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Afrika Jipe Moyo Onlus Newsletter - 15 Maggio 2024. Il racconto di un viaggio speciale

Il viaggio, documentato in tempo reale sulla pagina Facebook dell'associazione, si è distinto per la sua ricchezza e significato...

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Immagine inviata dall'associazione Afrika Jipe Moyo Onlus Immagine inviata dall'associazione Afrika Jipe Moyo Onlus © Afrika Jipe Moyo Onlus
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Nella newsletter del 15 maggio 2024 di Afrika Jipe Moyo ONLUS, il racconto di un viaggio straordinario prende vita, narrando esperienze, emozioni e incontri che hanno segnato il cuore dei partecipanti.

Il viaggio, documentato in tempo reale sulla pagina Facebook dell'associazione, si è distinto per la sua ricchezza e significato.

 

Cari amici, avendo scritto in tempo reale sulla pagina Facebook di Afrika Jipe Moyo la cronaca giornaliera del recente viaggio in Kenya, questa newsletter arriva una po’ in ritardo e vuole raggiungere principalmente chi, non frequentando i social, non ha ricevuto notizie.

E’ stato un viaggio speciale e particolarmente ricco. Voglio esordire ringraziando voi benefattori che con fiducia ci sostenete; è grazie al contributo di ognuno di voi che è stato possibile partire con una notevole somma da distribuire e consegnare direttamente nelle mani delle suore o dei padri, in ogni comunità visitata. E sono state tante…

Il secondo grazie lo esprimo all’amico Vincenzo che mi ha proposto di seguirlo in questo viaggio non programmato. La nostra conoscenza si è consolidata sulla base della comune amicizia con padre Franco Cellana, ma soprattutto con una piena empatia di pensiero e azione nei comuni intenti di solidarietà. L’amicizia con Vincenzo e Francesca, sua moglie, è supportata da una reciproca stima e speriamo che sia l’epifania di una collaborazione futura e di una condivisione delle rispettive forze per fare di più, insieme.

Il viaggio è stato speciale anche per l’affiatamento del gruppo che ha facilitato l’adattamento a tutte le situazioni; un plauso ai giovani che si sono messi in gioco da subito con grande apertura e sensibilità. Il programma era intenso e dai ritmi serrati; avevamo a disposizione un pulmino per trasportare anche i nostri bagagli carichi di tante cose da donare in ogni tappa (vestiti, materiale scolastico, scarpe per i bambini, medicinali e molto altro).

Prima di elencare sinteticamente le nostre tappe, vorrei tentare di comunicare ciò che è davvero difficile riportare dall’esperienza in Africa, nelle missioni e con le suore. Abbiamo visitato molte comunità delle Nirmala Sisters suore indiane e delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore una congregazione di Città di Castello (Pg); la loro accoglienza è sempre appassionata e festosa, ci attendono come ospiti preziosi piene di attenzioni e di riconoscenza, cucinano per noi le cose che ci piacciono e ci fanno doni.

Le sentiamo iniziare la loro giornata prestissimo e chiuderla al tramonto recitando le preghiere. Il loro tempo è interamente dedicato alla cura di bambini affetti da disabilità, alla scuola e ai dispensari con le maternity, ai ragazzi di strada e agli orfani, all’assistenza alle anziane abbandonate e alle donne in difficoltà. Trascorrere le giornate con loro giocando con i piccoli che si illuminano di gioia pura e che hanno preparato canti e danze per noi, facendo compagnia alle anziane, visitando i bambini che passano la loro esistenza in un letto o tenendo in braccio i piccolissimi orfani… E rendersi conto di essere per tutti loro un grande dono, sentirsi tanto amati, perché ti amano davvero… e il paradosso di essere da loro confortati per quello che per loro facciamo. E cosa facciamo in fondo per meritarci tutto questo amore?

Personalmente ridimensiono le limitate fatiche dell’impegno che spendo per questa piccola opera e ricevere questi “grazie” mi commuove e lascia il segno. Nei luoghi dove dovrebbe secondo la nostra logica abitare tristezza e oscurità, troviamo serenità e luce. Non è possibile restare indifferenti a questo tumulto di emozioni che sfociano in una beatitudine interiore difficilmente spiegabile.

