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Mugello 2025: la "guerra delle mammelle" tra politica e latte

Tra accuse di lottizzazione bovina e mucche sovraniste, il dibattito politico dimentica turismo e sinergie per il territorio

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Mucche sovraniste Mucche sovraniste © Fabu
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Il 2025 in Mugello si apre come si era concluso il 2024: con la grave crisi del settore del latte. E subito ne viene fatta una questione politica, con il centrodestra che attacca il centrosinistra (“il PD non si occupa delle imprese del settore per una questione ideologica”) e il centrosinistra che si difende (“è un problema congiunturale”). È un po' come se le nostre mucche fossero tirate per la coda, o per le mammelle, da maggioranze e opposizioni politiche: “le poppe sono quattro, dobbiamo spartircele equamente secondo la par condicio”. Oppure, “No!! Le elezioni le abbiamo vinte noi, quindi delle quattro mammelle, tre sono nostre e una sola per voi”. E dopo quest'ultima dichiarazione, pare già di sentire le rimostranze della parte politica avversa: “Ecco!! Con questa iniqua spartizione volete la lottizzazione delle tette della mucca!! Manco fossimo alla Rai !!”.

E giù polemiche e insulti tra le opposte fazioni partitiche, con il centrodestra che accusa il centrosinistra di voler aprire le frontiere alle mucche clandestine extracomunitarie, senza regole, e un centrosinistra che accusa il centrodestra di portare le mucche ad una deriva sovranista e pericolosamente sbilanciata verso l'ultra destra lepenista. La politica tutta, maggioranze e opposizioni, conservatori e progressisti, rossi e neri, su queste questioni dovrebbero mettersi a tavolino (insieme) e partire da un banale quanto prezioso presupposto: il Mugello è natura, arte, storia, cultura …  quindi perché non creare un sistema  sinergico che, attraverso il turismo come collante, tenga insieme tutte queste eccellenze mugellane, compreso il mercato del latte e dei suoi derivati? Magari anche la salute mentale dei bovini ne sarebbe tutelata, come opera di prevenzione alla “mucca pazza”. 

Fabio Buffa

 

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