
L'installazione di una statua raffigurante una donna nera in Piazza della Signoria, opera dello scultore britannico Thomas J Price, ha suscitato un acceso dibattito politico e culturale a Firenze. Fratelli d'Italia ha espresso una netta opposizione all'iniziativa, definendola un esempio di "cancel culture" e contestandone la collocazione in uno spazio caratterizzato da un forte valore storico e artistico legato al Rinascimento.
Il consigliere comunale Alessandro Draghi ha criticato la visione dell’artista, secondo cui l'opera intende rappresentare una figura femminile libera in un contesto tradizionalmente dominato da riferimenti al potere maschile. Secondo Draghi, tale interpretazione sarebbe errata e non terrebbe conto della presenza storica di figure femminili nell’arte rinascimentale, come Giuditta, immortalata da Donatello e Caravaggio.
La polemica si inserisce in un dibattito più ampio sull'interpretazione dell'arte e sull'influenza delle nuove correnti culturali nella lettura della storia. Fratelli d'Italia ha denunciato quella che definisce una "deriva woke", accusando la sinistra fiorentina di promuovere un'ideologia che, a loro avviso, tende a cancellare le radici storiche e culturali europee in favore di una visione globalista e massificante.
Il consigliere ha inoltre espresso perplessità sulla scelta del soggetto della scultura, rappresentante una donna intenta a osservare il cellulare, sostenendo che un simile elemento poco si concili con l'iconografia classica delle opere presenti nella piazza, come il David di Michelangelo o il Perseo di Benvenuto Cellini.
Il dibattito sull'opera di Price riflette la più ampia discussione sulla reinterpretazione degli spazi pubblici e sul confronto tra tradizione e contemporaneità nell'arte. La statua continuerà a essere oggetto di confronto tra visioni culturali contrapposte, mentre il contesto politico locale rimane diviso sulla sua presenza in una delle piazze più iconiche di Firenze.