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Storia di un falco ferito e di burocrazia. Accade in Mugello

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Storia di un falco ferito e di burocrazia. Accade in Mugello Storia di un falco ferito e di burocrazia. Accade in Mugello © n.c.
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Una lettera (firmata) su un nuovo caso di un falco ferito e delle difficoltà incontrate da chi voleva soccorrerlo:

Giovedì 1 settembre, ore 8 del mattino . Cammino con il mio cane lungo la Provinciale Sagginalese nel comune di Dicomano, nel tratto precedente poche centinaia di metri dal confine con il Comune di Vicchio, quando su una macchia di rovi scorgo, accovacciato e palesemente stordito, un bellissimo rapace. Telefono a mio marito e gli chiedo a chi rivolgermi per soccorrere il volatile. Mi dà il numero dell’emergenza dell’Unione dei Comuni del Mugello. Chiamo, mi risponde una signora che informo della presenza dell’animale ferito. Mi risponde prima di rivolgermi ai Vigili di Dicomano, alla mia osservazione che Dicomano fa parte dell’Unione Mugello, replica testualmente : ” Sì, sulla carta, ma chi lo conosce il territorio?" Poi mi racconta che anche a lei era capitato di fare un incontro simile e che se lo era portato a casa. Osservo che sono in compagnia di un cane da caccia e che il becco del rapace se pur bello non è tranquillizzante. Allora mi suggerisce di chiamare la polizia provinciale di cui mi fornisce il numero. Chiamo la polizia provinciale e mi dicono che la competenza è dei comuni, alla mia osservazione che il numero me l’ha fornito proprio la postazione di emergenza dell’Unione mugellana, con stupore mi si ribadisce che è da marzo scorso che sono state comunicate a tutti gli Enti locali le competenze al riguardo. Che dire, si vede che alla vigilessa del Mugello la circolare era sfuggita! Nel frattempo arrivano due signore e insieme valutiamo che la povera bestia non può essere abbandonata sui rovi sul bordo della strada. Una di loro chiede informazione al 112 che, a sua volta, rimanda ai vigili, poi ad un veterinario. E’ trascorsa più di un ‘ora da quando ho avvistato l’animale ferito e devo tornare necessariamente a casa. Lascio le due signore sulla postazione, avverto un cacciatore che abita vicino che si prodiga per avvertire il Centro rapaci di Vicchio, ma… è chiuso per mancanza di fondi. Più tardi le signore mi fanno sapere che sono accorsi intorno alle 11 sia i Carabinieri ed il veterinario, prospettando alle donne l ‘opportunità di portare loro il rapace a Prato . Ma quando il veterinario si avvicina l’uccello tenta di volare e cade nel campo sottostante poi riparte verso la Sieve…. Forse ha raccolto le sue ultime forze e ha deciso di morire libero , piuttosto che nelle mani di una burocrazia inadempiente e inefficace! Sì, inadempiente e inefficace, perché al momento che un cittadino si rivolge per un’emergenza all’autorità competente, questa non può declinare la responsabilità sul cittadino stesso, ma deve prendersene carico e provvedere alla soluzione del problema. Questo è il primo aspetto da rilevare. Il secondo, più specifico, se le amministrazioni locali hanno deciso per l’unificazione del Corpo della Polizia Municipale, è quanto meno inopportuno rilevare che tale unione è solo sulla carta. Se esistono problemi interni o organizzativi non può essere certo il cittadino a farsene carico. Terzo, per spirito di collaborazione fornisco sintesi della normativa che pare sconosciuta ad alcuni operatori del settore: Dal 1 gennaio 2016 la competenza per il servizio di eventuale recupero e soccorso di animali feriti o in difficoltà (prevalentemente mammiferi ed uccelli) ad esempio nel caso di ferite da armi da fuoco, per sinistri stradali o per presunti avvelenamenti, è posto in carico alla Regione Toscana che si avvale della convenzione stipulata con i medici veterinari del territorio provinciale e di appositi centri di recupero della fauna selvatica. Sarà sufficiente agli addetti delle varie amministrazioni cercare i numeri di riferimento. Lettera firmata

 

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