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Dopo 57 anni il cammino di amicizia e solidarietà di Tavarnelle e Longarone torna ad essere accolto dal Vaticano

Il cofanetto della memoria prodotto dal Comune giunge nelle mani del Santo Padre.

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I bambini di Tavarnelle a Longarone nel 1963 I bambini di Tavarnelle a Longarone nel 1963 © Unione dei comuni del Chianti
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Il cofanetto della memoria che attesta la storia di amicizia tra Barberino a Longarone, lunga sessant’anni, legata al viaggio di solidarietà, mai interrotto, iniziato negli anni Sessanta per offrire supporto ai sopravvissuti del Vajont, finisce nelle mani di Papa Francesco. Nei giorni scorsi è avvenuta la consegna ufficiale dello scrigno-omaggio al pontefice nella sala Clementina, in Vaticano, da parte di due amici della comunità di Tavarnelle, i superstiti della tragedia Mario Del Bon e Gastone Amadio.
L’esperienza si ripete a distanza di 57 anni quando nell’aprile 1967 un gruppo di studenti del Morrocco di Tavarnelle e di Longarone furono accolti da Papa Paolo VI per testimoniare la loro esperienza, esempio non comune di amicizia e solidarietà.

“Sono stato felicissimo di condividere con Papa Francesco anche in pochi minuti tutto quello che ho vissuto insieme agli amici fraterni di Tavarnelle - dichiara commosso Mario De Bon - quello della comunità di Tavarnelle e Longarone è un destino incrociato, dall’orrore di ciò che accadde è nata una grande storia di amore, sincero e duraturo, una luce di speranza che ancora oggi ci tiene in vita e rafforza ogni giorno che passa il nostro forte legame, raccontare la mia esperienza al Papa è stata un’emozione fortissima che dedico a tutta la comunità di Tavarnelle”.

Le amministrazioni comunali di Barberino Tavarnelle e Longarone, in collaborazione con l'Istituto comprensivo Don Lorenzo Milani di Barberino Tavarnelle e la Fondazione Vajont 9 ottobre 1963 onlus, hanno prodotto nell’ottobre del 2023 il cofanetto della memoria in occasione dei sessant’anni della tragedia. All’interno vi sono “La fiera dei sogni”, un diario collettivo che racchiude i temi, le impressioni, le esperienze raccontate dagli allievi di allora, iscritti alla scuola elementare del Morrocco, dopo il viaggio educativo di solidarietà a Longarone, uno dei comuni più colpiti dall’onda killer del 9 ottobre 1963, e il docufilm “La valigia dei baci” di Andrea Bruno Savelli.

Il cofanetto racconta la storia di una piccola grande Italia che da oltre mezzo secolo di vita tiene unite le comunità di Tavarnelle e Longarone.
Le tracce e i segni profondi di quella memoria, alimentata per decenni dai bambini e dagli allievi di allora, oggi sessantenni, sono ripercorsi in particolare nel prodotto cinematografico “La valigia dei baci”. Il docufilm, frutto della collaborazione tra il Comune di Barberino Tavarnelle, il Comune di Longarone, la Fondazione Vajont e l’Associazione Cinema Olimpia dipana, attraverso le testimonianze contemporanee, la storia dell’incontro solidale e altruistico tra le due comunità. Bambini, poi adulti, impegnati nel corso del tempo a portare avanti lo storico cammino di amicizia che nacque all’indomani della tragedia del Vajont nel 1963.  “

Tavarnellini e longaronesi – commenta il sindaco David Baroncelli - testimoni e attori del docufilm di Andrea Bruno Savelli, ne “La valigia dei baci” sono tutti protagonisti di quel destino incrociato che non vuole dimenticare né la tragedia annunciata, legata al crollo della diga, né il fiore di speranza che spuntò dalla terra delle croci bianche. Il 9 ottobre del 1963 l’acqua e la frana del monte Toc divennero nemiche della vita, devastando i centri abitati del fondovalle veneto e causando circa duemila vittime”.

Pilastri di una drammatica storia che trovò nell’amore delle comunità l’occasione di riscattarsi e tradursi in una forma di altruismo senza precedenti due donne: Lea Verdi e Anna Cetica che ci hanno lasciato da alcuni anni.
“La prima, ex-direttrice delle scuole di Tavarnelle – spiega il primo cittadino - nel 1965 ebbe il coraggio di organizzare una gita speciale, un viaggio di solidarietà verso il luogo della devastazione, della strage del Vajont”.

“Lea, determinata, portò avanti il proprio desiderio di far nascere la vita dalla sofferenza - continua il sindaco - con la luce degli occhi e il sorriso dei bambini. E autorizzò la classe a partire a bordo del treno della solidarietà. Anna Cetica è la maestra che insegnava nell’allora scuola del Morrocco. Fu lei a prendere l'iniziativa, condividendola con la direttrice, e a realizzare concretamente il viaggio conducendo personalmente la propria classe di studenti a Longarone per sostenere i coetanei superstiti della tragedia del Vajont”.

La storia
Era l’aprile del 1965 quando un gruppo di studenti di terza e quarta classe della scuola elementare del Morrocco, frazione dell’allora Comune di Tavarnelle Val di Pesa, si recò in visita a Longarone per esprimere vicinanza e affetto ai coetanei sopravvissuti alla tragedia della diga del Vajont. 
Protagonisti le bambine e i bambini di una scuola di campagna, che non avevano mai messo piedi oltre il proprio territorio né avevano idea di cosa volesse dire spostarsi in treno.
Gli studenti furono accompagnati da una maestra appassionata e sensibile, Anna Cetica, che insegnava la vita e una direttrice altrettanto rivoluzionaria, Lea Verdi, venute a mancare entrambe da alcuni anni, che si opposero alle regole del tempo e organizzarono la visita scolastica che sarebbe diventata poi esemplare, passata alla storia come la prima gita italiana educativa di supporto solidale ai più deboli.
Da allora i bambini di Tavarnelle e Longarone non si sono mai lasciati, sono cresciuti anno dopo anno, divenendo adulti insieme nel ricordo di quanto condiviso, organizzando visite e occasioni culturali, sportive e momenti di aggregazione reciproca.

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