C’è un Villaggio appena fuori Borgo San Lorenzo, che è stato spesso al centro di diverse polemiche, sia riguardo alla gestione dei fondi pubblici, sia per quanto riguarda l'accoglienza dei migranti nel nostro territorio, questioni che riguardano sia i difficili problemi di gestione pubblica, appunto, sia questioni di altro genere che invece nascono dalle paure che suscita l'accoglienza dello straniero, com’è accaduto per esempio qualche mese fa per il collocamento degli esuli libici.
Il Villaggio in questione è il Villaggio La Brocchi, un centro di accoglienza per richiedenti asilo gestito in collaborazione da diverse associazioni ed enti pubblici, un progetto nato nel 2004 dall’interazione di vari soggetti istituzionali, tra cui la Comunità Montana Mugello, i Comuni di Borgo San Lorenzo e di Firenze, la Provincia e la Prefettura di Firenze, la Regione Toscana e diverse realtà presenti sul territorio come l’Istituto degli Innocenti, l’Associazione Progetto Accoglienza e la Fondazione Michelucci.
Per conoscere questa realtà più da vicino e iniziare a capire innanzitutto di cosa si tratta, la nostra redazione è andata a vedere di cosa si occupa e come funziona.
Oltrepassando i cancelli della villa, si scopre subito una realtà ben diversa rispetto a quella a cui siamo abituati qua nel nostro Mugello, perché quelle mura accolgono famiglie di immigrati con minori, ma non di immigrati qualsiasi, bensì di rifugiati e richiedenti asilo, persone provenienti da diverse parti del mondo che hanno alle spalle storie molto difficili di guerre, dittature, persecuzioni, storie che parlano di immigrazioni forzate, non volute, che parlano di esili, di fughe, di sradicamento. Storie che sembrano lontane anni luce dalle nostre tranquille e ridenti colline, ma che invece, a pensarci bene, sono molto più vicine di quel che crediamo. Perché prima di tutto sono storie di uomini come noi, come le storie che ci hanno raccontato i nostri nonni che hanno vissuto la dittatura e la guerra, che hanno conosciuto la fame, la povertà, la paura, le repressioni, le torture, la morte. Sono storie altrettanto crude e vere, sofferte, storie che spesso arrivano da paesi neanche troppo lontani.
La nostra generazione, fortunatamente, è riuscita a venirne fuori, a ‘guarire’ da quelle cicatrici e da quelle storie che oggi conosciamo e ricordiamo grazie ai libri, ai documentari o alla voce rassicurante di un nonno. Ma nel mondo ce ne sono ancora tante di queste storie, e alcune, anche se tendiamo ad ignorarle, giungono fino a noi passando proprio da quel Villaggio nelle campagne di Borgo San Lorenzo, quel Villaggio che porta il nome di un parroco, Giuseppe Maria Brocchi, che già nel ‘700 ne fece un ricovero per famiglie meno abbienti.
E in poco più di 7 anni di attività, il Villaggio La Brocchi ne ha sentite raccontare di storie migranti dai 32 nuclei familiari che ha accolto e accompagnato nell’inserimento, ne ha sentite raccontare dalle 118 persone che vi hanno abitato, fra cui 59 bambini di 17 differenti nazionalità: Afganistan, Argentina, Armenia, Azerbaijan, Bolivia, Egitto, Eritrea, Etiopia, Ghana, Iraq, Kosovo, Libano, Nigeria, Serbia, Somalia, Thailandia e Turchia.
Molte famiglie, dopo il periodo di accoglienza, sono nuovamente partite per altre destinazioni, altre si sono fermate nel Mugello, dove oggi vivono e lavorano, ma tutte, in un modo o nell’altro, sono state fortemente segnate da questo territorio che le ha accolte, aiutate e accompagnate verso una speranza di vita migliore, lontana dalle sofferenze precedenti.
Buona parte degli ospiti della struttura fa parte dello SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, un programma nazionale che, oltre all’accoglienza, si occupa della loro integrazione nella società a livello sanitario e sociale attraverso l’assistenza, la formazione, la responsabilizzazione e l’avviamento al lavoro. La convivenza, del resto, si sa, richiede da entrambe le parti, di chi arriva e di chi ospita, la consapevolezza dei propri diritti e il rispetto dei propri doveri.
