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Marini condanna il gesto di Salvini, "Viola ogni fondamento dello Stato di diritto"

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Monica Marini Pontassieve Monica Marini Pontassieve © Ok!Mugello
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Numerose le polemiche da parte dell'opposizione generatesi a seguito della visita di Matteo Salvini al quartiere popolare di Bologna durante la quale il leader della Lega ha citofonato di fronte alle telecamere in un palazzo chiedendo: 'Buonasera, signora, suo figlio è uno spacciatore?'. Il gesto sarebbe avvenuto a seguito di una segnalazione effettuata da Annarita Biagini, fan del leader leghista, che ha fatto da guida al politico all'interno del quartiere. La donna ha in passato perso un figlio, malato di Sla che avrebbe deciso di farla finita proprio con una overdose di droga.

A condannare l'atto anche il Sindaco di Pontassieve e delegato della Città Metropolitana di Firenze, Monica Marini.

"Ieri (martedì 21 gennaio, ndr) a Bologna - spiega Marini sui Social - si è consumata una pagina nera per il nostro Paese, con Matteo Salvini che ha dimostrato, ancora una volta, qual è l’Italia che vorrebbe costruire: un paese dove non esiste rispetto e non esiste dignità. Il leader di uno dei principali partiti del nostro Paese, Senatore della Repubblica, si è arrogato il diritto di suonare – a favore di telecamere – il campanello di una persona, di un uomo che lui più volte sottolinea essere cittadino tunisino, senza nessun rispetto per la privacy, ridendo e denigrandolo e scandendo più volte la domanda “lei spaccia? Mi dicono nel quartiere che lei spacci.”

"Un atto violento e volgare - continua - che viola ogni fondamento dello Stato di diritto e la nostra Costituzione, che all’articolo 14 sancisce l’inviolabilità del domicilio. E un ex ministro dell’Interno dovrebbe saperlo. Salvini ha operato come il peggior bullo di periferia, in barba a ogni principio di convivenza e di democrazia, calpestando il rispetto per la privacy e ancor prima per la persona. Da Sindaca, da rappresentante delle Istituzioni, non posso che denunciare questo atto vergognoso e oppormi a questa becera cultura della violenza, a questa violazione di ogni principio democratico e civile. La politica non può e non deve essere questo. E sta a noi Amministratori, a chi fa politica, evitare che lo diventi, con un lavoro quotidiano e serio che metta al centro lo Stato, il rispetto delle regole e rafforzi le nostre comunità."

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