbo, poiché incapace di consumare. Perché ti devo aiutare, tu che non consumi, dato che io lavoro per comprare? Hai Fame? Bene, ciò che posso fare – ma non chiedermi altro - è darti una sigaretta, antidoto “naturale” ai morsi dello stomaco. All’ansia, dei cittadini spaventati, si aggiunge un siffatto contesto socio-culturale. Per far fronte a ciò la politica cosa propone? Non certo azioni di riqualificazione socio-culturale della vita urbana, non certo azioni capaci di ricucire gli ormai irrimediabili strappi tra i cittadini normalizzati e i diversi, non certo azioni capaci di arginare la criminalità organizzata che spesso costituisce il retroterra dell’emarginazione, non certo, insomma, prendere il toro per le corna. Ciò che oggi propone la politica italiana è l’attacco frontale verso l’anello debole della catena. Si attuano politiche discriminatorie, si chiudono le frontiere, finendo poi col riaprirle per schiavizzare giovani provenienti dai paesi del terzo mondo nel lavoro nero dei campi (a tal proposito Rosarno, così come tutto il meridione, non è certo un caso isolato; è sufficiente visitare gli sterminati frutteti della pianura Padana), si allontanano i fastidiosi mendicanti dai sagrati delle chiese o dai cimiteri per assecondare i voleri di certi ambienti cattolici, dimentichi dell’ormai anacronistica carità cristiana. Operazioni politiche queste certamente volgari, incivili, demagogiche e anti-democratiche, ma non certo efficaci. Nel nostro territorio, inoltre, iniziative come quelle del sindaco Bettarini assumono il carattere della peggiore ipocrisia. Il Mugello, verde territorio del buon vivere sociale, dell’accoglienza, delle battaglie partigiane, della gente operosa, oggi costruisce centri commerciali e imita le peggiori politiche decadenti della vicina Firenze. Ciò che chiediamo al sindaco Bettarini non è tanto e solo l’abolizione di un’ordinanza populista (già altre forze di opposizione lo hanno fatto, denunciando l’assenza nel nostro comune di un problema tipicamente metropolitano), ma di rivedere tutta la politica sociale e culturale del nostro territorio. Qual è il futuro di Borgo San Lorenzo e del Mugello? Come riattivare la partecipazione sociale e culturale ormai assopita dei cittadini? Come affrontare nel nostro territorio la sempre più evidente crisi economica?
Vorremmo che per queste domande fossero cercate risposte, convinti del fatto che queste siano le priorità per il nostro comune e per il futuro dei nostri concittadini e della nostra comunità.
Se un bisogno di sicurezza esiste davvero è quello di sicurezza sociale, di certezze per un futuro che sia qualitativamente, quantomeno, non peggiore del presente.
Le politiche e le ordinanze “securitarie” poco ci appartengono e fa orrore pensare che chi ci amministra possa far politica perseguendo demagogici consensi.
Con  tale ordinanza il sindaco Bettarini ha ricevuto il plauso della Lega Nord, che pubblicamente ha espresso il proprio apprezzamento, ma sicuramente ha suscitato l'indignazione di tante persone che continuano a considerare la solidarietà, la lotta alla discriminazione e al razzismo come principi ineludibili della nostra tradizione.

Apprendisti di Rifondazione Comunista

 

 

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