Questo progetto, oltre alle attività di accoglienza e integrazione degli immigrati, ha l’obiettivo più ampio di sensibilizzare ed educare tutta la popolazione, anche quella ospitante, cioè noi mugellani, toscani, italiani, alle tematiche dell’interculturalità e della pace tra i popoli. In un’ottica di cittadinanza attiva e di interazione con l’ ‘altro’, il Villaggio, in collaborazione con altri enti, organizza e gestisce diverse attività, all’interno e all’esterno delle sue mura, tra cui alcune case di accoglienza sparse nei vari comuni mugellani, un centro d’ascolto, corsi di insegnamento di italiano per stranieri, laboratori e progetti multiculturali nelle scuole del territorio, oltre a una serie di incontri, convegni, manifestazioni ed esposizioni artistiche e culturali che ruotano sempre attorno ai temi del rispetto e della multiculturalità.
Con gli stessi obiettivi di sensibilizzazione della comunità locale, nel corso del tempo hanno poi visto la luce anche altre attività parallele come la bottega del commercio equo e solidale “La Escalera” a Borgo San Lorenzo, fucina di un consumo critico e di un’economia etica, il ristorante multietnico “Ethnos”, nato dall’esperienza di arricchimento culturale che lo scambio quotidiano delle diverse culture alimentari passate dal centro ha favorito, e la casa per ferie “La Tinaia”, che offre a chiunque la desideri la possibilità di un soggiorno alternativo e interculturale in questo angolo di Mugello dove da tutto il mondo convergono tante storie e tante vite.
Un’altra realtà molto importante e formante nella filosofia del Villaggio La Brocchi è il “Centro di Documentazione Interculturale e di Educazione alla Pace”, inserito anche nel sistema bibliotecario della Comunità Montana Mugello, che, in collaborazione con il CESVOT (Centro Servizi Volontariati Toscana), riunisce ad oggi un nucleo di circa 3000 documenti tra libri, riviste, cd rom e dvd, tutti riguardanti principalmente i temi dell’intercultura, della didattica dell’italiano per stranieri, dei diritti umani e dell’etnopsichiatria. Questo centro di documentazione, oltre al prestito, offre servizi di consulenza e assistenza nella ricerca e si rivolge principalmente a insegnanti, studenti, genitori, universitari, operatori sociali e a tutta la cittadinanza interessata, ed è un importante punto di riferimento per chiunque abbia la necessità o la volontà di approfondire tematiche multiculturali.
La nostra, del resto, è una società sempre più multiculturale, una comunità nella quale i contatti tra gruppi etnici differenti si stanno intensificando sempre più, anche nei nostri paesi mugellani che fino a qualche decennio fa non avevano neanche idea di quali e quanti ‘altri’ mondi potessero esistere. Progetti come quello del Villaggio La Brocchi dovrebbero quindi fungere da ‘cerniera’ tra le diverse culture, tra le criticità di chi arriva e la realtà di chi accoglie. Perché entrare in contatto con altri modi di vivere, di sentire, di rapportarsi alla realtà non dovrebbe spaventarci e farci chiudere all’altro, bensì aiutarci ad ampliare le nostre prospettive e arricchirci delle esperienze che questi mondi ‘altri’ ci offrono, anche ripensando e riportando alla luce tanti aspetti della nostra tradizione e della nostra cultura che nel tempo vanno mutando e si vanno perdendo. Perché conoscere e confrontarsi con altre identità dovrebbe aiutare anche a ricercare, ripensare e mantenere vive le proprie radici, perché ‘integrare’ non vuol dire adattarsi a subire o a far subire un processo di acculturazione e di inglobamento all’interno di una cultura dominante, bensì significa conoscersi e trovare un proprio spazio vitale all’interno di uno stesso sistema di riferimento, il quale non deve cancellare le diversità ma esaltarle, non rifiutarle ma accoglierle e ricomporle in un mosaico sempre più ricco e diversificato, non annullarsi nell’ ‘altro’, ma crescere insieme.
Per questo, proprio per l’importanza che hanno questi principi basilari della nostra - o meglio, delle nostre culture, è necessario conoscere da vicino, da dentro, queste tante piccole realtà come quelle del Villaggio La Brocchi, e allo stesso tempo è necessario che la gestione pubblica di queste preziose risorse rimanga estremamente trasparente, affinché le polemiche su quest’ultima non arrivino a fagocitare anche il principio stesso che ne sta alla base, che è, invece, e deve restare un diritto inalienabile dell’uomo. Di qualsiasi uomo.