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Silvia Notaro e la sfida culturale di Borgo San Lorenzo: una visione per il futuro

Un'attenta riflessione di Alfredo Altieri sugli obiettivi dell'assessora per una nuova stagione culturale nel Mugello.

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Silvia Notaro Silvia Notaro © nc
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Alcuni giorni fa, la nuova assessora alla Cultura di Borgo San Lorenzo Silvia Notaro ha rilasciato un'intervista, dove faceva il punto su i suoi intenti, propositi e speranze da affrontare durante il suo mandato. Un incarico affatto semplice, non solamente per le scarse disponibilità, che da sempre affligge la voce Cultura (non solo a Borgo), a meno che non ci sia un cambio di passo, in questo senso, della nuova amministrazione borghigiana ma, soprattutto, perché dovrà confrontarsi con situazioni, persone ed eventi cristallizzati da anni, anche con buoni risultati e che hanno contraddistinto l'ambiente culturale borghigiano ma non solo.

Mi permetto di fare alcune riflessioni e valutazioni.
Un intento espresso dalla Notaro, che io trovo giusto e lungimirante, è quello di poter attivare una collaborazione più stretta tra le varie componenti mugellane, che rappresentano la Cultura in senso lato nel nostro Comprensorio. L'incontro risulterà senz'altro utile, confrontarsi con gli altri assessori alla Cultura del Mugello col chiaro intento di formare una “rete”, per gestire insieme le varie proposte e la promozione di eventi nei vari Comuni, per evitare sovrapposizioni e affollamenti e stilando un calendario condiviso, sulle varie iniziative che si svolgeranno sul territorio. Un primo passo, questo, che dovrebbe poi portare a collaborazioni sempre più strette.

A questo proposito, una domanda mi è sorta spontanea: Sarà capace la dottoressa di abbattere i “campanili culturali” che ancora contraddistinguono e che sono ben consolidati in questa nostra terra? Trovo, però, che questa sia la sfida più interessante e più bella che l'aspetta. Le auguro, davvero, di riuscire a centrare questo obiettivo, rappresenterebbe un momento di svolta culturale importantissima, dando l'avvio a enormi potenzialità finora inespresse.

L'assessora a poi auspicato, giustamente, un maggiore coinvolgimento dei giovani, che tanto potrebbero dare anche in questi ambiti e giovare non poco alla Comunità borghigiana; è necessario fare leva sulle loro passioni e competenze, che finora non hanno trovato, per vari motivi, una debita accoglienza e considerazione.

La dottoressa, nella sua lunga intervista, ha parlato anche degli eventi che hanno caratterizzato in senso positivo per il loro valore il panorama culturale mugellano, ossia: “Mugello da Fiaba” e “L'Ingorgo Letterario”, ormai in essere da alcuni anni e dove Notaro non esclude alcune modifiche, intese a valorizzarli ancor più; vi sono, poi, accenni anche alle rappresentazioni teatrali molto gradite dalla gente e un riferimento al Palio, sul quale ha dato una valutazione positiva, soprattutto per la sua capacità di coinvolgimento e di divertimento per i cittadini.

In questa sua disamina, non poteva mancare il museo borghigiano per eccellenza cioè il “Museo Liberty”. In questo caso l'assessora è stata piuttosto esplicita, affermando che il futuro del museo è strettamente legato al supporto indispensabile della Regione e, cosa altrettanto importante, riuscire ad allacciare rapporti con associazioni e città, che già fanno parte di un ampio circuito inteso a valorizzare sempre più il Liberty, sia a livello nazionale che internazionale e il Museo Liberty di Borgo San Lorenzo, ha tutti i requisiti per diventare un polo di attrazione di altissimo livello.

In questa sua visione d'insieme e di apertura, certamente l'assessora farà tesoro delle Proloco, che tanti meriti hanno, spesso anche di carattere culturale e delle tante e piccole Associazioni che con grande dedizione si “dedicano” alla Cultura e si spendono gratuitamente col solo intento di “dare conoscenza”.

E se mi è consentito, a proposito della Cultura spesso così sottovalutata se non bistrattata (con la cultura non si mangia!), ricordo a tutti noi che la Cultura è quella cosa che ci fa capire e ci rende consapevoli del luogo dove viviamo, della sua storia e delle sue tradizioni. Non solo salva dalla povertà educativa, ma ci rende liberi, genera condivisione, comprensione per l'altro e costruzione di nuovi legami. Serve, anche, ad aver cura del luogo dove viviamo, può essere un antidoto alla spopolamento, alla salvaguardia e alla difesa del territorio. Non dimenticando che la conoscenza non è sinonimo di solo nozionismo, ma è la chiave di volta per avere una persona preparata ad affrontare la vita con un bagaglio di competenze e capacità importanti.

Alfredo Altieri

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