
Come si evince dal comunicato della Centro Recupero Rapaci della Lipu Mugello, le condizioni del malcapitato falco pellegrino non destano particolari preoccupazioni e non appare in pericolo di vita. Non si può dire altrettanto parlando della possibilità di reimmissione. Uno dei sei pallini di piombo è andato ad impattare sul radio, molto vicino all'articolazione del polso, determinando una frattura caratteristica del colpo da arma da fuoco, non sempre facilmente guaribile. Il falco ha voglia di vivere e sta reagendo bene e questo sicuramente lo aiuterà molto, ha iniziato ad alimentarsi da solo, ma soltanto il tempo ci potrà dire quale sarà l'esito di questa brutta storia. periodi duri attendono il nostro paziente fatti di riabilitazione e ginnastica funzionale. lui sta lottando e noi lo aiuteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione. Buona fortuna Falco Pellegrino. Preoccupante anche la situazione per i cittadini che abitano vicino alle zone interessate dalla caccia, si sentono sotto assedio oltre al terrore dei pallini vaganti che arrivano alle mura dell'abitazione una realtà sempre più frequente. In questi casi è importante fare le segnalazioni a Polizia Provinciale e Carabinieri Forestali. Solo così si avrà la possibilità di tutelarsi nel disagio. Ma quello che vorrei, attraverso queste pagine sottolineare è l’importanza dei centri recupero per la fauna selvatica. Sono una grande risorsa nazionale, ambientale e sociale, di cui le associazioni da anni si fanno carico. Soccorrono tutti gli animali selvatici, ricoverano e riabilitano specie di alto valore naturalistico, protette dalle direttive europee e in alcuni casi minacciate di estinzione. Ogni anno soltanto i 10 centri della Lipu ricoverano e curano oltre 20 mila animali in difficoltà. “Si tratta - e questo è il punto che sottolinea nel suo comunicato la Lipu - di un dovere che toccherebbe all'amministrazione pubblica secondo la legge 157/92 e i suoi recepimenti regionali. Tuttavia, le regioni non lo fanno direttamente, affidano il compito alle associazioni e soprattutto, con il passare del tempo, hanno ridotto il già esiguo sostegno economico per le associazioni stesse. Oggi la situazione è drammatica. Poche risorse significano personale insufficiente, difficoltà di organizzare i volontari, difficoltà a coprire i turni, limiti nella disponibilità di attrezzature eccetera. Il ricorso a continue raccolte fondi e allo spirito adattativo non basta più. Le associazioni sono allo stremo e sempre più centri chiudono o rischiano di chiudere. Per questo è necessaria una nuova assunzione di responsabilità da parte delle regioni e persino un intervento dello Stato, che favorisca un nuovo supporto a queste preziose strutture. Immaginate cosa accadrebbe se i centri chiudessero: non solo un danno alla natura ma un danno ai cittadini. Chi soddisferebbe le centinaia di migliaia di richieste annue? Dove porterebbero, i cittadini, gli animali trovati in difficoltà?. I centri recupero per gli animali selvatici hanno davvero bisogno di una mano. Per lo specifico caso del centro Recupero Rapaci Mugello, aperto ormai da oltre 25anni, negli anni scorsi l'amministrazione pubblica non ha dato sostegno al Centro, determinandone la sospensione dei ricoveri in più anni. Il Centro ha poi riaperto grazie ad un intervento della Regione Toscana che tuttavia ha sostenuto solo i primi mesi di riapertura, lasciando nuovamente il Centro senza finanziamenti dal 2016 sino a luglio 2018. Oggi abbiamo una convenzione con la Asl centro che garantisce la copertura fino alla fine del 2018, per il proseguimento nel 2019 ancora non ci sono certezze.”
Virginia
Grazie per l'articolo a nome do tutti i volontari del Centro Recuper Rapaci LIPU MUGELLO
MASSIMILIANO CACIOLI
Si dovrebbero solo vergognare di quello che fanno