Publiacqua. Ecco perché non si abbassano le tariffe, spiegato dal sindaco © n.c.
Il sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi, sulla sua pagina Facebook dedica un lungo ed articolato post al funzionamento del bilancio e del calcolo della tariffa di Publiacqua. Confrontandolo anche con la media nazionale. Da leggere assolutamente:
“Il calcolo dei ricavi del Metodo Tariffario Transitorio prevede l'individuazione del Vincolo ai Ricavi Garantiti di ciascun anno (VRG) secondo le modalità della formula che segue: VRG a = Capex a + Opex a + FoNI a + Rc a tot” Dove: VRG si è capito cos'è, Capex sono i costi delle immobilizzazioni, comprensivi degli oneri finanziari; Opex sono i costi operativi del gestore; il FoNI sono l'anticipo sugli investimenti; gli Rc a tot hanno a che fare con i conguagli. Un po' liberamente, ma non troppo, stralciato dalla Nota Integrativa al Bilancio del 2016 di Publiacqua Spa. Quanto riportato sopra, definito per legge, è il calcolo con cui si riconosce a Publiacqua un ricavo garantito e la ragione per cui Publiacqua non va mai in perdita. Bene, visto che è al 60% a capitale pubblico ( 48 soci pubblici, di cui Consiag Spa con circa il 25%, Comune di Firenze con il 21,66% ed una pletora di altri 45 comuni con piccole quote. Vaglia con l'0,061%. Poi c'è il socio privato al 40 %, Acque Blu Fiorentine, controllata da Acea da Roma). Il che vuol dire che ci sono dividendi che tornano nelle casse comunali. Questo anno l'utile netto è di circa 29 milioni di €; 302 mila € di più del 2015. Nell'assemblea dei soci di mercoledì è stato deliberato di riservarne il 60,2 %, 18 milioni, ai dividendi ai soci. Al Comune di Vaglia toccano circa 11.200 €. Si poteva fare a meno di spartirsi gli utili e di lasciare nella società i soldi per abbassare le tariffe? Dicono di no. E mi devo fidare perché, nonostante un paio di anni fa abbia fatto una mezza giornata di studio di aggiornamento, organizzata da una società partecipata da Publiacqua, proprio sulla composizione della tariffa....... ci ho capito il giusto: la formula introdotta all'inizio è solo un parziale assaggio di tutta la complessa questione. In house, per dirla sofisticatamente, all'interno del comune per dirla grossolanamente, non ci sono le professionalità che sanno navigare in questo mare torbido (e questo è il grosso gap che hanno tutti i piccoli e nemmeno tanto piccoli enti), per cui si annaspa. La ragione per cui, se anche si reinvestissero i dividendi nella società, non si arriverebbe ad un abbassamento delle tariffe sta proprio nella composizione della struttura del calcolo della tariffa. I dividendi, se andassero per esempio in opere di investimento, sarebbero poi calcolati sui ricavi dell'anno successivo come remunerazione di capitale, per cui si andrebbero comunque a sommare ai futuri dividendi.(!?) E allora?! La proposta dei Comuni, da un anno a questa parte, è di agire su due fronti: con l'AIT (Autorità Idrica Toscana) per riformare la tariffa ed in seconda battuta, inparticolare nell'ultima assemblea, con una mozione-richiesta che è stata fatta all'unanimità da parte dei soci pubblici alla Società di riduzione dei costi operativi. Cioè lavorare sull'efficienza rispetto a: pulitura caditoie, ripristino perdite e alterazioni stradali, manutenzioni ordinarie, miglioramento dei canali di comunicazione con le amministrazioni comunali e modulazione degli interventi in contraddittorio con questi. Vi confesso che patisco un senso di impotenza. Veniamo ad alcuni risultati del bilancio consuntivo del 2016. Publiacqua ha circa 590 dipendenti, di cui 250 operai; ha avuto 256 milioni di ricavi, di cui 216 dalle bollette del Servizio Idrico Integrato (acquedotto-fognatura); ha gli investimenti pro capite più alti della media nazionale, il 34% rispetto 26%, pari a 63 €; ha i costi operativi efficientabili (quelli contraibili) più bassi della media nazionale 52% rispetto a 62%. Costo medio per abitante servito uguale a 105 €; 109 €, media nazionale. (il costo a mc di acqua invece è superiore alla media nazionale perché la Società lo attribuisce alla difficoltà di captazione della risorsa ed alla dispersione territoriale delle utenze). Una voce che pesa nei costi non contraibili sono i canoni di concessione che Publiacqua paga ai Comuni per gli impianti. Per esempio, per quanto ci riguarda, la Società ci ha versato l'anno scorso 115.826 €. Nota. Finalmente un po' è piovuto. Basterà, però, appena a farci assaggiare un piatto di taglierini ai prugnoli. Almeno io spero per me. Ma ad oggi si è registrato un 10% in meno di precipitazioni stagionali. Dicono che con i 66 milioni di mc di Bilancino possiamo stare tranquilli fino a settembre.....


