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Tozzi (FdI): “Secondo Ponte sull’Arno in Valdarno, il Pd svicola dalle proprie responsabilità. Serve chiarezza su studio di fattibilità”

Chiediamo che i risultati di questo studio siano quanto meno resi noti, poiché è inutile finanziare l’ennesimo studio...

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La consigliera regionale Elisa Tozzi di Fratelli d’Italia La consigliera regionale Elisa Tozzi di Fratelli d’Italia © GT
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Elisa Tozzi, consigliera regionale di Fratelli d'Italia, critica il Partito Democratico per la mancanza di trasparenza e ritardi riguardo la realizzazione del secondo ponte sull'Arno in Valdarno. Tozzi sottolinea che lo studio di fattibilità è stato consegnato ad aprile 2024, costando 200 mila euro alla Regione, ma ora sono richiesti ulteriori 40 mila euro per "approfondimenti" non chiari.

“Abbiamo certezza (oltre che la relativa documentazione) che lo studio di fattibilità sul secondo ponte è stato consegnato alla città metropolitana già ad aprile 2024 ed è costato, alla Regione, 200 mila euro. Oggi si apprende che ne dovremmo aggiungere, come Regione, altri 40 mila per non meglio precisati “approfondimenti”. Mi chiedo quanto ancora occorrerà attendere per avere un quadro chiaro sulla fattibilità di un’opera attesa da decenni sul nostro territorio. Perché il Pd gioca alle tre carte?

Chiediamo che i risultati di questo studio siano quanto meno resi noti, poiché è inutile finanziare l’ennesimo studio di fattibilità con il rischio che resti ancora “lettera morta” senza un impegno  sul finanziamento dell’opera. Ho chiesto che la Regione Toscana si impegni a cercare sin da ora i finanziamenti per l’opera, anche valutando di utilizzare i fondi Fesr europei, destinati agli investimenti, utilizzando quelle risorse liberate anche grazie ai fondi di sviluppo e coesione riconosciuti  dal governo Meloni alla Toscana.

Ci è stato risposto che è  prematuro l’impegno perché non sappiamo il costo; ma il costo dell’opera è scritto nero su bianco nello studio: sono 18 milioni. Quindi ci sarebbero in realtà già le basi, se il Pd regionale vorrà, per fare un ulteriore passo avanti verso la realizzazione di quest’opera.

Alle enunciazioni di principio dovrebbero seguire i fatti e quindi non capiamo questo ennesimo diniego a dare impulso all’opera, pur dichiarandosi favorevoli. Il Valdarno ha visto troppe promesse e pochi fatti negli ultimi decenni”.

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