Via del Pozzino. Storia (e storie) a Borgo... © n.c.
Inaspettatamente la via ospita due laboratori artistici. Via del Pozzino a Borgo San Lorenzo è una stradina con curva e controcurva, molto caratteristica, altrettanto antica, se è vero com’è vero che nelle Carte dei Capitani di Parte Guelfa del 1585, era già disegnata con alcuni edifici. Era l’unica strada che dal castellotto del Borgo portava a Vicchio di Mugello passando davanti alla Chiesa di San Francesco e non il Santuario del SS. Crocifisso che fu innalzato solamente nel….1743. Scritte queste poche righe storiche topografiche, via del Pozzino (così denominata per i circa dieci piccoli pozzi che esistevano - ed ancora qualcuno esiste sul retro delle antiche casette -, conosciuta anche per l’ingresso del leggendario Oratorio dè Salesiani), ospita due piccoli laboratori, che ha prima vista possono passare inosservati, ma che invece celano nel loro interno un profumo di arte pura, un buon odore di cose andate, di materiali che sembrano scomparsi, ma che invece sono là a ricordarci le mani di tanti genuini artisti-artigiani che hanno fatto la storia realizzativa di tanta variegata oggettistica. Foto 1: Particolare di via del Pozzino VIVIANO BIAGIONI Nel primo laboratorio (l’ex mitica botteghina di Sali & Tabacchi dell’Annetta), incontriamo Viviano Biagioni, di una antica famiglia abitante in quel di Montazzi, in mezzo a tanti carabattoli ed altrettanti attrezzi, che servono per il suo lavoro, per le sue realizzazioni, per i restauri che nel tempo gli vengono commissionati. Se Viviano è molto bravo come scultore (il volto del figlio Francesco in gesso e un busto in legno di tiglio appena modellato, sono la testimonianza della sua bravura nella plasticità dei volti e dall’anatomia della figura), e altrettanto bravo nel restauro e del rifare tutti quei particolari che nell’oggetto….in oggetto, ha perso nel corso degli anni. Un esempio; aveva fra le mani un antico burattino in legno, cioè quelle figure che dietro le tende di un teatrino (quanti ne abbiamo visti nelle piazzette dei paesi durante le fiere e i mercati), se le danno di santa ragione per la gioia dei bambini. Ma è un pezzo raro, della seconda metà dell’800 e quindi va restaurato come si deve, così come alcuni animali, fra orsi e rapaci, sempre in legno ovviamente, che nel tempo hanno perso la…coda, le ali o gli artigli. Siccome tutte queste committenze vengono soprattutto dalla Germania, ditemi voi se il lavoro non deve esser fatto alla perfezione, così come alcuni fiaschi in legno che hanno una funzione particolare; vedere per credere. Una parola ci ha colpito; quando Biagioni accarezzava un bellissimo busto in terra di tiglio ci ha detto che in quest’opera viene fuori “l’anima”; e bravo! Possiamo continuare, ma crediamo e pensiamo di aver dato ai tanti amici lettori una pur semplice parvenza di quello che accade nella vecchia bottega dell’Annetta. Auguri e complimenti caro Viviano. Foto 1: Viviano Biagioni davanti alle sue creazioni artigianali. Foto 2: Ancora una immagine di Viviano Biagioni al lavoro ad un’opera in legno di tiglio. LUCA CANAVICCHIO Usciamo dal Biagioni e dopo trenta metri fra il sì e il no, eccoci davanti al laboratorio dell’artista Luca Canavicchio (p.s.: meno male che non c’è una S davanti alla C, altrimenti a Vicchio si sarebbero arrabbiati!! Ovviamente scherziamo), giovane artista dalle idee chiare e dalla volontà ferrea. Il suo laboratorio è molto ampio (ex laboratorio di cartellonistica) e non può esser diversamente visto le dimensioni di certe opere che troneggiano al centro e ai lati del suo posto di lavoro. Avevamo visto alcuni suoi lavori in occasione di una mostra collettiva nella palazzina del “Multi +” di cui Luca fa parte, e i suoi lavori, davvero particolari, ci avevano impressionato. Per dovere di cronaca ricordiamo che l’artista, diplomato in decorazione pittorica all’Istituto statale d’Arte di Firenze, laureato in storia dell’arte contemporanea all’Università sempre di Firenze, pittore e decoratore, nonché insegnante di illustrazione e storia del gioiello contemporaneo alla scuola internazionale di gioielleria “Le Arti Orafe” (mamma mia, forse sarebbe meglio che la recensione la facesse a me”!!), Canavicchio iniziando in un suo laboratorio l’attività artistica e scultorea con la sperimentazione delle diverse tecniche di produzione ceramica, ha intrapreso la “sua “ strada. Anche in questo caso siamo rimasti molto meravigliati, in senso positivo naturalmente, nell’osservare i lavori realizzati e quelli ancora in via di realizzazione; c’è una varietà impressionante di oggettistica, che spazia nella realtà e nella fervida fantasia dell’autore: dal vasellame, agli animali, dalle mattonelle, alle figure, quest’ultime trascendentali, dagli animali mitologici, ai busti , insomma come dice l’artista, son tutti pezzi “unici” eseguiti ovviamente a mano, dall’inizio alla fine, lavorando segnatamente in maiolica con dorature e lustri metallici al terzo fuoco. E’ vero poichè in prima lettera ed in alcune opere sembran di bronzo. Una cosa che ci ha alquanto incuriosito, sono le crete che adopera Canavicchio; sono state scoperte e scelte in diversi luoghi del Mugello e per sapere dove sono state prelevate, l’artista ha creato piccolissime mattonelline incollandole in un rettangolo in legno, disegnando a mo’ di “carta topografica” il luogo preciso dove ha trovato la fonte della creta. Incredibile, sembrano “Carte Leopoldine” dell’800! Bravo e complimenti. Foto 1: Luca Canavicchio davanti ad alcune opera già terminate. Foto 2: Ancora una immagine di Luca Canavicchio accanto ad una sua opera di grande spessore FINALE Questo nostra visita ai due artisti-scultori-artigiani in via del Pozzino, non è stata una recensione prettamente critica del lavoro che svolgono, ma solamente una chiaccherata fra amici, per comprendere la soddisfazione del loro lavoro, delle loro creazioni, di quello cioè che creano con le loro mani, con la loro mente, con la loro coscienza di artisti e di uomini liberi. (Aldo Giovannini )



luca
grazie, mi piace, molto carino.
elisa
Grazie Aldo, bellissimo articolo.
aldo giovannini
nella fretta per far pubblicare questa recensione, e non avendolo riletto, mi sono accorto di qualche errore ortografico. Me ne scuso con gli interessati.