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Una storia mugellana. Il Maestro di Montefloscoli

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Una storia mugellana. Il Maestro di Montefloscoli Una storia mugellana. Il Maestro di Montefloscoli © n.c.
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Il maestro di Montefloscoli, dal Mugello all'Europa. Nei prossimi giorni a Firenze verrà battuta all’asta un’opera d’arte del primo ‘400 che ha molto a che fare col Mugello. Si tratta di una piccola tavola di legno attribuita al “Maestro di Montefloscoli”. Ma chi era questo artista dall’appellativo così indigeno? Di lui sappiamo solo che la sua opera più importante era il polittico cosiddetto “Madonna della cintola” custodito fino a qualche anno fa nella chiesa di Santa Maria a Montefloscoli ed ora esposto al Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico” di Vicchio (questo polittico precedentemente era stato attribuito ad Agnolo Gaddi, ma ad oggi non si suppone più che sia suo). Come artista è stato attivo nella prima metà del ‘400 e di lui conosciamo poco meno di una quarantina di opere. Molte sono esposte nei musei ad Avignone, Digione, Praga, Vienna, Torino, Novara, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli ma quelle che ancora si trovano “in loco” sono esposte alla devozione dei fedeli nelle varie chiese dei dintorni di Firenze, soprattutto a Pelago, per giungere infine nel Senese e in Lunigiana. Di lui non conosciamo il nome di battesimo ma molti studiosi dell’arte, dall’Offner al Longhi e infine allo Zeri hanno riconosciuto in queste pitture la stessa mano che le ha dipinte ed hanno deciso di chiamarlo “Maestro di Montefloscoli” proprio perché la sua opera più importante e bella, il suo capolavoro, è quel polittico custodito in Mugello e che per secoli è stato esposto alla venerazione dei fedeli della piccola omonima chiesa di origine romanica. È stato detto che sia un erede della tradizione tardo – gotica fiorentina di Lorenzo Monaco e che ne offra un’interpretazione più provinciale e semplice, quasi ingenua ma sempre degnissima. Quasi tutte le sue opere sono poi di dimensioni ridotte il che fa supporre che lavorasse più per committenze private (per soddisfare la devozione di abbienti personaggi che potevano così avere un piccolo e pregevole tabernacolo in casa) che non per le parrocchie per le quali di solito si preparavano grandi pale d’altare ed elaborati polittici. Della “Madonna della cintola” Francesco Niccolai, cent’anni or sono, ci racconta che fu commissionato per la chiesa di Montefloscoli da Lorenzo Cristofano Giovanni di Bartolomeo di Ser Santi Bruni, della notabile famiglia dei Bruni che ebbe per qualche secolo il patronato sulla chiesa di Montefloscoli prima ancora dei Marchesi Ridolfi e dei Conti Mancini. L’opera che andrà all’incanto tra pochi giorni, “Madonna con bambino tra Sant’Antonio, San Giovanni Battista, Santa Caterina d’Alessandria e Santo Vescovo” e di cui non si conosce l’originaria collocazione e provenienza se non che è apparsa sul mercato negli anni ’70 del secolo scorso, è esposta al pubblico a Palazzo Pandolfini a Firenze e benché le sue dimensioni siano più piccole di un foglio di giornale, la stima del suo valore è molto alta. Fortunato chi se la potrà aggiudicare, poiché oltre a portarsi a casa un piccolo gioiello, si porterà anche un pezzo di Mugello. Giovanni Cantini

“Madonna con bambino tra Sant’Antonio, San Giovanni Battista, Santa Caterina d’Alessandria e Santo Vescovo”, Firenze, Asta Pandolfini “Madonna della cintola”, Vicchio, Museo di Arte Sacra e Religiosità Popolare “Beato Angelico”

 

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