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Marradi e il contrasto al Covid. Ridolfi: 'Qualcosa non ha funzionato'

Un appello a comportamenti responsabili

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Raffaella Ridolfi Raffaella Ridolfi © N.c.
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In merito ai 40 casi attivi a Marradi interviene Raffaella Ridolfi, del gruppo SiAmo Marradi:

Gestione contrasto al COVID a MARRADI qualcosa non sta funzionando! Se la situazione in tante parti d’Italia migliora sensibilmente tanto da permetterci più libertà, la situazione di MARRADI con i suoi 40 casi dimostra che qualcosa non funziona. Voglio iniziare questo appello dicendo che siamo tutti stanchi, che tutti, chi più o chi meno, siamo chiamati a gestire una situazione che muta quasi ogni quindici giorni e questo causa stress, lo sanno tutti, per non parlare di chi sta affrontando doppia sfida avendo delle attività economiche più o meno ferme.

Voglio con grande onestà anche sottolineare che tutti abbiamo fatto sicuramente un’uscita di troppo, un incontro di troppo, un funerale di troppo, un abbraccio di troppo, siamo essere umani e in questa situazione chi è senza peccato scagli la prima pietra. Detto questo a MARRADI ora c’è qualcosa che non funziona, lo dimostra il paragone tra il primo lockdown, dove è stato tenuto un comportamento esemplare da tutta la popolazione e quello che sta succedendo adesso dove c’è oggettivamente un po’ troppo “rilassamento” da molti punti di vista.

E’ stato fatto un miracolo un anno fa non facciamo che lo sconforto prenda il sopravvento. Siamo consapevoli che anche la lentezza della campagna vaccinale con i suoi mille inghippi non aiuti, capiamo che possano esserci i dubbi sull’effettiva necessità delle misure di contenimento imposte ed è normale che possano sorgere dopo un anno, ma questa è una pandemia causata da un virus sconosciuto, non è virtuale è vera ed il virus intelligentemente vuole continuare a vivere e prosperare nei nostri corpi fino ad ucciderli.

Non è tollerabile in questa situazione che ci sia chi manda i figli a scuola con sintomi da Covid, perché anche occuparci della tranquillità, della serenità e della salute degli altri oggi è un nostro dovere, siamo più che mai legati come gli anelli di una catena. Vogliamo con tutte le nostre forze rimanere in zona gialla, vogliamo i bar e i ristoranti aperti e che tornino a prosperare, vogliamo poter uscire liberamente, e al più presto vogliamo tornare anche a casa la notte all’ora che ci pare, magari dopo aver preso la piada al forno, quando è ancora buio.

Vorremmo un grande sforzo, ancora uno, quello che si chiede ai campioni. In quindici giorni io sono sicura che se riprendiamo la via giusta, e tutti si prendono la propria responsabilità, abbandonando il disfattismo prodotto dallo sfinimento, saremo sbiancati. Non dimentichiamo che almeno in questa situazione abbiamo tanto verde per passeggiare e fare sport senza darci fastidio, possiamo far giocare i bambini all’aperto senza pericolo basta prendere piccolissime precauzioni, e magari non rubare i gel messi a disposizione dei giochi per bambini, tenendo la mascherina anche per conversare. Mi piacerebbe un’estate dove siamo in piazza la sera ai tavolini dei bar e non solo anche se distanziati. Un ultimo sforzo, arriveranno vaccini e la bella stagione è il momento di tener duro è il momento di essere dei campioni piu intelligenti del virus, sarebbe un suicidio se tutta la Toscana e l’Emilia-Romagna fossero in zona gialla e noi in zona rossa.

Raffaella Ridolfi Capogruppo

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