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Vaglia. La storia del Pievano Arlotto sotto una nuova luce

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Vaglia. La storia del Pievano Arlotto sotto una nuova luce Vaglia. La storia del Pievano Arlotto sotto una nuova luce © n.c.
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Il titolo del libro di Alfredo Scanzani “Il Pretaccio Arlotto” è un po' provocatorio, ma l'autore racconta chi era veramente Antonio Mainardi (1396-1484), che fu pievano a San Cresci a Macioli per più di cinquantanni.

Un personaggio esuberante, gioviale, altruista e generoso il Mainardi, che aveva la grande abilità di farsi passare per ingenuo, un fessacchiotto, ma che in realtà era tutt'altro e usava scherzi e facezie per difendere i più deboli contro le soverchierie dei potenti. “Motti e facezie del pievano Arlotto” è il titolo del libro che usci poco dopo la sua morte, un amico del quale ignoriamo il nome lo editò e che ebbe ben sessantacinque traduzioni.

Alfredo Scanzani che è un bravo e appassionato cultore di tradizioni popolari, ci propone la figura del Pievano sotto aspetti poco conosciuti. Egli avvalendosi di un testo del XV secolo ci invita, infatti, ad una lettura nuovissima di questo scaltro e intelligente prete di sangue mugellano (la madre, infatti, era di Ronta).

In gioventù fu cappellano della flotta mercantile fiorentina ed ebbe modo di visitare molti luoghi in Italia e in Europa, uno spirito avventuroso come risulta anche dalle facezie riportate sul libro alcune delle quali fanno riferimento proprio a questo suo periodo “marinaro”; come è altrettanto certo che egli non avesse difficoltà nel frequentare sovrani e principi come pure contadini o persone che andavano in chiesa e uomini che frequentavano le osterie.

Sembrava che fosse solamente dedito alle burle e alle facezie, ma la realtà era diversa e l'autore lo evidenzia con forza, dando, così, i giusti contorni alla vita di questo prete, riscoprendone i valori umani e religiosi mai sottolineati prima.

Il testo di Scanzani, poi, ha il raro pregio di essere stato scritto con stile semplice e sobrio, che permette a chiunque di godere delle “gesta” di questa anomala figura di religioso, dei suoi scherzi e delle sue spiritosaggini. Per non smentirsi, prima di morire si fece preparare la tomba non rinunciando a se stesso, infatti, l'epigrafe che è ancora visibile nell'Oratorio dei Pretoni in via San Gallo recita: “Questa sepoltura il pievano Arlotto la fece fare per sé e per chi ci vuole entrare”.

La presentazione del libro si terrà domenica 17 alle ore 17 presso la Biblioteca Comunale di Pratolino.

Alfredo Altieri

 

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