
Doveva essere una festa, un’occasione speciale per avvicinare i bambini al mondo del teatro. Invece, la serata di venerdì 11 aprile al Teatro Giotto di Vicchio si è trasformata in una delusione cocente per varie famiglie, respinte all’ingresso nonostante avessero seguito tutte le istruzioni ricevute nelle scuole: preparare il fantabiglietto e presentarsi puntuali. Una sola colpa: non aver effettuato la prenotazione. Peccato che di questa prenotazione nessuno sapesse nulla.
Lo spettacolo faceva parte della rassegna “Stasera Pago Io”, organizzata dalla Fondazione Toscana Spettacolo in collaborazione con i Comuni di Barberino di Mugello, Borgo San Lorenzo e Vicchio. La promozione nelle scuole, così come le attività di coinvolgimento degli alunni, è stata affidata alla compagnia Catalyst, che ha operato direttamente all’interno degli istituti del territorio, raccogliendo entusiasmo e partecipazione da parte di centinaia di bambini e genitori.
Alla nostra redazione di OkMugello è arrivata la testimonianza diretta di un padre:
“Sono molto amareggiato di dover riportare a casa, sotto le lacrime, i miei due bambini. Avevano preparato tutto con entusiasmo, avevano il fantabiglietto pronto, erano orgogliosi. E invece ci siamo sentiti dire che serviva una prenotazione. Quando è stata decisa? Da chi? E perché non è stata comunicata? La gestione è stata scandalosa. Chi prima arriva meglio alloggia avrebbe avuto più senso. Invece a pagare sono stati i bambini”.
Parole che trovano eco in molte altre lamentele ricevute. Il problema, dunque, sembra sistemico: una bellissima iniziativa educativa, nata con le migliori intenzioni, ma gestita con troppa superficialità, senza un’adeguata comunicazione tra enti, operatori e cittadini.
La Fondazione Toscana Spettacolo e i Comuni coinvolti non possono chiamarsi fuori. Hanno il dovere di garantire che iniziative così delicate e rivolte a un pubblico così giovane siano gestite con cura e attenzione. Perché il teatro educa anche con l’esempio, e in questo caso l’insegnamento, per molti bambini, è stato il più amaro possibile: che anche quando fai tutto bene, alla fine puoi restare fuori.
Un’occasione sprecata. Un boomerang evitabile. E una ferita da ricucire, se si vuole davvero continuare a parlare di educazione alla cultura.
Andrew Perins
Facessero lavorare piattaforme automatizzate serie e professionali invece di emettere fantabiglietti a nero forse si vivrebbe in un paese con migliori aspettative e più coerenza. Nessuno indaga nessuno dice nulla ma va bene così.. fatemi uno squillo per maggiori informazioni su come fare le cose seriamente.