
Quando le strutture che dovrebbero proteggere un minore in realtà lo maltrattano. E' questo il concetto di violenza istituzionale e il CISMAI (il maggiore Coordinamento Nazionale Italiano dei Servizi contro l’Abuso e il Maltrattamento all’Infanzia) ha diffuso un comunicato di denuncia in cui individua Il Forteto come l'esempio più eclatante di tale violenza.
Dei casi, come detto, in cui gli stessi enti delegati a garantire ai giovani un percorso, e dunque un futuro, di benessere vengono meno alle proprie responsabilità. E la storia del Forteto - dopo gli ultimi importanti passaggi - è stata considerata appunto l'esempio più drammatico di un fenomeno tanto reale quanto sottaciuto.
L'Associazione Artemisia, da tempo schierata dalla parte delle vittime di Rodolfo Fiesoli e compagni, si è detta soddisfatta dell'interessamento del CISMAI. "Un segnale importante di attenzione - fa sapere l'Associazione - che arriva dalla comunità scientifica nazionale e segnala la priorità di un dibattito istituzionale, finalmente anche nazionale, su quanto è potuto accadere, per interrogarsi sulla prevenzione e il contrasto di simili gravi forme di maltrattamento e sull’articolazione di risposte operative adeguate".
Qui il comunicato integrale del CISMAI:
Il C.I.S.M.A.I è da sempre impegnato nella rilevazione e denuncia del fenomeno del maltrattamento in tutte le sue forme, compreso quello istituzionale, atti e comportamenti di mala gestione delle procedure, gravissima discriminazione, trascuratezza, violenza psicologica, fisica e sessuale che possono essere compiuti da professionisti che avrebbero la funzione di tutelare, proteggere, assistere e, in termini generali, prendersi cura di bambini e ragazzi nei contesti educativi, sociali, sanitari, giudiziari e dell’accoglienza. A questo tema complesso sarà dedicata una sessione del prossimo congresso nazionale del CISMAI che si svolgerà a Bologna nel Febbraio 2017.
In questa vicenda, come in tante altre dove i bambini e i ragazzi sono maltrattati proprio dalle istituzioni che li dovrebbero proteggere e curare, è stata tradita la fiducia e la dignità è stata in mille modi violata. E’ importante adesso che tutti coloro che a vario titolo sono stati coinvolti nella vicenda prendano atto del pronunciamento della giustizia, che il senso non venga distorto ma accolto con onestà e coerenza, che a partire da quanto adesso è il piano della verità si privilegi la protezione, la cura delle vittime e la riparazione dei traumi subiti a tutti i livelli. Le vittime hanno diritto alla certezza di sapere di avere al proprio fianco cittadini, operatori e Istituzioni che credono e hanno capito. La Regione Toscana è già intervenuta con due commissioni di indagine che hanno prodotto relazioni finali di condanna del sistema di violenze e connivenze legato alla realtà de Il Forteto; centrale sarà la capacità di farsi carico e riflettere su quanto accaduto e di contrastare meccanismi di rimozione collettiva e negazionismo che sembrano prodursi davanti all’orrore dei racconti dei sopravvissuti, racconti di un lager in cui, si legge nella sentenza di primo grado, “le leggi dello stato hanno subito una sospensione”. Centrale sarà che la riflessione della comunità locale e nazionale, politica, scientifica e civile, inizi e continui perché non accada più e non accada frattanto.Il CISMAI si propone di attivare una Commissione di Studio per portare all’attenzione di tutti il grave fenomeno del maltrattamento istituzionale, approfondirlo per prevenirlo e trovare risposte operative efficaci per le vittime.