Numerosi casi di cronaca, da nord a sud, riempiono le pagine dei giornali quasi ogni giorno, e ci troviamo di fronte a un fenomeno complesso da affrontare. Inizierei rimuovendo l'etichetta di "baby", che sminuisce la portata del fenomeno. Il termine "baby" è piacevole, ma le gang non hanno nulla di piacevole.
In questi giorni sento ogni tipo di opinione e devo dire che la questione delle gang va affrontata partendo dalla loro tipologia. Le gang possono essere molto diverse tra loro. Esistono quelle che ormai sono una vera e propria forma di criminalità organizzata di strada, utilizzata dalla mafia, e che, se non si interviene tempestivamente, rischiano di trasformarsi in gruppi narco-mafiosi.
Ci sono le pandillas, assai complesse e violente, come gli MS 13 salvadoregni. Esistono gruppi italiani o misti di italiani e stranieri, meno sofisticati, che risultano fastidiosi ma non ancora pericolosi. Ci sono gang composte da giovani poveri, ma anche da ragazzi ricchi che si annoiano. E ci sono anche altri tipi di gang.
Le gang, quindi, sono di vario tipo e spesso sono composte da minorenni e maggiorenni.
Ovviamente, è necessario intervenire contro le gang, ma tenendo conto delle differenze che esistono tra di esse. Le gang potenzialmente narco-mafiose e le pandillas vanno represse in modo deciso, aumentando le pene sia per i maggiorenni che per i minorenni, soprattutto per quanto riguarda l’uso delle armi da fuoco. Bisogna ridurre il numero di armi circolanti in alcune zone d’Italia.
Per quanto riguarda le gang giovanili o miste, si può provare a intervenire in modo preventivo da un punto di vista sociale, ma, avendo lavorato negli anni Novanta con i minori a rischio, posso dire che il recupero sociale va fatto in modo serio e “politicamente scorretto”. Non vi dico quante volte ci siamo trovati in situazioni quasi fisiche… Ma vi assicuro che funzionava! Gli educatori troppo "perbenisti" non hanno mai ottenuto risultati.
Dobbiamo anche considerare le gang dal punto di vista delle dipendenze, con un approccio doppio. Abbiamo bisogno di un numero maggiore di assistenti sociali, che non devono essere visti, come spesso accade, solo come burocrati.
Inoltre, c'è la necessità di un aumento del controllo del territorio, anche tramite operazioni ad alto impatto, che pur non essendo l’unica soluzione, svolgono una funzione utile. Bisogna investire nelle forze dell'ordine di prossimità, presenti nei quartieri più difficili. È fondamentale, infine, puntare su forme di recupero che prevedano che i giovani da recuperare prestino servizio per un periodo di tempo allo Stato.
A Firenze ci sono una decina di gang per quartiere e questo è un grande problema che non ci deve lasciare indifferenti. Negli ultimi 10 giorni abbiamo avuto rapine, un omicidio e due accoltellamenti tra Firenze e la vicina provincia.
Firenze e le ex isole felici hanno un problema crescente: i minori male accompagnati/non accompagnati.
Si rischia, lo dico in modo chiaro, di avere a breve una situazione simile a quanto avvenuto in Svezia dove le gang giovanili si sono trasformate in organizzazioni criminali molto più serie ed organizzate arrivate ad una mafiosizzazione crescente ed attualmente senza limiti al punto che il primo ministro svedese ha chiesto, fatto inedito, aiuto all'esercito.
Non dobbiamo quindi in alcun modo sottovalutare la situazione perché se non si interviene peggiorerà rapidamente e sarà troppo tardi. L’Italia non può permetterselo. Firenze non può permetterselo.