
Al momento il piano vaccinale in Toscana prevede in atto la somministrazione delle dosi al personale scolastico e universitario nella fascia di età fra i 18 ed i 65 anni (per poi passare al momento direttamente alla vaccinazione degli Over 80, ndr). Allo stesso modo, tuttavia, da ormai diverso tempo la Toscana garantisce in modo parziale la didattica in presenza.
In alcuni Comuni alcuni docenti e altri membri del personale scolastico hanno chiesto un maggior intervento da parte della Regione a tutela del diritto alla salute e di quello al lavoro. Anche in Valdisieve però c'è chi non ci sta: il Professore Vincenzo Di Cicco, docente di Storia e Filosofia dell'Istituto Superiore Balducci, ha presentato una mozione sul tema presso il Collegio dei docenti (votato all'unanimità eccetto per un membro, ndr) e ha deciso poi di lanciare un appello ai "piani alti" nella speranza che possa esserci presto un intervento a tutela di questa categoria di persone.
L'appello del Professor Di Cicco
Questa la lettera inviata dal docente alla redazione di Ok!Valdisieve:
"In Toscana, a Firenze e provincia, per quello che ne so, la campagna vaccinale pur con i prevedibili intoppi di qualche coda e attesa, procede abbastanza speditamente , tanto che nella mia scuola, Liceo Scientifico “E. Balducci” di Pontassieve dove insegno Filosofia e Storia, mi risulta che il personale scolastico è già in buona parte vaccinato o sta per esserlo a breve. Si sta procedendo da circa un mese ormai alla somministrazione del vaccino Astrazeneka prima fino ai 55enni in buona salute e poi, come è noto, fino ai 65enni compresi.
Essendo nato l’8 marzo 1954, ancora per qualche giorno ho 66 anni e ne compirò 67 a breve, appunto; nella mia scuola appartengo a uno sparuto gruppetto di ultra 65enni in procinto di chiudere la propria carriera scolastica e di andare in pensione a partire dal settembre prossimo.
Si è prodotta però una situazione paradossale che sta nel fatto che noi 8 pensionandi più forse qualcuno che per qualche patologia non può sottoporsi al vaccino Astrazeneka ( peraltro sarei anch’io fra questi, oltre all’età) siamo esclusi dalla vaccinazione in corso.
Bene! Ha già detto qualcuno: "voi sarete vaccinati con un vaccino sicuramente migliore!" Questa battuta, detta amichevolmente e scherzosamente anche da qualche collega, suona in realtà un po’ come la beffa che si aggiunge al danno. Il danno sta nel fatto che noi ultra sessantacinquenni, in teoria i più a rischio di tutti, siamo scomparsi da qualsiasi monitor e rischiamo di finire in fondo a tutte le liste delle categorie da vaccinare.
Ingenuamente pensavo fino a qualche tempo fa che, per età e per patologie pregresse, una volta partita la vaccinazione nelle scuole, sarei stato tra i primi; questo anche perché sono tra quelli che ricoscono da tempo che la DAD è una soluzione emergenziale che non dovrebbe prolungarsi troppo e quindi confidavo che la vaccinazione potesse consentire, a me come a tutti, una ripresa della didattica in presenza in sicurezza il più presto possibile. In Toscana la scuola da gennaio ha riaperto le aule alla didattica in presenza e noi docenti siamo giustamente chiamati a svolgere il nostro lavoro a contatto quotidiano con i ragazzi.
Ma come è noto attualmente la curva epidemica si sta nuovamente impennando, con le varianti che colpiscono anche i più giovani: anche al Balducci di Pontassieve i casi di ragazzi in quarantena sono in aumento e diffusi in molte classi. (Aggiungo un particolare: la didattica in presenza al 50% prevede che a settimane alterne una metà degli studenti entri a scuola e l’altra rimanga a casa in DAD; ciò sicuramente contribuisce a rendere meno affollati i mezzi pubblici, la scuola, le entrate e le uscite, ecc ma non a rendere meno affollate le aule che ospitano sempre classi intere. In base a questa scelta si dà un’altra situazione paradossale: con la scuola in presenza al 50% c’è mezza scuola vuota e mezza scuola affollata come sempre!).
Ho personalmente chiesto più volte al Dirigente scolastico di intraprendere qualche iniziativa per rendere noto il problema a chi di dovere ( penso alle istituzioni sanitarie e a quelle scolastiche di ordine superiore), almeno di relazionarsi con i suoi colleghi per azioni comuni. Come extrema ratio ho chiesto di prevedere e organizzare la DAD per questo gruppo di docenti fino a quando non saranno vaccinati o “programmati” per esserlo come tutti gli altri, per cercare almeno di tamponare una discriminazione negativa in partenza che si aggrava ogni giorno di più. Al momento queste richieste non hanno ottenuto alcuna risposta.
Cosa posso fare? Cosa possiamo fare? Non mi risulta che qualche sindacato o associazione di categoria abbia preso in considerazione questo problema: ignoro i dati reali ma immagino che in tutte le scuole ci siano realtà simili a quella che ho denunciato. Spero pertanto che questa lettera venga pubblicata perché il fenomeno possa essere conosciuto, e consentire, a breve naturalmente, qualche opportuno provvedimento.
Professore Vincenzo Di Cicco"
La mozione presentata e votata dal Collegio Docenti
"Mozione proposta al Collegio docenti del 4/3/21 dell’Istituto Balducci di Pontassieve
L’attuale positiva campagna di vaccinazione sta coinvolgendo la grande maggioranza di chi lavora nella scuola, estesa fino a chi ha 65 anni; esclude però chi ha superato la soglia dei 65 anni e anche chi per qualche patologia non può sottoporsi al vaccino Astrazeneka. Pertanto nella nostra scuola quasi una decina di insegnanti non sono inseriti attualmente nel piano vaccinale in corso. In realtà non sappiamo il numero preciso degli esclusi.
Il problema più grave tuttavia è che finora ufficialmente questo problema non esiste: nessuno ne parla e molti fra i docenti stessi e gi ATA non ne sono informati. Né risultano iniziative in corso per affrontare il problema. Quindi è possibile che questi docenti rimangano in attesa del vaccino per molto tempo, e proprio quando una nuova ondata epidemica sta moltiplicando i casi di contagio, soprattutto fra i giovanissimi e fra gli studenti.
Per questo il corpo docente del Balducci richiede un tempestivo intervento delle autorità preposte, a partire dal DS, perché facciano tutto quello che è in loro potere affinché anche uno solo dei lavoratori di questa scuola non corra l’assurdo rischio di ammalarsi proprio quando l’intera categoria dei lavoratori della scuola si sta sottopenendo al vaccino.
Pertanto sarebbe opportuno che
- il DS chieda un immediato intervento di ASL e USR per provvedere con urgenza per l’inserimento di questi lavoratori nella vaccinazione in corso, con i vaccini opportuni per loro;
- questi docenti vengano esonerati dal servizio in presenza fino a quando non saranno anche loro vaccinati;
- siano o eventualmente sostituiti da personale a disposizione e/o supplenti ad hoc o messi in condiziona di lavorare da casa in DAD anche quando è prevista la presenza a scuola."