Tratte dal diario manoscritto di Pio Chini (n.1839- m.1910).
Sesta parte: anno 1846. (la demolizione del ponte mediceo)
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Nell’anno 1846 mi rammento che avanti di demolire il vecchio ponte sulla Sieve avevano fatto un ponte in legno provvisorio per i pedoni e non tanto largo con una palizzata d’appoggio per le mani. Mi ricordo che mia madre (Caterina Giovannini moglie di Pietro Alessio capostipite dei Chini) volle andare a vedere la festa del Corpus Domini ad Olmi; la mattina era piovuto molto e il dopo desinare si fece bel tempo. Piglia i figlioli (ne avevano otto) e via a Olmi, ma io non volevo entrare sul ponte di legno perché la Sieve era in piena, ma finalmente mi prese per la mano e mi trascina con se e guardando io dove mettevo i piedi e vedendo del pari dell’acqua disotto che correva mi pareva che il ponte di legno andasse via e urlando a squarcia gola mi trovai all’altra riva. Che se mia madre non mi avesse tenuto fortemente certo sarei affogato. Mi rammento che in fondo al ponte che demolivano c’era una cappellina e un arcone per ripararvi dalla pioggia, che poi l’affresco sull’altare fu portato dove ora sta il Tabernacolo di pietra. (Pio Chini si riferisce al grande tabernacolo che da via Brocchi fu spostato cinque anni orsono dov’è attualmente è ubicato lo Slargo Giuseppe Poggiali). Sempre nel 1846 non mi rammento ne il mese ne il giorno, morì Papa Gregorio XVI° e mi ricordo della bandiera nera sul campanile della Pieve e delle campane che per otto sere suonavano a morto per lui (il Papa) e non ricordo neppure quando fecero il nuovo Papa Pio Nono. (segue al prossimo numero).
Foto 4: Giuseppe Terreni, 1748. Il Ponte Mediceo sulla Sieve a Borgo San Lorenzo, costruito a nove archi nell’anno 1626 e demolito nel 1846 come ricorda Pio Chini nel suo diario manoscritto.
ANEDDOTI E NOTIZIOLE DI PERSONAGGI MUGELLANI
Amedeo Boni e il Priore d’Olmi ( 1934)
Amedeo Boni di Pietro detto “Amedeo di pico” noto muratore borghigiano e suo figlio Giovanni andarono a fare dei lavoretti di muratura alla chieda di Olmi. Quando giunse il momento di andare a tavola il Priore, notoriamente tirchio, mise in tavola una bella forma di pecorino. Quando però si accorse che con quelle due bocche davanti la forma di formaggio sarebbe sparita in quattro e quatr’otto s’affrettò ad andare in cucina tornando con un vasetto di cipolle sotto aceto, dicendo che erano buonissime, squisite, insuperabili. Giovanni se ne mise in bocca un paio ma il babbo Amedeo, gliele tolse quasi di forza dalla bocca dicendogli: “ – dato che le cipolle le son tanto bone, Giovanni da retta a ì babbo, falle mangiare al sor Priore, noi si continua con il formaggio…! – “.
Nella foto (sopra): Amedeo Boni detto “amedeo di pico”, ormai anziano esce dalla Farmacia Guandalini in piazza Cavour (dal libro “Mugello in bianco e nero” di Mario Calzolai – g.c.)