Se nel 2019 la sua vittoria alla testa della lista civica "Insieme per Londa" è giunta quasi a sorpresa, sul filo di lana e per pochi voti a spezzare il dominio DEM, le elezioni del giugno scorso, quelle della riconferma, sono state un autentico plebiscito. I suoi cinque anni di amministrazione sono stati premiati con un risultato schiacciante del 71,48% e 747 voti contro il 28,52% e 298 voti del rivale Niccolò Palanti, candidato sindaco di una civica appoggiata da tutto il centrosinistra.
Verace, sanguigno, concreto e diretto, Tommaso Cuoretti, nato a Firenze nel caldo luglio del 1975, laureato in scienze motorie e fisioterapista di professione, è un uomo prestato alla politica. Dopo un "colpo di fulmine" con il Movimento Cinque Stelle, che l'ha portato a sedere sui banchi del consiglio comunale nel 2014, ha creduto nel civismo, si è "messo in proprio" e ha creato, con un gruppo di compaesani, la lista "Insieme per Londa". Questa lo ha portato sulla poltrona di primo cittadino per la seconda volta.
I clamori, anche nazionali, suscitati dalla sua "occupazione" simbolica dell'istituto bancario che voleva chiudere il suo sportello abbandonando il paese, lo hanno reso un paladino nazionale contro l'abbandono e la desertificazione delle aree interne. Un successo amministrativo, ma anche politico, che lo proietta a buon titolo fra gli "emergenti" della politica nazionale.
Tommaso, qual è stato il suo primo pensiero appena ha saputo di avercela fatta, dato che fino all'ultimo è stato anche titubante sul secondo mandato?
Ho pensato che gli uomini e le donne di Londa ci hanno riconosciuto l'impegno profuso e i risultati dei nostri cinque anni di amministrazione. Un 71% di consenso è stato sicuramente un risultato enorme e storico, ma è anche un impegno a fare ancora meglio e ancora di più per non tradire la fiducia dei nostri concittadini.
Confessi: ci credeva o ci sperava di riconfermarsi sindaco?
Sono sincero: ci credevo e ci speravo, ma rimane sempre il dubbio, perché si sa che le urne possono riservare delle sorprese...
"Dove eravamo rimasti": qual è quel progetto che aveva il cruccio di aver lasciato a metà e che vuole portare avanti?
Tanti, davvero tanti. Dallo storico chalet del lago da riportare all'antico splendore, alla realizzazione della pista ciclabile, fino alla nuova area attrezzata da completare a Poggio Ratoio. Insomma, i progetti non mancano e adesso lavoreremo a testa bassa per metterli a terra.
A lei l'onore e l'onere di portare avanti i progetti del PNRR. A quale ci tiene di più?
Sicuramente è davvero un onore e un onere. Lavoreremo alla riqualificazione complessiva di tutta l'area del lago, finanziata da ben tre progetti del PNRR: un unicum per i piccoli comuni, un risultato raggiunto di cui siamo orgogliosi.
I suoi primi 100 giorni da sindaco come sono stati? (Sia sul piano personale che amministrativo-politico)
Sicuramente più facili rispetto ai miei primi 100 giorni di cinque anni fa. Almeno per il momento, conosco la macchina comunale e ho la possibilità di portare avanti le politiche progettate negli scorsi cinque anni.
Qual è, se dovesse sceglierne uno solo, il progetto del suo programma di mandato a cui tiene di più e che fra cinque anni potrà farle dire: "Ce l'ho fatta"?
Sicuramente l'area feste per le associazioni del paese.
È più difficile, a suo avviso, essere scelti sindaco per la prima volta o riconfermarsi?
È sempre difficile. La prima volta i cittadini ti scelgono per provare a cambiare, nella seconda devi dimostrare che non hanno sbagliato a sceglierti ancora.
Sicurezza dei cittadini, mobilità, eventi naturali e loro prevenzione, salute e sanità, infrastrutture, scuola e giovani, cultura e turismo: dovesse farne una classifica delle sue priorità, come le metterebbe in fila?
Difficile scegliere. Sono tutti molto importanti e speriamo di riuscire a dare la stessa importanza a tutte queste tematiche.
Coi suoi concittadini si dà del "tu" o del "lei"?
Sarò rapido in questa risposta: ovviamente del "tu".
Ha mai pensato in questi 100 giorni: "Chi me l'ha fatto fare"?
Tutti i giorni lo penso. Lo faccio da cinque anni, ma poi prevale in me la passione per il mio paese e per quello che faccio, e me ne scordo fino alla problematica successiva.