Il 22 Maggio alle ore 10:30 presso l'Hotel M. D'Azelio in via cavour 18 a Roma si svolgeranno gli stati generali contro l'eolico e il fotovoltaico a terra. Rappresentanti delle comunità rurali, collinari, montane e insulari d'Italia, custodi di una ricchezza culturale e naturale inestimabile, hanno preso posizione nei recenti Stati Generali delle Aree Interne contro l'espansione indiscriminata degli impianti eolici e fotovoltaici a terra. Questi territori, spesso percepiti come marginali, si trovano al centro di una battaglia contro progetti di industrializzazione che non tengono conto delle peculiarità locali e minacciano di devastare il patrimonio ambientale senza portare benefici economici significativi alle comunità.
Nelle ultime due decadi, l'installazione di infrastrutture energetiche su vasta scala ha già trasformato drasticamente regioni come la provincia di Foggia, dove oltre 1.600 torri eoliche e ampie distese di pannelli solari hanno rimpiazzato gli usi agricoli del suolo. Con il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC), l'Italia si prefigge di aumentare significativamente la capacità installata, prospettando una "foggianizzazione" estesa a tutto il territorio nazionale entro il 2030.
Le comunità rappresentate agli Stati Generali lamentano una trasformazione che non solo degrada il paesaggio ma minaccia direttamente la biodiversità e la sopravvivenza di specie protette, con impatti irreversibili su flora e fauna. A fronte di ciò, le richieste avanzate mirano a una moratoria immediata sulle nuove autorizzazioni per gli impianti di energia rinnovabile, insistendo sulla necessità di definire aree idonee per tali installazioni, che rispettino l'integrità ecologica e paesaggistica delle regioni.
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Le proposte includono l'abolizione di incentivi per le tecnologie considerate mature, la promozione di installazioni su superfici edificate o degradate e la creazione di una piattaforma digitale nazionale che renda trasparenti tutte le informazioni relative agli impianti esistenti e previsti. Questa piattaforma faciliterebbe la supervisione e la gestione del patrimonio energetico nazionale, garantendo che ogni progetto rispetti pienamente le normative ambientali e le esigenze delle comunità locali.
Il forte appello di questi custodi del territorio evidenzia un crescente dissenso verso politiche energetiche percepite come top-down e inadeguate alle realtà locali, sottolineando l'urgente necessità di un approccio più equilibrato e sostenibile alla transizione energetica in Italia.