Vaglia. Truffato dal falso architetto 'Giustizia, dopo anni' © n.c.
Una vicenda che inizia nel 2009, quando un noto chirurgo acquistò una villetta a Vaglia e si affidò per le opere di ristrutturazione a un architetto della zona. Solo che poi emerse che l'architetto in realtà non era architetto e che eseguiva i lavori senza aver chiesto i necessari permessi. E, se inizialmente il Tribunale aveva condannato proprietario e (sedicente) architetto per abuso edilizio, ora la Cassazione ha ribaltato la sentenza e scagionato il proprietario che aveva agito in buona fede. Ecco il resoconto della storia fatto da chi l'ha seguita fin dall'inizio:
Un noto chirurgo alla fine del 2009 aveva compromesso in acquisto una villetta in Via Del Torrino a Vaglia con l’intermediazione di un sedicente Architetto di zona A.F. di anni 65 che aveva proposto di fare il progetto di ristrutturazione e gestire tutti i lavori necessari. Il valente architetto era stato raccomandato al medico da una sua fidata ferrista di sala. I lavori erano partiti, se non che il committente subito nei primi di dicembre 2009 aveva chiesto al tecnico di esibire le autorizzazioni amministrative per le opere interne e le aperture di alcune finestre, ma il tecnico aveva cominciato a tergiversare, rinviando l’esibizione con pretesti vari . Prima di Natale 2009 il medico aveva fermato tutti i lavori in attesa di chiarimenti minacciando di non pagare il tecnico farlocco. Infine a gennaio 2010 il committente scopriva che il l’architetto a cui aveva affidato i lavori non era un tecnico abilitato alla professione, ma bensì un soggetto che in gioventù aveva frequentato la facoltà di architettura a Firenze, senza però concludere gli studi. Allontanato il finto architetto il committente si era rivolto ad un tecnico abilitato per verificare lo stato della pratica ed ottenere tutte le autorizzazioni del caso. Ma il finto architetto che nel frattempo voleva riscuotere il lavoro fino ad allora eseguito provocata una accesso della polizia municipale la quale deferiva architetto e committente all’autorità giudiziaria. Medio tempore il committente effettuare le opere di ripristino e sanatoria degli abusi edilizi che erano stati rilevati e successivamente con il proprio tecnico otteneva dal Comune di Vaglia un regolare permesso di costruire per concludere la ristrutturazione della casa. La Procura della Repubblica di Firenze rinviava a giudizio avanti la Sez. distaccata di Tribunale di Pontassieve il finto architetto per truffa e esercizio abusivo della Professione tecnica ed il medico, unitamente al finto architetto, per abuso edilizio per aver effettato lavori edili in assenza delle autorizzazioni di legge. Alla ex sezione di Tribunale di Pontassieve il committente si costituiva parte civile conto il falso architetto, ma al tempo stesso si difendeva quale imputato di abuso edilizio. Dopo una istruttoria lunga e farraginosa il 6.12.2012 il Tribunale di Pontassieve condannava committente e falso tecnico per abuso edilizio a sei mesi di arresto e 20 mila euro di ammenda ed il secondo ad un mese di reclusione per esercizio abusivo della professione tecnica. Agli imputati non veniva concessa ne’ condizionale ne’ attenuanti generiche. Detto Tribunale riteneva che il medico si fosse accordato con il finto tecnico per risparmiare soldi e tempo intendo procedere abusivamente a fare i lavoro. Ancora il Tribunale con una serie di calcoli riteneva illegittimo il permesso di costruire rilasciato al medico per omissioni del Comune e del tecnico del committente asseveratore e per lo scopo inviava tutti gli atti della procedura edile amministrativa alla procura della repubblica per quanto di sua competenza. Inoltre il falso architetto veniva assolto dalla imputazione di truffa ai danni del committente. Il committente ricorreva alla Corte di Appello di Firenze, ritenendo la sentenza di primo grado fuorviante e completamente errata, per quanto lo concerneva. La Terza Sezione Della Corte di Appello Firenze in data 22.5.2015 in parziale accoglimento dei motivi di appello del medico imputato, per i soli effetti civili, condanna il falso architetto per truffa ed al risarcimento dei danni subiti dalla patte civile costituita, con una provvisionale in favore di questa di €. 10,000/00, riduceva la condanna al medico a venti giorni di arresto, 8000 euro di ammenda e gli concedeva tutti i benefici di legge (attenuanti generiche e sospensione condizionale della pena) e confermava la condanna al falso architetto. La Corte di appello tra l’altro riteneva errata la ricostruzione dei fatti come effettuata dalla giudice della Sezione di Tribunale di Pontassieve in quanto il medico era da ritenersi in completa buona fede e lo stesso non aveva stretto alcun sodalizio criminoso con l’architetto abusivo il quale doveva anche essere ritenuto autore della truffa in danno del committente. Al medico, però, la Corte di Appello contestava una leggerezza di non aver richiesto con maggiore vigore l’esibizione dei documenti autorizzativi amministrativi per effettuare le attività edilizie. Il Giudice di appello poi riteneva perfettamente corretta l’attività dell’Ufficio tecnico del Comune di Vaglia nel rilascio del permesso per costruire al medico. Infine il medico ricorreva in Cassazione ritenendo di aver sempre agito in buona fede e di essere stato truffato da un tecnico falso e che, appena accortosi della truffa, lo stesso aveva subito sospeso i lavori per rivolgersi ad un tecnico regolarmente abilitato per riportare il tutto in termini di legalità. La Cassazione pochi giorni fa ha ritenuto ammissibile il ricorso del medio ed ha annullato senza rinvio la sentenza della corte di Appello di Firenze che lo condannava. In tutti i tre i gradi di giudizio il dott. L.S. è stato assistito dall’avvocato cassazionista Enrico Poggiali il quale commenta: “è proprio vero che la giustiza è un dea, talvolta sfuggente, ma che si rivela a chi crede in lei.” Nella foto (qui sopra): l'avvocato Cassazionista Enrico Poggiali