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Cartelli da cantiere a Gavinana: più enigmi che segnaletica

Spuntano cartelli stradali da cantierizzazione illeggibili e pericolosi: dieci righe fitte di testo e mappe in grigio scuro che sfidano vista e riflessi.

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Facciamo un test insieme cronometro alla mano. Quanto ci mettete a capirlo? Facciamo un test insieme cronometro alla mano. Quanto ci mettete a capirlo? © Ok!News24
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Nella zona di Gavinana – da via Coluccio Salutati fino al bivio con via di Ripoli, da piazza Gavinana a piazza Gualfredotto – sono comparsi i nuovi cartelli gialli che dovrebbero spiegare la cantierizzazione e la nuova viabilità della zona.
Il problema non è a cosa servano, ma come sono stati realizzati.
Viaggiano in coppia: un primo cartello con dieci righe fitte fitte di testo, roba da romanzo russo, che tenta di spiegare i cambi di viabilità; accanto un secondo cartello con la mappa della zona, dove la segnaletica è resa in un elegante tono grigio-nero, praticamente invisibile.

Risultato: due cartelli impossibili da leggere, se non fermandosi in mezzo all’incrocio (magari rischiando un tamponamento) pur di decifrare l’enigma.
L’ennesima prova della sciatteria e approssimazione in cui versa la città? Nessuno lavora bene, nessuno controlla?

Eppure basterebbe ricordare che è lo stesso Codice della Strada, all’articolo 21, a stabilire come deve essere la segnaletica di cantiere. Lo ribadisce il D.P.R. 495/1992 (artt. 30–43), che impone cartelli sì gialli, ma soprattutto leggibili, chiari e ben visibili.

I cartelli fiorentini, invece, oltre allo sfondo giallo non rispettano praticamente nulla. Anzi, verrebbe da ridere (per non piangere) e chiedersi se siano stati progettati così apposta: dopo lo “scudo verde”, gli alberi e binari asfaltati, ecco l’ultimo test dell’amministrazione – allenare la vista e i riflessi degli automobilisti.

Funziona così: se riesci a decifrare la mappa e leggere tutto il testo nei pochi secondi utili per non causare un incidente, vinci un premio: il permesso di circolare a Firenze. Altrimenti niente.

Ma forse sarebbe meglio che a “circolare altrove” fossero coloro che lavorano (male) e soprattutto quelli che non controllano.

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