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Scoppio del carro: volo perfetto per la colombina

Il rito pasquale a Firenze come da copione. Oltre cinquemila persone in piazza Duomo.

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Volo perfetto della Colombina Volo perfetto della Colombina © Nopc
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È tornata nella sua antica veste la storica rievocazione dello Scoppio del Carro, la più antica tradizione popolare fiorentina che si tramanda ormai da oltre nove secoli e vuol ripercorrere le gesta dei fiorentini alle Crociate e del loro ritorno in città.
“È l’ultima Pasqua da sindaco e per me è una grande emozione. Le potrei raccontare tutte. E ricordo anche il periodo triste del Covid – ha detto Dario Nardella – quando tutte le tradizioni furono sospese. Però c’è stata anche la rinascita di Firenze e ci auguriamo che lo Scoppio del Carro ci porti gioia e prosperità come vuole la storia e la tradizione di Firenze. Vogliamo rilanciare la candidatura dello Scoppio del Carro nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità. Una Pasqua che mi rimarrà nel cuore”.

La colombina, davanti ad oltre cinquemila persone, ha compiuto un volo perfetto, segno di buon augurio: il razzo, che ha la forma appunto di una colombina, è partito dall’altare della Cattedrale nel momento in cui viene intonato il Gloria, ha acceso il Carro di Fuoco, detto “Brindellone”, posizionato tra Duomo e Battistero e poi, è tornata indietro. Secondo la tradizione se la colombina riesce a rientrare ci saranno buoni raccolti.

Tutto l’evento si è concluso con la messa celebrata dal cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.

La storia affida a Pazzino de’ Pazzi, al rientro da una crociata nel 1099, le origini dello Scoppio del Carro. Fu Pazzino, infatti, a riportare alcune pietre focaie del sepolcro di Cristo con le quali poi a Firenze venivano illuminate le celebrazioni del Sabato Santo. In un secondo tempo la cerimonia venne spostata alla Domenica di Pasqua e i fiorentini decisero di costruire un carro trionfale, trainato da buoi, che è stato portato in piazza Duomo con una processione attraverso il centro di Firenze. La forma attuale del carro risale al ‘600. Per tutto l’anno il “Brindellone” resta in un apposito deposito di via il Prato.

 

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