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Sesto Fiorentino: ambientalisti (e consorzi) in rivolta contro il taglio degli alberi a Monte Morello

Un taglio richiesto da un'azienda e autorizzato solo per alcune particelle e con una lunga serie di accortezze e prescrizioni...

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Monte Morello Monte Morello © Ok!News24
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E' sul piede di guerra la sezione fiorentina di Italia Nostra che tuona forte contro i tagli di bosco ceduo in corso, in questo momento, su Monte Morello, in località Fosso di Tassinaia.
Un taglio richiesto da un'azienda e autorizzato solo per alcune particelle e con una lunga serie di accortezze e prescrizioni da osservare, dalla Città Metropolitana di Firenze.
Con una lettera inviata nei giorni scorsi a a più destinatari (oltre alla Metrocittà, anche Regione, Soprintendenza, sindaco di Sesto Fiorentino) l’associazione chiede infatti di fermare l’intervento per alcune ragioni "prettamente ambientali":

"Dopo avere letto due perizie di due diversi dottori forestali – spiega infatti il presidente della sezione fiorentina di Italia Nostra Leonardo Rombai e dopo un sopralluogo effettuato in zona da un nostro socio abbiamo potuto constatare che gli alberi dell’area boschiva in questione hanno certamente un’età superiore al limite dei 50 anni previsti per l’autorizzazione al taglio del bosco ceduo. Da alcune foto aeree emerge come il bosco abbia come minimo 70 anni in alcuni punti".

Per Italia Nostra, però, le criticità sarebbero anche altre: "Dalle perizie infatti – prosegue Rombai – risulta che l’intera area boschiva, cui si accede dalla via di Starniano, risulta essere, letteralmente, ‘molto declive con pendenze superiori al 50%’ e anche lo stesso atto della Città Metropolitana che autorizza il taglio certifica che, almeno una parte dell’area, quella ‘in sinistra idrografica del Fosso di Tassinaia’ risulta essere classificata a pericolosità geologica molto elevata o elevata e anche in elevato dissesto. Visto il quadro la nostra richiesta è quella di bloccare prontamente i tagli del bosco che, invece, stanno proseguendo".

L’autorizzazione per i tagli riguarderebbe in totale 9 ettari ma in realtà la parte con alberi ad alto fusto si limiterebbe a 6.
Intanto una diffida al proseguimento dell’intervento arriva anche dal Consorzio Cogemo che gestisce l’acquedotto ed ha i depositi nella zona e che pone un problema diverso: la pista indicata per l’accesso ad una particella di proprietà del Consorzio stesso è infatti è la pista di accesso al serbatoio di Tassinaia attraverso la quale viene condotta l’acqua con tubi interrati ma superficiali.
Secondo il Consorzio, la pista non sarebbe adatta "all’uso di disbosco e trasporto del legname poiché non può essere percorsa con mezzi pesanti a causa del rischio di danneggiare i tubi sottostanti".

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