Mugello, mulini e mugnai. Storie di altri tempi, di famiglie e di mestieri © n.c.
Dopo la notizia, corredata da belle ma tristi immagini fotografiche, (autore Massimo Del Guasta, bravo fotografo e lettore di OK!Mugello), sul Mulino di Sieve a Cafaggiolo completamente abbandonato e fatiscente, con il servizio pubblicato dal nostro Sito lo scorso lunedì 6 febbraio 2017, ci è giunta una bella lettera dall’amico Dario Biancalani, già direttore degli uffici postali di Borgo San Lorenzo (bravo scrittore di poemi e rime), poiché in quell’edificio erano mugnai alcuni suoi congiunti. È una bella pagina biografica, che ricorda, oltre al mulino citato, anche certi aspetti di altri mulini del Mugello dove hanno appunto lavorato i suoi familiari, i nonni, il babbo, la mamma ed altri congiunti. Pubblichiamo volentieri questo intervento di Dario, poiché lo scrivente di queste note, che ha in archivio molte belle immagini di svariati mulini del Mugello ed Alto Mugello, si è innamorato di queste realtà lavorative, che si perdono nella notte dei tempi, (quante ce ne sono nel lungo percorso dell’Ensa), poiché i nostri consuoceri, i Grifoni, erano da circa tre secoli mugnai per antonomasia, prima a Petrona nel ‘700 in comune di Scarperia e poi a La Gracchia fra ‘800 e ‘900 in comune di Vicchio. Qui, anche se ormai chiuso da tempo, ci sono ancora le macine (una posta la data impressa nella pietra dell’anno 1834), le cateratte, la bellissima pescaia o gora, dove fra la primavera e l’estate i pittori si dilettano ad imprimere nelle loro tele la scenografia. Questo mulino ci racconta le piccole grandi storie, gli aneddoti, il lavoro, i contadini, i fattori, i sotto fattori, i terz’omi di fattoria, che si sono avvicinati al mulino nel corso dei secoli, dove ci sarebbe da scrivere un libro. Ecco perché, la storia del mulino di Cafaggiolo, ci porta in un mondo ormai andato nel tempo e nello spazio, ma che avrebbe ancora tanto insegnare e non per ultimo meditare di quello che abbiamo avuto alle spalle, il lavoro, la fatica, la miseria, qualche volta la fame, ma di una ricchezza morale e di una onestà adamantina, senza confini. Ecco la piccola-grande storia di Dario Biancalani. “ - Caro Aldo, ho avuto modo di vedere su OK!Mugello, le foto del degrado del mulino di Sieve a Cafaggiolo e ne sono restato particolarmente addolorato, oltre che per i motivi che si leggono nell'articolo, anche per il fatto che in quel mulino, sino al 1915 erano operanti le famiglie di Viliani Giuseppe (mio nonno materno ) e di suo fratello Enrico. I miei nonni, Luisa Magherini ( dei Magherini di Borgo San Lorenzo, che avevano i campi dietro al Cimitero della Misericordia) e Giuseppe, si erano sposati nel gennaio del 1891, ma morirono a breve distanza l'una dall'altro, il 9/02/1908 lei ed il 23/06/1910 lui. Lo stesso accadde dopo poco ad Enrico, lasciando le due famiglie in pessime condizioni, oltre che umane, anche per la mano d'opera, necessaria a poter soddisfare le esigenze del mulino. Mia madre Viliani Duilia era nata nel Dicembre del 1895 e suo fratello Antonio (mio zio) era ancor più piccolo di lei, in quanto nato l'8 Dicembre del 1901. Il figlio di Enrico, Francesco, era nato il 5 Luglio del 1898. Le uniche persone adulte della famiglia erano rimaste la sorella del nonno Carola e la moglie di Enrico, Fortunata, oltre - se ben ricordo - ad un nocentino di cui ora mi sfugge il nome. Non essendo in grado di poter continuare in modo confacente a portare avanti la gestione del mulino, i proprietari della fattoria decisero di fare un scambio tra la famiglia Aiazzi, che gestiva il Mulino Strada alle Case Nuove (a due passi dal Bivio di Novoli in quel di San Piero a Sieve), pure questo di proprietà della Fattoria di