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Borgo, la famiglia Paladini e l'alluvione del 4 Novembre '66

La ricostruzione storica di Aldo Giovannini

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Luigi Paladini e Roberto Fantechi mettono in salvo un vitello Luigi Paladini e Roberto Fantechi mettono in salvo un vitello © Aldo Giovannini
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Mercoledì prossimo 4 novembre 2020, Firenze in particolare e la Toscana in generale, ricorda e commemora il 44° Anniversario della tremenda alluvione che colpi duramente la città del fiore, moltissime campagne in tutto il territorio regionale e naturalmente il Mugello, con la Sieve che esondò in vari punti (“Arno non cresce se Sieve non mesce” – cita un antico andante), con danni notevoli al patrimonio artistico, alle abitazioni e naturalmente a tutto l’apparato agricolo.

Nel ricordo di questo tragico evento (Borgo San Lorenzo a fine ‘500 ebbe molti morti per una alluvione, che diede poi la stura a costruire in ponte in pietra ad otto archi), abbiamo tratto dal nostro archivio due immagini ed un inedito scritto, simbolo di questa alluvione, che colpì i campi e la colonica a Rimorelli (davanti a Villa Pecori Giraldi). Podere che per secoli era stato condotto e lavorato dalla famiglia Paladini. Tutto questo risulta da un diario manoscritto (che ci fu donato tanti anni orsono dal capoccia Raffaello Paladini, padre dei cari amici Agostino e Luigi scomparsi pochi anni orsono); diario che inizia addirittura nel 1732, per terminare nel 1968 quando i Paladini lasciarono dopo tre secoli il loro podere.

Nella prima foto si nota Raffaello Paladini alla finestra della sua casa e nell’altra immagine si notano due giovani (Luigi Paladini e Roberto Fantechi), che mettono in salvo alcune bestie. Ma la testimonianza significativa si legge nel diario sopracitato, ad opera dello stesso Raffaello: Si legge: ” - Alluvione del 4 novembre 1966. Salvataggio in estremis di un vitello che era nella stalla nuova di Rimorelli'. Con lui furono salvati altri 10 animali, che erano in pericolo nella stalla che non si vede nella foto. Per tirarle fuori questi due giovani dovettero andare dentro l’acqua fino alla pancia. Dalla strada, che ora è Via Pietro Caiani, fino a Lutiano non si vedevano più argini, ma tutto un lago.

Questi due giovani nella foto sono, Paladini Luigi e Fantechi Roberto. Sono passati tanti anni, ma la testimonianza del caro Raffaello Paladini detto “fellino” resta un ricordo, semplice, ma intenso nella sua purezza di uomo 'di terra', di un contadino proveniente da una famiglia dove chi sapeva scrivere ha lasciato tante testimonianze di un Mugello lontano nel tempo e nello spazio, ma di alto spessore morale e cristiano, che in seno a questa famiglia non è mai venuto meno. La colonica dei Paladini a Rimorelli non c'è più, è stata abbattuta tre mesi orsono seppellendo un secolare arco di vita che avrebbe avuto ancora tanto da insegnare.

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