Il nostro editoriale di questa settimana trae spunto da un convegno organizzato per i 100 anni dal terremoto del 1919 per raccontare quello che successe allora; grazie al nostro collaboratore Aldo Giovannini - Come già annunciato, giovedi prossimo giovedì 28 febbraio 2019 avrò luogo all’Autodromo Internazionale del Mugello, un grande convegno in occasione del 100° Anniversario del terremoto del Mugello (1919-2019) dedicato a questo evento, che colpì tragicamente il territorio mugellano, ovviamente per ricordare, ma anche fare il punto sull’attuale situazione offrendo l’occasione di un confronto a tutto campo sulle esperienze di protezione civile. Il convegno è organizzato dalla Città Metropolitana di Firenze, le Unioni dei Comuni del Mugello e dei Comuni di Valdarno e Valdisieve e l’Autodromo del Mugello. I temi che saranno affrontati saranno in particolare quattro: sismicità e rischio nel Mugello e nella Valdisieve; il contributo delle strutture operative del Sistema Nazionale di Protezione Civile; istituzioni e volontariato nelle emergenze sismiche; esperienze delle associazioni di volontariato toscano nelle emergenze e le prospettive alla luce del nuovo codice di Protezione Civile. In questa sede quindi siamo orgogliosi di poter riproporre ai lettori quanto ha scritto sul nostro giornale Aldo Giovannini in merito a quel terremoto: “ – Era una dolce e assolata domenica di fine giugno: la Grande Guerra (1915_1918) era da poco terminata e tante famiglie mugellane piangevano ancora i loro morti, i loro dispersi, i suoi grandi invalidi, ma la vita doveva andare avanti fra tante difficoltà di ordine sociale, in mezzo alla miseria e alla fame, alla crescente disoccupazione che fece degenerare non pochi scontri con le forse dell’ordine e gruppi di dimostranti, contadini e pigionali, povera che reclamavano un posto di lavoro e un pezzo di pane decoroso. Era un giorno di domenica e davanti alle tante chiesette che festeggiavano il patrono San Pietro e Paolo (Vaglia, Pimaggiore, San Piero a Sieve, Razzuolo, Casaglia, etc,etc), moltissini contadini con le loro famiglie assistevano alle funzioni religiose, rari momenti di aggregazione settimanale prima di riprendere la strada verso il podere qualche volta distante anche qualche chilometro. L’orologio batteva da poco le 10 (esattamente 10,14) , quando una violenta scossa – pari al settimo grado della “Scala Mercalli” prese d’infilata i contrafforti appenninici ( la seconda fortissima alle ore 17,06), dal monte di Giuvigiana al monte Faviglie, dal giogo di Villore, al monte Peschiera fino al Muraglione. Se questa vasta zona fu l’epicentro del sisma e dove si ebbero più vittime e danni, anche tutto il Mugello e la Val di Sieve non Restò immune e i comuni maggiormente colpiti furono in modo particolare Vicchio di Mugello ( triangolo della Mirandola, Casole, Rupecanina, Malnome, Rossoio ed Ampinana), Borgo San Lorenzo, Dicomano, San Godenzo, Marradi, Firenzuola, Scarperia, Barberino di Mugello, Londa, Rufina e in parte Pontassieve. Mentre i grossi centri del basso Mugello si organizzarono in maniera abbastanza solerte per i primi soccorsi, nelle lontane frazioni, ma più che altro nei casolari sperduti dell’Alto Mugello e del Santerno fu una tragedia. Le case coloniche crollarono con relativa facilità (pensiamo un po come erano state costruite!!), seppellendo uomini ed animali nelle stalle; diverse grosse frane ostruirono le stradine poderali e le difficoltà per cercare aiuti ( pensiamo un po all’epoca!) furono talmente tante che non pochi contadini morirono per le ferite riportate senza la possibilità di prestargli un minimo di aiuto. Le testimonianze dell’epoca ci raccontano di tanti atti di eroismi della gente, che scavava con le mani per rimuovere le macerie, medici che giravano in lungo e in largo per il Mugello con i loro calessi per curare i feriti, i volontari delle Misericordie avevano installato nelle tende gli ambulatori, i preti che non avevano avuto danni aprirono le loro chiese e canoniche per farne delle camerate, insomma il popolo mugellano in condizioni disastrose tennero alto il nome di gente brava, leale, generosa, altruista. Se nel comune di Borgo San Lorenzo una delle frazioni più colpite furono Casaglia, con tre morti e decine di feriti, così anche San Giovanni Maggiore, Panicaglia, il Salto, Santa Maria a Pulicciano, Ronta, Razzuolo e la Madonna dei tre Fiumi, Mucciano e Montefloscoli, e in parte Luco, Grezzano e Figliano, le maggiori distruzioni e morti si ebbero nel comune di Vicchio di Mugello, epicentro di questa devastante scossa tellurica, quindi Villore e Corerlla, Ampinana e Pilarciano, Vespignano e Pesciola, Muccianello e San Cassiano in Padule, Piazzano e Santa Maria a Vezzano, Rostolena e Gattaia, Casole e Rupecanina, Mirandola e Malnome ed altri piccoli villaggi e casolari. Così come lo stesso abitato di Vicchio, che ebbe alcune vittime e tanti danni in paese fra cui il crollo dell’antica Pieve di San Giovanni Battista (furono purtroppo perse le opere in affresco della cupola, opera di Galileo Chini), ma nel territorio collinare del Cistio, Campestri, Arliano, finoi a San Crfesci , Sant’Ansano e Montepulico, risentirono notevolmente della violenta scossa tellurica; case crollate, strade interrotte, gente