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Vittorio Feltri: “I ciclisti mi piacciono solo quando sono investiti”. E l’Associazione Borgogni lo querela

LValentina Borgogni: “Parole intollerabili. Feltri non merita né il suo ruolo di giornalista né tantomeno di politico".

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Vittorio Feltri Vittorio Feltri © facebook
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L’Associazione Gabriele Borgogni presenta querela contro Vittorio Feltri. A scatenare la durissima reazione del sodalizio che da anni si batte per la sicurezza stradale e per la cultura della legalità sulle strade le parole usate dal notissimo giornalista, e opinionista durante l’evento «La grande Milano. Dimensione smart city» organizzato  l'altro giorno nel capoluogo meneghino dal Circolo Filologico Milanese per celebrare il cinquantennale de “Il Giornale” di cui è direttore editoriale.

«Milano continua a svilupparsi in meglio. Con Albertini sindaco la città ha avuto uno sviluppo pazzesco. Ma credo che la città continui a migliorare. Mi danno solo fastidio la strada piena di buche e le piste ciclabili: i ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti», ha affermato Feltri. 

Dichiarazione forte che ha scatenato una ridda di reazioni alle quali l’81enne giornalista nonché consigliere regionale di FdI ha risposto altrettanto polemicamente raggiunto dal Corriere della Sera:  
«Non me ne frega assolutamente nulla. In Italia uno potrà essere libero di dire quello che vuole. Basta prendere come esempio corso Buenos Aires. È impossibile circolare a causa delle piste ciclabili. Non si può bloccare la città per favorire chi va in bicicletta». 

Parole che sono risuonate come macigni e che l’Associazione stessa ha fatto fatica a riportare nella nota stampa con la quale annuncia l’intenzione di affidare al proprio l’ufficio legale il mandato di procedere contro Vittorio Feltri.

“L’associazione Gabriele Borgogni – commenta duramente la presidente Valentina Borgogninon può tollerare che un giornalista, un politico, un uomo pubblico, si permetta di pronunciare parole che prima di tutto sono contro la vita, bene inviolabile e costituzionalmente riconosciuto. Faccio veramente fatica a comprendere parole simili da un altro essere umano, per altro padre di quattro figli. Se penso al dolore dei miei genitori e a quello di tanti altri genitori che ho incontrato in questi anni, ai quali è stato strappato un figlio così violentemente, non mi sembra vero quello che il giornalista Feltri ha riportato. L’investimento di una persona racchiude un dolore per il quale non ci sono parole, e Feltri non merita né il suo ruolo di giornalista né tantomeno di politico.
Ci auguriamo che non gli capiti mai di ricevere quella chiamata o di vedere la polizia arrivare a casa sua per informarlo che suo figlio è morto. È un dolore che non si può augurare neanche a chi ha affermato simili idiozie”.

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