A Palazzo Vecchio e in Regione Toscana si prosegue nella costruzione dei 60 km di galleria per il tratto di alta velocità tra Vaglia e Bologna, che stando a quanto riportato da Idra sarebbero privi dei requisiti di sicurezza invocati nel 1998 dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze. I lavori sotto la città proseguirebbero senza tener conto delle denunce del Comando riguardo la mancanza del paino di emergenza.
“Il DM 28/10/2005 “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie” – scrivono i Vigili del Fuoco - trova applicazione alle gallerie ferroviarie di lunghezza superiore a 1000 m, prevedendo l’adozione di un piano di emergenza fin dalle fasi progettuali. Ciò premesso, relativamente al progetto di cui all’oggetto, agli atti di questo Comando non risulta ancora essere stata depositata alcuna documentazione, tanto ai sensi del DPR 151/2011, quanto ai sensi del D.M. 28/10/2005”.
L’informativa è stata trasmessa al Prefetto di Firenze a luglio 2023 Idra ne ha portato tempestivamente al corrente tutte le autorità, fino all’Anticorruzione a Roma. “Noi siamo purtroppo consapevoli che c’è una parte delle istituzioni assolutamente inaffidabile”, hanno sottolineato i componenti della delegazione di Idra, Girolamo Dell’Olio e Marco Mordini: “Siamo dalla vostra parte, dalla parte della vostra comunità e della legalità!”
Una situazione che nel frattempo è diventata emblematica. “Siamo venuti dopo il Mugello, vicenda che ha elevato la sensibilità e l’attenzione su questi temi”. Con questa constatazione il sindaco di Cavriglia, Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, ha salutato al termine del lungo colloquio, protrattosi per oltre un’ora in un clima cordiale e disteso, la delegazione di Idra venuta a fargli visita la settimana scorsa per condividere circostanze, documenti, dubbi e incertezze sul trasferimento nella ex miniera di Santa Barbara di un milione e trecentomila metri cubi di terre da estrarre dalle viscere di Firenze, per la realizzazione della stazione sotterranea Foster e dei due lunghi tunnel TAV fra Campo di Marte e Castello.
Rispettivamente parte civile e ad adiuvandum nel processo penale e in quello contabile, celebratisi presso il Tribunale di Firenze e la Corte dei Conti della Toscana in conseguenza dei gravi danni ambientali consumatisi sopra e sotto l’Appennino e Monte Morello, l’associazione ha inteso mettere in guardia l’amministrazione comunale di Cavriglia sui rischi potenzialmente legati a una cattiva progettazione e/o esecuzione dell’opera.
La prima ed unica galleria TAV realizzata a Castello per il cosiddetto ‘scavalco Alta velocità’ gronda colibacilli fecali: il relativo rapporto ARPAT è stato trasmesso da Idra la scorsa settimana anche al sindaco di Firenze e alla USL Toscana Centro, con richiesta di attivarsi con sollecitudine in tutela della qualità dell’igiene pubblica. Lo stesso ‘scavalco’ sarebbe privo di collaudo tecnico-amministrativo: il presidente della Commissione di collaudo non ha ritenuto di accordarlo.
Romeo Segoni, dottore in scienze politiche ed esperto di diritto urbanistico e ambientale, membro dell’Osservatorio Ambientale di Santa Barbara (alla cui presidente Idra ha pure chiesto un colloquio), è intervenuto all’incontro in veste di consulente del sindaco, con quaranta anni di servizio in Comune alle spalle. Nel corso del suo intervento ha segnalato come sul trasferimento delle terre di scavo da Firenze penda una nuova variante progettuale proposta dalle Ferrovie. Questo dopo una precedente modifica della pianificazione approvata nel 2016, che ha introdotto un nuovo additivo per il trattamento delle terre destinate al parco pubblico.
E’ pervenuta recentemente infatti al Sindaco di Cavriglia una lettera di RFI nella quale si ‘ipotizza’ anche un’eventuale aggiunta di calce. Questo mentre la diagnosi del piano di utilizzo appena modificato recita: “Le indagini eseguite confermano l’utilizzabilità geotecnica dei materiali provenienti dagli scavi per la realizzazione della Collina Schermo, non risultando peraltro necessario il trattamento a calce”. Si paventa un nuovo ‘cambio in corsa’, che rivelerebbe un’ulteriore lacuna progettuale.
In questo senso, Segoni ha chiarito ciò che già l’ARPAT aveva anticipato alla delegazione di Idra ricevuta due giorni prima dal direttore generale e dai referenti del Settore VIA-VAS: una modifica del genere richiede preliminarmente una specifica valutazione procedimentale da parte del Ministero dell’Ambiente: è evidente infatti che cambiare il ph delle terre con cui realizzare una collina progettata e approvata con determinati requisiti comporterebbe non soltanto una rivisitazione dell’intero piano di cantierizzazione (ovvero delle modalità di gestione delle terre) ma anche una riprogettazione della collina.
“Ancora il procedimento, non è stato avviato”, ha precisato il dott. Segoni, al quale la delegazione ha chiesto di poter esserle di supporto nell’accesso alla documentazione tecnica e ai suoi aggiornamenti (per esempio in rapporto all’ampliamento delle piazzole e alle modifiche alle baie di essiccazione), laddove non siano già agevolmente reperibili nel sito del Ministero.
Al sindaco, invece, Idra ha chiesto di adoperarsi per poter svolgere insieme un sopralluogo guidato all’ex miniera di Santa Barbara, che il presidente dell’associazione ebbe la fortunata opportunità di visitare venti anni fa, quando invero – e ne è stata lasciata in proposito la relativa rassegna stampa - i tre sindaci di Cavriglia, San Giovanni e Figline, con lettera firmata da Mauro Tarchi a nome di tutti, escludevano la propria disponibilità “allo smaltimento nell’area mineraria valdarnese dei materiali di risulta dalle escavazioni”, e aggiungevano: “I Sindaci non solo respingono tali soluzioni opponendosi all’arrivo dello smarino nella linea ferroviaria (figuriamoci ai camions, problema per ora mai sollevato), ma rassicurano che in attesa di proposte serie ad oggi mai pervenute né dalla Regione né dalla Tav, impediremo con ogni mezzo tale offesa al nostro territorio”.
Alessandro
Una semplice domanda: visto che i fanghi di trivellazione adesso li portano in un luogo idoneo, a Cavriglia, come mai le 66mila tonnellate dei fanghi dell'altra trivella TAV, la Monna Lisa (bel capolavoro si) , che con l'aiuto della camorra hanno scaricato illegalmente nelle campagne di Scarperia, oggi non vengono a riprendersele per portale via? Il Sindaco Ignesti, che era sindaco anche all'epoca dello scarico abusivo ma non si accorse di nulla, come mai non pretende che sia eseguito l'Atto dell'Ufficio rifiuti e discariche della provincia che lo impone? Quei fanghi sono li da almeno quindici anni e continuano a finire nell'acqua "potabile" che da Bilancino arriva a Firenze, tutta salute? Arpat, Asl e forze di polizia... non pervenute. Ah già, ma tanto poi la colpa è del "Cambiamento Climatico"