Sono ricoverati in terapia intensiva neonatale ma stanno bene i tre neonati che ieri hanno visto la luce all’ospedale San Giovanni di Dio, nati da un parto trigemino che ha richiesto la messa in campo di una equipe multidisciplinare.
La singolare combinazione tra gravidanza multipla e presenza di placentazione anomala, ha comportato infatti che a lavorare insieme nel reparto di Ostetricia e Ginecologia diretto da Claudio Meloni e afferente al dipartimento Materno Infantile sotto la direzione di Alberto Mattei, fossero diverse equipe composte da ginecologi, anestesisti, urologi e radiologi interventisti, questi ultimi diretti da Massimo Falchini.
Prezioso anche il supporto delle ostetriche, dell’equipe di sala parto, della sala operatoria, dei tecnici radiologi e, non ultimo, dei neonatologi sotto la guida della direttrice della Pediatria Neonatologia, Beatrice Gambi. Fra gli altri sono intervenuti anche Roberto Giacomobono, direttore Urologia e Paolo Boninsegni, direttore Anestesia e Rianimazione. Un ottimo esempio di multidisciplinarietà alla cui organizzazione ha prestato la propria collaborazione la direzione sanitaria di presidio, nella persona del suo vicedirettore, Daniele Cultrera. Tutti uniti dallo stesso obiettivo: cercare la maggior sicurezza e il miglior risultato possibile per il paziente che in questo caso erano contemporaneamente quattro, la mamma insieme ai sui tre piccoli gemelli.
Qualche mese fa il servizio di diagnostica prenatale diretto da Adalgisa Cordisco, deputato al monitoraggio di gravidanze complesse, aveva preso in carico la futura mamma alla 15° settimana di gestazione con una gravidanza trigemina tricoriale (tre feti con tre placente).
La paziente è stata regolarmente seguita presso il punto nascita a Torregalli per il monitoraggio del benessere materno e dei tre feti, risultato sempre regolare.
Dallo studio placentare effettuato in considerazione del rischio di placentazione anomala, è stato riscontrato un quadro sospetto di “accretismo”.
L’accretismo placentare è una patologia in cui la placenta risulta difficilmente separabile dall’utero della mamma dopo la nascita e può comportare dei gravi rischi alla mamma dati dal sanguinamento e spesso comporta la perdita dell’utero.
Ieri come programmato, vista la raggiunta epoca ottimale per la nascita delle gravidanze trigemellari, si è dato inizio al concerto di tutte le equipe coinvolte iniziando dagli anestesisti per una complessa copertura del dolore, proseguendo con i ginecologi e con gli urologi, fino al taglio cesareo con la nascita dei tre neonati sani affidati prontamente, vista la prematurità, alle cure dei neonatologi.
L’intervento è proseguito regolarmente ed è stato possibile anche la conservazione dell’utero che in casi come questi è un’opzione chirurgica spesso intrapresa e talvolta inevitabile.