Mugello, attacchi ungulati. Agricoltura a rischio © n.c.
L’ennesima segnalazione di agricoltori mugellani per danni alle coltivazioni. Ormai da anni ettari di coltivazione vengono spianate e mangiate dai cinghiali, con danni economici sostanziali e con l'amara realtà per chi vi ha lavorato duramente per mesi di vedere tutto distrutto.
Già di per sé, l’agricoltura è un’attività difficile che deve farsi largo tra regole e burocrazia molto stringenti e, a volte, irragionevoli ma se vi si aggiungono anche i cinghiali, il mestiere dell’agricoltore rischia di sparire.
Il problema ungulati ha generato la legge obiettivo Remaschi, già in vigore e che dovrebbe mettere in campo interventi specifici per il contenimento degli ungulati. Ma gli abbattimenti sono irrisori e la legge contiene molte falle, lo hanno ribadito più volte anche da Coldiretti. Solo nella provincia di Firenze, sembra siano stati effettuati solo 5 operazioni di selezione e con metodi di selezione che fanno molto discutere. La situazione (stando alle segnalazioni) risulta emergenziale e occorre prendere decisioni per garantire la coesistenza tra i vari abitanti di questi territori.
Numeri a doppia cifra raccontano cosa accade in Toscana, ed è di nuovo in questi giorni che un altro attacco è avvenuto ad un campo di mais nel Mugello.
L’agricoltore che ha denunciato l'attacco, ci racconta che ha iniziato a maggio a segnalare e denunciare la situazione insostenibile per i danni, i quali sono raddoppiati negli ultimi tre anni. Pare però, che autorità e amministrazioni competenti abbiano difficoltà a trovare il bandolo della matassa.
Negli ultimi anni, gli attacchi sono aumentati con danni sempre più rilevanti divenendo pesanti sul bilancio dell’azienda e anche sull'umore di chi vi lavora. Dai 25-30 animali risiedono nei dintorni delle coltivazioni che sono vicine ai centri abitati, danneggiando circa 20 ettari.
Come si nota facilmente, nel Mugello le coltivazioni di foraggio per gli allevamenti stanno diminuendo costringendo chi le utilizza a reperire sul mercato estero i mangimi per gli animali. Questa condizione porta alla perdita di garanzie sulla qualità dei foraggi che contraddistinguono la produzione mugellana e consentono di produrre alimenti di alta qualità. (Ne abbiamo parlato con un produttore di latte pexr Mukki in questo articolo).
Anche le coltivazioni di Pesche Regina di Londa soffrono la solita condizione. Far crescere nuovi pescheti è sempre più difficile a causa degli attacchi anche dei cervi che non ne permettono la crescita.
Un fenomeno che sembra essere inascoltato generando forti contestazioni e disagi che possono culminare con l’abbandono dei campi. Una prospettiva, quella della perdita di coloro che sono i custodi del territorio, drammatica ma reale, e che potrebbe minare la sicurezza ecologica in generale e la stabilità idrogeologica, in particolar modo, dei nostri territori. Appare, quindi, urgente prendere coscienza della situazione da parte delle amministrazioni, dei cacciatori e pure degli animalisti per scongiurare il definito collasso dell’economie agricole.


