Paterno. © n.c
Paolo Chiarini, candidato per i 5 stelle alle Regionali, ha diffuso questa bella immagine aerea della cava di Paterno, riferendo di averla 'trovata' presso il municipio di Vaglia. Vi si vede la cava nella sua interezza (ancora non c'erano i rifiuti abbandonati), scattata nel 1990, quando il sito era ancora in attività. La sottoponiamo all'attenzione dei lettori in quanto può essere utile per rendersi conto delle dimensioni della cava e della portata delle escavazioni. Pubblichiamo qui sotto anche il lungo comunicato in materia diffuso dal candidato. Che ricostruisce l'evoluzione e la storia della vicenda 'Paterno':
Nei corridoi del comune di Vaglia, appesa al muro, ho trovato questa bella immagine aerea della Cava di Paterno vista dall’alto. La foto è datata Agosto 1990, quando la cava era ancora attiva e si udivano di tanto in tanto, frequentando quelle zone lungo il Torrente Carzola, i fragori degli esplosivi per la frantumazione della roccia. La cava avviata nel dopoguerra produceva la famosa “Calce di Paterno” a partire dall’estrazione delle rocce calcaree di cui è composta la montagna della formazione di Monte Morello. In quegli anni, forniva lavoro al paese e in questa cava ci ha lavorato pure mio nonno negli anni ’50-’60, deceduto poi, non troppo anziano, di silicosi. D'altronde tutto ciò che ci circonda, i materiali che impieghiamo nella nostra vita ed in particolar modo nell’ambito delle costruzioni (materiali lapidei, laterizi, metalli e cementi) comportano l’utilizzo di materie prime del sottosuolo derivanti, in un modo o in un altro, dall’estrazione delle risorse minerarie. L’importante è il loro ragionevole utilizzo, controllato e sostenibile.
Essendo quindi il nostro sviluppo e la nostra vita connessa a queste esigenze, l’estrazione dei materiali e la loro produzione è necessaria, ma deve essere inquadrata e regolamentata nell’ottica di un contesto di sostenibilità, con un utilizzo razionale che permetta la disponibilità della materia prima anche nel futuro, controllando l’impatto ambientale e mediante un sensato impiego, riusando e riciclando i materiali al fine di contenerne l’intensità estrattiva. Un legante è una sostanza in polvere ottenuta per macinazione di rocce naturali e da una successiva fase di cottura che, impastata con acqua, da origine ad una massa plastica modellabile, la quale subisce con il tempo un progressivo processo di presa e indurimento fino a raggiungere un’elevata resistenza meccanica, a seguito delle reazioni chimiche che avvengono durante i processi di idratazione. La calce è un materiale legante da costruzione, che viene ottenuto per macinazione e cottura di rocce calcaree. Nel 2000 l’attività estrattiva termina, ma il cementificio continua a produrre, reperendo le materie prime da altri luoghi. Nel confezionamento iniziano ad esserci conferiti materiali e sostanze dubbie e l’attività prosegue fino al 2005, anno in cui cessa anche la produzione di calce. In seguito vengono stoccati nell’area del cementificio sacconi contenenti sostanze derivanti da uno smaltimento illecito di rifiuti e di varia provenienza. Rimane oggi una montagna sventrata, con le parete rocciose a picco segno dell’escavazione e che necessita di un ripristino ambientale. Nel piazzale antistante sorgono silos, capannoni e altri immobili ormai fatiscenti dell’ex stabilimento industriale, segno di un’attività passata. Nel 2010, dall’allora Sindaco di Vaglia, viene proposto alla Provincia di Firenze di inserire il sito dell’ex cava Paterno nell’iter procedurale per le discariche, al fine di accogliere anche rifiuti speciali contenenti amianto. Inizia una fase di fallimenti, liquidazione e acquisti, mentre iter burocratici individuano l’area dell’ex cava come adibita a discarica di rifiuti speciali all’interno del Piano Provinciale dei Rifiuti.
Negli anni 2012, iniziano le segnalazioni di stoccaggio illecito, parte un esposto per presenze di sostanze anomale che danno il via alle indagini. A fine 2012, la Provincia approva il Piano interprovinciale per la gestione dei rifiuti, nel quale è inserita la previsione di una discarica di amianto a Paterno. Nel 2013, anche in seguito a mobilitazioni cittadine, viene presentata un’ordinanza di rimozione e caratterizzazione dei rifiuti e, nel 2014, viene posto sotto sequestro il sito dell’area ex cava, nell’ambito dell'indagine dell'Autorità giudiziaria volta a contrastare il traffico illecito dei rifiuti ARPAT – congiuntamente al Corpo Forestale dello Stato e all'Agenzia delle Entrate. L'indagine parte dal ritrovamento di circa 1300 tonnellate di sabbia fine, contenuta in grosse big bags stoccate all'interno dell'area, identificate come residui di lavorazione, e risultanti rifiuti speciali pericolosi, che invece di essere correttamente smaltiti sono stati venduti come sottoprodotto, accompagnati da una scheda tecnica contenente informazioni non rispondenti alla vera natura e composizione. A Maggio 2014 il cambiamento dell’amministrazione comunale si prende carico della faccenda avviando un procedimento di rimozione e messa in sicurezza, mediante inertizzazione dei materiali e copertura.
Tale procedura sembra sia stata avviata proprio in questi giorni mediante un contributo da parte della Regione. L’area dell’ex cava Paterno non è di proprietà del Comune, ma appartiene a società private e le discariche di rifiuti speciali sono di iniziativa privata, in quanto la Provincia non ha facoltà di deliberare in materia di rifiuti speciali ma solo di prevedere nel piano, le aree dedicate a rifiuti urbani. Oggi, non esistendo più la Provincia e la gestione rifiuti non rientrando tra le competenze della Città Metropolitana, passerà alla Regione, che potrà riconfermare o meno tali proposte e destinazioni. Noi del Movimento 5 Stelle entreremo in Consiglio Regionale e garantiremo un controllo assiduo su questi aspetti al fine della legalità e rispetto, e non saranno previste discariche speculative in quanto il nostro impegno è che la gestione dei rifiuti sia un servizio pubblico che avvenga con efficienza senza alcun carattere speculativo. Proponiamo una gestione dei “rifiuti” mediante recupero e riuso delle “risorse” attraverso un’efficace raccolta delle “materie prime secondarie”, con efficienti impianti di riciclaggio e trattamenti eco-sostenibili, che tenda all'azzeramento dei rifiuti senza costi e danni dovuti al loro smaltimento ultimo. In tale ottica non saranno quindi necessarie ulteriori nuove aree adibite a discarica.
Di seguito alcuni link di approfondimento della vicenda:
http://www.radiocora.it/post?pst=2804&cat=news
http://www.agoravox.it/Paterno-la-guerra-sui-rifiuti.html


