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L'acqua di san Giovanni: un rito da recuperare

Fiori ed essenze per uno dei riti propriziatori della notte di San Giovanni

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iperico iperico © pixabay
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Molte persone questa mattina sui social hanno messo immagini della loro “acqua di san Giovanni” con cui questa mattina, secondo tradizione, si sono lavate il viso. Il dato potrebbe far riflettere e ci proponiamo di approfondire ma ciò che ci interessa ora è proprio l’Acqua di San Giovanni.

Nella notte tra il 23 e il 24 giugno infatti si prepara l’acqua di san Giovanni che possiede, secondo le leggende, grandi poteri curativi e non solo. Infatti l’acqua di San Giovanni ha anche un forte potere di protezione personale e per gli eventi anche atmosferici.

Un rito propiziatorio antico. La notte del solstizio d’estate è stata ritenuta magica dalla notte dei tempi. E’ un simbolo di rinascita.L’uomo nel passato aveva un rapporto intimo con la natura e rispettoso tanto da dedicarle riti a simboleggiare morte e rinascita nel continuo scambio delle stagioni.
Si accendevano grandi falò a rappresentare il sole e si preparava l’acqua di San Giovanni per fare tesoro della rugiada come simbolo della notte e della luna.

Nel mazzetto di fiori indispensabile “L’erba di san Giovanni” ovvero il prezioso e curativo iperico che con i suoi fiorellini gialli stellati ricopre un ruolo importante. A seguire malva, artemisia, menta, lavanda, papaveri, camomilla, rose e tutte le fioriture spontanee intorno a noi in questo preciso momento.

Un rito con grande valenza simbolica che oggi può rappresentare un momento di partecipazione con i cicli della natura spesso sempre più dimenticata.

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