Cafaggiolo, e la famiglia Viliani del Mulino di Sieve e così avvenne. Nel frattempo, il 23/01/1915, mia madre era andata sposa a Biancalani Umberto mugnaio, dei Biancalani del Mulino del Pino a Galliano. Il figlio di Enrico, Francesco, aveva sposato Teresa , sorella di Umberto, nata il 29/01/1896. La famiglia così rinvigorita poté gestire il Mulino Strada sino al 1929, anno in cui fu costretta ad interrompere ogni attività perché la piena del Torrente Carza fece crollare il "toro , che alimentava d'acqua il mulino, attraverso la gora che scorreva parallela all'attuale strada Bolognese, partendo poco oltre la bottega Osteria di Novoli, quasi di fronte alla vecchia casa colonica sulla dx, dopo la bottega. Aggiungo che l'attività del Mulino di Sieve è cessata nel 1974 e la famiglia Aiazzi aveva molto contribuito ad aggiornare il mulino, rendendolo tra i più attivi della zona. Questo era dotato anche di un buratto. La farina era avviata al piano superiore attraverso un sistema meccanico di trasporto a tazze, che consentiva alla farina di poter tornare per caduta, al piano terra,per essere insaccata. Personalmente ho conosciuto tre fratelli Aiazzi e una loro sorella. Dei tre fratelli, Alfredo ( forse il maggiore) fu colpito da una grave disgrazia con la perdita dell'unico figlio. Il secondo mi sembra si chiamasse Pietro. Francesco terminò la sua carriera di mugnaio presso il mulino a cilindri dei fratelli Berti a San Piero a Sieve e la sorella Giulia (splendida donna) ha lavorato come dipendente postale prima a Cafaggiolo come coadiutrice della titolare e poi a Borgo San Lorenzo (il sottoscritto era Reggente ), quando l'Ufficio era nei locali del Bambi, vicino alla pasticceria Cesarino. Scusami se mi sono dilungato un po' troppo anche con le notizie di carattere familiare, ma ho ritenuto importante fornirti un quadro storico completo, perchè vedere quelle foto mi ha fatto molto male. Mi sento ancora un po' " Mugnaio " e vedere una così importante struttura completamente abbandonata, mi rattrista. Ritenevo che pur non essendo operante, fosse abitata ancora da qualcuno che avrebbe contribuito ad evitare quello che sta accadendo-“. Speriamo, caro Dario che le autorità preposte, o i nuovi proprietari di quel territorio, si possano mettere una mano sul cuore nel tentativo di riportare agli antichi splendori quel bellissimo mulino a Cafaggiolo, come del resto è stato fatto in altri luoghi, vedi fra gli altri, per portare due realtà come Grezzano e Madonna dei Tre Fiumi. Per il momento a La Gracchia di pensano i Grifoni. (A.G.) Foto 2. L’edificio abbandonato dell’antico Mulino di Cafaggiolo a centro metri in linea d’aria dalla Chiesa di Santa Maria a Campriano dove la storia ci racconta che ebbe origine la dinastia dei Medici (Foto Massimo Del Guasta) Foto 3. Le macine dell’abbandonato Mulino di Cafaggiolo (Foto Massimo del Guasta). Foto 4. Una consunta scritta all’interno dell’abbandonato Mulino di Cafaggiolo; si legge il cognome Aiazzi, come scrive nel suo intervento Dario Biancalani, che ha conosciuto questa famiglia di Mugnai. Foto 5. L’antico Mulino Strada di Case Nuove a Campomigliaio della famiglia Biancalani. (olio su tela, 40x60, dell’artista Enrico Pazzagli )



Aldo Giovannini
E' vero gentile Irene ( abbiamo anche le foto), come ce ne sono, nel corso del bellissimo Ensa, se non vado errato, circa 5 o 6, compreso il ponte dove Cimabue incontr Giotto a disegnar le ....pecore. Cari saluti. ,
Irene
Caro Giovannini, vicino al mulino dei Grifoni a La Gracchia c' anche quello,ormai in disuso, di Macinella a Piazzano
LUIGI
quante piccole storie nel Mugello. Grazie OKMUGELLO ed a tutti i suoi giornalisti.
Leonardo
COME SEMPRE MOLTO ESAUSTIVO ED INTERESSANTE QUESTO RESOCONTO.GRAZIE