Siamo in un altrove che sorprende, incanta e sconvolge, ma che dà nuova consapevolezza e senso a molte cose. Da Nairobi a Sagana al St Mary Village Home for the aged women dove le Nirmala Sisters accudiscono donne anziane abbandonate che ritrovano dignità di vita e di morte. Da Sagana a Isiolo - Ngaremara alla Providence Home e Manyatta Alakara. Le Nirmala accolgono qui bambini dalla varie disabilità. Vi si trova la Primary School e il dispensario. In nostro onore a sorpresa l’inaugurazione dei nuovi ambienti ai quali abbiamo contribuito con un letto da parto. Proseguito verso Archer’s Post alla Maternità ed Health Centre delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Prima visita a Wamba per portare cibo ai villaggi.

Alcune famiglie Samburu ci hanno accolto in alcune manyatte dandoci l’onore di entrare nelle loro capanne. Il fuori programma dell’insabbiamento della jeep nel letto del fiume è stato un’avventura indimenticabile. Lunga tappa di trasferimento al Nord a Marsabit, cittadina verdeggiante e speziata abitata prevalentemente da musulmani e dalla tribù Borana.

Destinazione Fatima Home dalle Nirmala Sisters, realtà bellissima dove abbiamo trascorso alcuni giorni insieme ai bambini disabili che frequentano anche la scuola. Seconda visita a Wamba da suor Leena alla Huruma Children’s Home. Qui i bambini hanno le malformazioni più gravi; sono quaranta e la maggior parte trascorre le giornate nel letto. Purtroppo le mosche imperversano, l’impatto è sempre disturbante e molto forte. E’ a loro che abbiamo fatto il pozzo! 

Il luogo della trivellazione presso il fiume dove è installata la pompa, l’impalcatura dei pannelli solari, la lunga canalizzazione con la deviazione e il chiosco col serbatoio per la comunità (quasi mille persone tra le più povere di Wamba) e la grande struttura con i serbatoi presso la Huruma Home. Che grande emozione! Siamo rimasti impressionati, non immaginavamo un’opera così complessa nel suo insieme. Che bellezza vederla realizzata a regola d’arte e perfettamente funzionante.

A Wamba incontriamo anche il gruppo delle donne Naipilipil Youngsters che supportiamo nell’educazione contro le mutilazioni genitali femminili. Molto toccante il racconto della loro storia personale di infibulazione. Dedichiamo la mattina della domenica alla memoria: Padre Joseph Omollo celebra la messa il cui ricordo per padre Franco e padre Charles è esteso ai cari di chi, tra i benefattori ne ha espresso richiesta. La celebrazione si conclude presso la tomba di p. Franco. Lo sentiamo vicino…

La tappa successiva è Maralal dove visitiamo l’orfanotrofio delle suore di Madre Teresa e il Centro Sherp. Quest’ultimo che accoglie una moltitudine di ragazzi handicappati, molti dei quali sordomuti, purtroppo versa in una situazione degradante e ci lascia turbati. A Nyahururu - Rift Valley la Fondazione Saint Martin di Padova ci sorprende per l’eccelsa organizzazione e gestione di un grande centro di recupero dei ragazzi di strada, bambine abusate, e disabili offrendo educazione, riabilitazione mentale e sociale, fisioterapia.

Collaborano con le scuole e con le famiglie coinvolgendo l’intera comunità al volontariato. Mentre Vincenzo e Irene restano ancora due settimane, la restante parte del gruppo rientra in Italia. L’ultima visita è alla Bethsaida Home a Kitengela - Nairobi con le donne anziane “mamas” raccolte dalla strada. A Nairobi saluto il carissimo padre Antonio Bianchi nei suoi primi 102 anni! La sua vita è un libro da scrivere con capitoli eroici. E’ stato l’ultimo saluto perché il 14 aprile padre Bianchi ci ha lasciato.

Ora il nostro campo d’azione diventa più ampio, oltre Wamba a cui ci lega padre Franco, saranno le suore Nirmala e le Piccole Ancelle le destinatarie del nostro operato. Abbiamo toccato con mano che in ogni luogo dove loro sono le cose funzionano. Suor Leena, suor Silvy, suor Anna, suor Mary, suor Lissy, suor Alice, suor Silvia e tante altre loro consorelle, sono straordinarie, efficienti, organizzate e sempre gioiose. Silenziose “sante” di oggi la cui vita al servizio dei poveri nelle periferie è ai più sconosciuta.

Ogni donazione nelle loro mani è una garanzia. Quello che offriamo loro è una vera benedizione quindi, se vorrete, l’appello è quello di continuare a sostenere Afrika Jipe Moyo che altro non è che un tramite, un ponte per arrivare da tutti loro, che hanno bisogno di tutto. Grazie, grazie di cuore.

Antonella Bertaccini (Presidente)

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