C’è vita sotto la Pieve? Il Comune di Barberino Tavarnelle affida le risposte alla scienza dell’antichità, a quella disciplina che studia e ricostruisce le civiltà del passato e le loro relazioni con l’ambiente e il territorio circostante.
Da alcuni giorni sono ripartiti gli scavi nell’area adiacente alla Pieve di San Pietro in Bossolo, a Tavarnelle Val di Pesa, nell’ambito del progetto di ricerca archeologica, finanziato dal Comune, ottenuto in concessione dal Ministero per i Beni Culturali e realizzato dai Laboratori Archeologici San Gallo.
L’indagine è volta a ricostruire le principali fasi di vissuto di ciò che è affiorato nelle precedenti campagne di scavo e sta affiorando attraverso le indagini stratigrafiche in corso. La ricerca, che ha preso avvio nel 2020, mira alla definizione dell’identità delle strutture e dei reperti messi in luce dal team di archeologi, incaricato dall’amministrazione comunale.
Lo scavo ha permesso fino a questo momento di rilevare parti di strutture murarie significative, identificate come fondazioni di un edificio, un considerevole quantitativo di frammenti di ceramica di epoca romana, tardo antica e medievale e una sepoltura, rinvenuta lo scorso anno, che potrebbe essere fra le tracce di vita più antiche del sito.
“L’indagine prosegue – dichiara il sindaco David Baroncelli - approfondisce e si amplia per un altro ciclo di scavi con l’intento di stabilire l’identità e la consistenza delle strutture e i depositi archeologici, continuiamo ad attuare un piano di interventi esteso e intensivo affinché si possa giungere ad una rilettura complessiva del sito di San Pietro in Bossolo”.