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23 ottobre 1943 nasce Carlo Monni, attore

Uno dei protagonisti contemporanei della storia di Firenze e della toscanità

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Carlo Monni Carlo Monni © Wikipedia
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Attore irriverente e anarchico, dotato di una spontaneità istintiva che trascendeva la comicità per sconfinare inattesa nella poesia.
Il suo era un umorismo ruspante, sboccato ma anche arguto, che ha contribuito a creare un genere influenzando molti giovani comici.
Negli anni settanta esordì nei locali e nelle feste paesane della provincia fiorentina e proprio in quelle occasioni incontrò Roberto Benigni con cui iniziò un sodalizio artistico che portò entrambi in tv nel 1976 con il programma Onda Libera (Televacca).
Un programma che ha rivoluzionato le modalità d'intrattenimento leggero in cui i due comici fingevano di disturbare le frequenze della rete nazionale Rai 2 trasmettendo da una stalla di Capalle (Prato).

Nel corso della sua lunga carriera ha lavorato con registi importanti come Marco Ferreri, Massimo Troisi, Mario Monicelli, Pupi Avati, Carlo Lizzani e Paolo Virzì.
Celebri i ruoli di Vitellozzo nel film "Non ci resta che piangere" (1984) al fianco di Roberto Benigni e Massimo Troisi, di Gino Gori in "Benvenuti in casa Gori" (1990) diretto da Alessandro Benvenuti e di Bozzone in "Berlinguer ti voglio bene" (1977) per la regia di Giuseppe Bertolucci.
Degli ultimi anni ricordiamo il ruolo di Ampelio Viviani nella serie "I delitti del BarLume" tratta dai romanzi di Marco Malvaldi.

Carlo Monni non tralasciò mai l'amore per il teatro e per la poesia e tra un impegno e l'altro era solito dedicarsi al verseggiare libero nella tradizione toscana.
Nel Comune di Campi Bisenzio c'è un teatro a lui dedicato, il Teatrodante Carlo Monni. Il Comune di Firenze gli ha intitolato la fermata della tramvia al Parco delle Cascine (T1 Cascine - Carlo Monni).

Ci piace ricordarlo così anche noi, nelle quotidiane e immancabili passeggiate al Parco delle Cascine fatte spesso a piedi nudi dove non si negava con nessuno per un saluto, per una breve chiacchierata o dietro a un bicchiere di vino a declamare Dante e Dino Campana.
Del genio aveva la battuta feroce sulla lingua e la malinconia nel cuore.

 

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