L'angolo via Lamarmora, via Venezia © Facebook
Mettiamo in scena una situazione paradossale: una grande scuola, che accoglie bambini e ragazzi dai 0 ai 18 anni, comprensiva di asilo nido, scuola dell'infanzia, primaria, secondaria e due indirizzi di liceo, situata in una storica strada elegante e signorile di Firenze, viene coinvolta in un progetto che sembra ignorare le implicazioni di sicurezza e salute pubblica.
La costruzione di una linea tramviaria, già al centro di polemiche per i lunghi tempi di realizzazione e i costi per chilometro, aggiunge una fermata proprio davanti all'ingresso della scuola. Questa scelta non solo priva l'istituto di una via di fuga adeguata in caso di evacuazione, ma crea un serio problema logistico: i ragazzi, in un'emergenza, si ritroverebbero costretti su uno stretto marciapiede, ostacolati dalla presenza della fermata e, ancora peggio, da due massicci armadi elettrici installati proprio lì.
Se già la posizione della fermata aveva sollevato dubbi sulla sicurezza dei ragazzi, l’aggiunta dei due grossi armadi elettrici, collocati proprio in corrispondenza della fermata, ha fatto indignare ancora di più.
Dio non voglia che si verifichi un incendio — un rischio non così remoto, considerando la presenza di due grandi armadi elettrici — ma anche volendo scartare questa ipotesi pessimistica, ci si dovrebbe interrogare su un’altra questione: quali dati abbiamo, ammesso che esistano, sull’elettrosmog prodotto da queste cabine? Come si intende garantire la salute di bambini e ragazzi, dato che è noto che l’esposizione ai campi elettromagnetici generati da strutture elettriche è associata a patologie anche gravi?
Dalla scuola tutto tace, così come dal Gest e dal Comune, con buona pace della salute di tutti.
