Zazzerina sale e pepe, sorriso fresco, grandi occhiali, aria vispa e grande disponibilità con tutti. Angela con la sua parlata romana sciacquata da 37 anni in Arno in quella bottega c'è capita quasi per caso, quando ancora appesa al muro era la foto sbiadita della prima merceria di quello che all'epoca era un sobborgo di Firenze.
Poche case basse, molta campagna e il grande cantiere dello stadio comunale lì a due passi. Erano gli anni Venti quando in quella che oggi è via San Gervasio tirò su bandone la prima merceria, oggi unica della zona anche se in questi cent'anni tutto è cambiato.
Già la parola stessa merceria così romantica e desueta sembra fuoriuscire da un vocabolario polveroso fatto di cassettini pieni di cerniere e bottoni di ogni misura, fattura e materiale.
Questa era la merceria dove le tante sarte si fermavano quasi ogni giorno per scegliere una cerniera, i bottoni giusti per un certo soprabito, per azzeccare la sfumatura giusta del filo forte con cui rammendare i pantaloni.
Oggi però le sarte non ci sono più - sottolinea Angela che in quella merceria c'è entrata quasi 40 anni fa - un po' per colpa dell'anagrafe e un po' a causa della trasformazione sociale del nostro paese e della nostra città.
Il modernismo dell'usa e poi getta ha fatto passare di moda i pantaloni un po' consunti, ha tolto la voglia di cambiare i bottoni alla giacca e quanto all'hobby dell'uncinetto e della calza... roba da riviste ingiallite della nonna.
Le confezioni hanno spinto in un angolo degli scaffali bottoni, fili e cerniere e l'intimo e la corsetteria ha fatto la parte del leone. Quello che era un lavoro di minuteria e pazienza si è trasformato.
Angela lo sottolinea che il suo è un lavoro fatto di pazienza dove trascorri giornate intere in cui in bottega entrano tantissime persone per comprare piccola minuteria per un incasso di pochi euro. Serve passione ed Angela ce l'ha anche se nella vita aveva sempre fatto altro e mai avrebbe pensato di passare 40 anni della sua vita in una merceria. Angela sa guidarti per mano all'acquisto come un'amica fidata consigliandoti e stimolandoti sempre col sorriso sul volto, tutti i giorni, instancabilmente anche se tutti quei giorni, di tutti quegli anni di tutte quelle otto ore il giorno trascorse in piedi ad aprire cassetti, aprire scatole, mostrare maglie e bottoni incominciano a pesargli sulle spalle.
Le sartine non ci sono più da tanti anni ma questo 2020 strano ha fatto riscoprire a tanti italiani oltre alla voglia di pianificare quella di sfrerruzzare togliendo la polvere del tempo da gomitoli e usanze che pensavamo dimenticate.
Si torna a lavorare a maglia, racconta Angela, i tempi durante il confinamento si sono dilatati e si apprezzano i passatempi di una volta e mostra quasi stupita lo scaffale dei gomitoli di lana quasi vuoti
E forse torneranno anche le sartine dopo questa pandemia che tanto ha spazzato via e tanto ha riportato a galla,