Come ogni anno Firenze, Medaglia d’oro della Resistenza, ricorda la Liberazione della città dal regime nazista e fascista.
Quest'anno saranno esattamente 80 anni da quella mattina d'agosto.
Le parole che motivarono il conferimento della Medaglia d’oro, avvenuto il 10 agosto 1945 e da quel giorno appuntata al Gonfalone, suscitano ancora profonda emozione.
Anche se formulate con il linguaggio di allora, testimoniano di uno spirito libero e fiero che neppure la dittatura fascista e la feroce occupazione nazista riuscirono a domare.
“Generosamente e tenacemente nelle operazioni militari che ne assicurarono la Liberazione, prodigò se stessa in ogni forma: resistendo impavida al prolungato, rabbioso bombardamento germanico, mutilata nelle persone e nelle insigni opere d'arte. Combattendo valorosa l'insidia dei franchi tiratori e dei soldati germanici.
Contribuendo con ogni forza alla Resistenza e all'insurrezione: nel centro, sulle rive dell'Arno e del Mugnone, a Careggi, a Cercina e dovunque; donava il sangue dei suoi figli copiosamente perché un libero popolo potesse nuovamente esprimere se stesso in una libera nazione”.
Ripercorriamo i momenti salienti di quei giorni.
Nel pomeriggio dell'8agosto il comando militare della Resistenza ha già messo in stato d’allarme tutte le squadre d'azione perché da tanti segni si intuisce che i tedeschi si apprestano a lasciare la città mentre le truppe anglo-americane indugiano ancora a sud dell’Arno.
Il segnale convenuto dell'insurrezione generale sarà il suono a martello del campanone di Palazzo Vecchio, la Martinella.
Nella notte tra il 10 e l’11 agosto i tedeschi iniziano a ritirarsi e alle 6,45 i rintocchi della Martinella chiamano alla lotta.
L'insurrezione si accende dappertutto ma i partigiani non sono soli perché al loro fianco si ritrovano persone di ogni età e di ogni fascia sociale, pronte a partecipare in prima persona alla battaglia decisiva per la liberazione della città.
Da sud arriva il grosso del contingente della Divisione Potente, che ha ricevuto il via libera alle 11 dal comando britannico con un fonogramma.
I reparti partigiani guadano l’Arno attraverso la Pescaia di Santa Rosa e ingaggiano battaglia con la retroguardia tedesca, cominciando a stanare i franchi tiratori fascisti che dai tetti continuano a sparare e a uccidere.
A sera, dopo alcuni intensi scontri pomeridiani nella zona di Rifredi, dove alcune squadre partigiane erano rimaste accerchiate, la città è sostanzialmente libera anche se alle prese con i tentativi di contrattacco tedeschi che il 15 agosto si spingeranno addirittura fino in piazza San Marco, praticamente in pieno centro.
I primi reparti alleati entreranno in città solo il giorno 13, fino ad attestarsi sulla linea del Mugnone.
Intanto, sin dai primi rintocchi della Martinella, il Comitato di Liberazione Nazionale si insedia a Palazzo Medici Riccardi, mentre a Palazzo Vecchio una giunta comunale, designata dal CLN, assume l'amministrazione della città.
Il Sindaco è il socialista Gaetano Pieraccini (grande figura di medico e ricercatore nel campo delle patologie del lavoro), vicesindaci il comunista Renato Bitossi e il democristiano Adone Zoli.