OK!Valdisieve

Violenze sessuali, una piaga inarrestabile. Da Firenze a Palermo, storie di donne abusate

C’è chi parla di castrazione chimica, ma in pochi si domandano quali siano le cause di tale orrore

  • 334
metoo metoo © Mika Baumeister
Font +:
Stampa Commenta

A Firenze il 18 giugno scorso una ragazza australiana viene stuprata nei bagni di una discoteca in via de’ Benci, in zona Santa Croce, da un ventiseienne di origine nigeriane. A Palermo il 7 luglio una diciannovenne palermitana viene violentata da un branco di giovanissimi. Il più grande ha ventidue anni, il più piccolo, all’epoca dei fatti, diciassette - diciotto li ha compiuti pochi giorni dopo l’accaduto -.

Ho riportato soltanto due episodi di cronaca relativi alle violenze sessuali avvenute quest’anno nel nostro paese, ma avrei potuto continuare per ore. E purtroppo non si placano. Notizie di questi giorni ci giungono da Caivano, comune napoletano tristemente noto per la presenza capillare della Camorra; stavolta le vittime sono due cuginette di dieci e dodici anni. I carnefici, tutti minorenni, avrebbero abusato di loro per mesi, noncuranti delle ferite che violenze del genere arrecano alla psiche di chi le subisce.

Bisogna dire che nella maggior parte dei casi gli stupri e le violenze in generale avvengono in contesti dove malavita e difficoltà sociali quali abbandono scolastico e povertà sono ben radicati. Ribadisco che il fattore territorio non è l’unico che spinge gli individui a violentare, ma è tutt’altro che marginale. In molti ricorderanno il massacro del Circeo avvenuto a Roma nel 1975, in cui due ragazze vennero picchiate e violentate da tre giovani di buona famiglia. Una di queste, Rosaria Lopez, perse la vita. Lo stesso si può dire dei femminicidi, che si verificano in ogni città italiana, dal nord al sud, anche in contesti salubri e lontani da degrado e criminalità.

Ogni comportamento può essere influenzato dall’ambiente, ma a compierli sono comunque individui con un cervello e un cuore. Il contesto non può giustificare un atto criminale. Sarebbe come sostenere la non colpevolezza di un assassino che ha ucciso la moglie perché lei lo provocava ripetutamente. No, l’azione criminale, quando viene sottoposta all’occhio della legge, deve essere letta per ciò che è, e condannata. Poi ogni caso è diverso, come sappiamo esiste anche una violenza legittima - quando si tratta di difesa -, ma i femminicidi e gli stupri appartengono a una categoria di reati che non possono essere in nessun modo legittimati. Anche se non sembra, questo è un punto fondamentale. Come non si possono tollerare i furti da parte di persone che hanno difficoltà economiche, allo stesso modo non possiamo farlo nei confronti di chi difende gli stupratori, accusando la vittima di avere avuto esperienze sessuali con molti uomini, come sta accadendo in questi giorni attorno alla vicenda avvenuta a Palermo.

Si arriva quindi alla radice della questione, ovvero i colpevoli. Davanti ai giudici e agli avvocati ci andranno loro, non i genitori violenti con cui sono cresciuti, non i palazzoni fatiscenti in cui abitano dove si spaccia di giorno e di notte, non la mancanza di prospettive che regna nel quartiere, non i professori e gli educatori che non sono stati bravi a seguirli. Nessuna scusante del genere può reggere davanti a un caso di stupro. Ma cos’è davvero lo stupro?

Un grande conoscitore della psiche umana, James Hillman, ha trattato la materia dello stupro in un suo celebre saggio uscito in Italia per Adelphi, Saggio su Pan. Semplificando, Hillman sostiene che lo stupro, come ogni altra azione concreta, ha inizio nell’immaginazione. Chi commette violenze sessuali mette in atto una fantasia, e se sulle fantasie non abbiamo alcun potere di controllo - contrariamente a ciò che sostiene il cattolicesimo - sugli atti concreti invece sì.

Come? Avendo consapevolezza che le fantasie devono rimanere tali, e che quindi non vanno seguite e applicate nel mondo reale. E’ concretizzando l’immaginazione che si diventa malvagi. Chi stupra crede che il piacere si sostanzi unicamente nell’atto sessuale con la preda, ma è un piacere nocivo. Il piacere puro deriva dall’avere un buon rapporto con la propria anima - uso la terminologia di Hillman - desiderosa che le immagini che ci proietta siano guardate, e non messe in atto. Le azioni compiute dopo aver guardato le fantasie non saranno distruttive e criminose, ma verranno prodotte dalla propria anima che, come disse Platone, ricerca sempre il bene, e mai il male.

L’ambiente in cui si vive perciò ha un’influenza, ma non è sufficiente per la messa in atto di violenze sessuali. Oltre a battersi per la riqualificazione di zone malfamate e a eliminare disagi quali povertà assoluta e abbandono scolastico, bisognerebbe capire cosa è l’anima e soprattutto cosa desidera; soltanto così è possibile abbattere questo fenomeno. La castrazione chimica proposta dal ministro Salvini è una misura che agisce nel corpo, nella materia quindi, ma non considera la psiche degli stupratori, che possono violentare senza necessariamente l’utilizzo dell’organo sessuale. Un palliativo quindi, e non una cura definitiva, che dovrebbe partire dalla prevenzione.

Paolo Maurizio Insolia

Lascia un commento
stai rispondendo a