terrorizzata che vagava per i campi e boschi, mancanza di acqua e medicinali, paura e terrore. Quando cominciarono a giungere da Firenze e da Prato le prime colonne di soccorso dell’Esercito, del Genio (checché se ne dica, per stupidi pregiudizi, il Generale Guglielmo Pecori Giraldi, da Roma, diede ordine perentorio che la 5° Divisione del Genio Militare confluisse subito nel Mugello; e così fu), della Croce Rossa, del Corpo dei Pompieri di Firenze e di altre associazioni di volontariato, i funzionari addetti si accorsero che in diversi villaggi furono gli stessi abitanti, dopo i primi momenti di terrore, che iniziarono con solerzia e senso del dovere l’opera di aiuto verso i compaesani più colpiti e di questi episodi furono evidenziati da tutta la stampa regionale e nazionale mettendo in risalto, sia la lentezza dei soccorsi (classico), ma segnatamente la grande volontà, la generosità, l’altruismo di tutti i mugellani, che si organizzarono talmente bene (grande fu l’opera delle Misericordie del Mugello e della Fratellanza Militare, di cui era presidente l’avv. Giuseppe Ungania, ricordato come l’Alinari del Mugello), da suscitare meraviglia e non poco stupore degli ufficiali dell’Esercito, del Genio Militare e dei funzionari governativi del Genio Civile giunti sul luogo del disastro. La ricostruzione, fortunatamente fu abbastanza celere e in nei paesi più colpiti furono costruite numerose baracche in legno con tutti i servizi igienici e quindi senza tanta burocrazia anche e soprattutto per dare lavoro a tanta gente disoccupata , ecco che tre Cooperative Edili (chiamate la Rossa Socialista, la Bianca Popolare e la Verde Liberale), iniziarono a costruire su progetto del Genio Civile, molti edifici antisima del tutto uguali ( in uno ci siano nati e ci abbiamo abitato molti anni, in via Francesco Pecori Giraldi al numero civico 12), come si notano tutt’ora a Borgo, Vicchio, Dicomano ( è la sede della Stazione dei carabinieri), Scarperia ed in alcune frazioni, edifici che anche ai nostri giorni testimoniano l’ottimo e coscienzioso lavoro che fu effettuato all’epoca. Ci furono in tutto circa 180 morti, ma la fortuna del Mugello – per modo di dire – fu che il terremoto colpì il Mugello nella tarda mattinata, e nel pomeriggio ( quella fortissima) quando cioè moltissime persone erano fuori degli abitati, poichè se veniva come questo nel reatino alle tre di notte, la cifra sarebbe stata molto, ma molto più alta – “. In occasione del 85° anniversario del terremoto del Mugello il CNR di Roma ha pubblicato ( non è in vendita) un grosso tomo a cura del Prof. Dott. Sergio Castenetto e della Dott.ssa Mirella Sebastiano, della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Dipartimento della Protezione Civile. Come dicevamo prima di questa lunga e interessante parentesi storica a cura di Aldo Giovannini, il Servizio Protezione Civile della Città Metropolitana di Firenze sta coordinando enti e attività i quali giovedi 28 febbraio 2019, presso l’Autodromo Internazionale del Mugello, animeranno il convegno inaugurale “1919-2019, cento anni dal terremoto del Mugello”, in apertura dell’anno di iniziative dedicate al centenario dell’evento, promosse in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Protezione Civile Nazionale; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; Consiglio Nazionale delle Ricerche; Istituto di Geoscienze e Georisorse; Anci Associazione Nazionale Comuni Italiani; Regione Toscana (Protezione Civile e Servizio Sismico); Prefettura di Firenze; Università di Firenze; Dipartimento Scienze della Terra e Dipartimento Ingegneria Civile e Ambientale; Comando Provinciale Vigili del Fuoco Firenze; 118 Firenze Prato; Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Firenze; Collegio dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati della Provincia di Firenze; Ordine degli Architetti di Firenze; Ordine dei Geologi della Toscana; Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze; Associazioni di Volontariato del territorio fiorentino. L’apertura del convegno sarà per le 9.30 di giovedì 28 febbraio 2019, con gli interventi di Federica Fratoni (Regione Toscana); Laura Lega (Prefettura di Firenze); Angelo Bassi (Consigliere delegato Città Metropolitana di Firenze); Paolo Omoboni (Presidente Unione Comuni del Mugello); Monica Marini (Presidente Unione Comuni Valdarno e Valdisieve); Giuseppe Romano (Direzione Regionale Vigili del Fuoco Toscana); Paolo Poli (Amm. Delegato e Direttore Generale Mugello Circuit). Presentazione dell’evento: Leonardo Ermini (Responsabile Protezione Civile Città Metropolitana Firenze). Ma ci saranno inoltre altri interventi di molti dirigenti e funzionari del settore ( Ricercatori, Docenti, Scienziati, Coordinatori, Architetti, Ingegneri, Professori, etc,etc) e fra questi ci sarà anche il nostro collaboratore Aldo Giovannini il quale verso le ore 10,50 nella seconda parte del convegno farà visionare immagini fotografiche e iconografiche sul terremoto del Mugello del 29 giugno 1919. Infine ricordiamo che nel Mugello quando saremo vicini alla data che colpì la terra mugellana, saranno allestite ed organizzate molte manifestazioni, eventi, mostre, convegni ed altro, che porteremo a conoscenza.
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