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Case della Salute. Il percorso regionale va avanti

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Parere favorevole all’unanimità, nella commissione Sanità guidata da Stefano Scaramelli, per la proposta di legge riguardante la definizione delle Case della Salute e le forme di partecipazione, in modifica della l.r. 40/2005 (legge sul Servizio sanitario regionale). Il testo, presentato dal vicepresidente Paolo Sarti, che lo ha proposto con Tommaso Fattori, è stato accompagnato da un lavoro di natura tecnica tra gli uffici del Dipartimento della direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale e quelli del Consiglio regionale. Con la nuova disciplina la Casa della salute rappresenterà un modello più forte per la sanità territoriale: i cittadini avranno una struttura per la presa in carico della domanda di salute e di cura. In sintesi si propone una riorganizzazione del territorio, perché vi sia un’integrazione tra l’ospedale e il territorio stesso, secondo una continuità assistenziale. Si inserisce un apposito capo nella legge sul Servizio sanitario regionale (l.r. 40/2005) dedicato alle Case della Salute, quali strutture polivalenti che operano nell’ambito della zona distretto e fanno parte integrante dell’organizzazione del servizio sanitario regionale. Le rispettive attività sono inserite nella programmazione delle zone-distretto, in linea con la programmazione aziendale e secondo l’analisi dei bisogni. Tra le finalità delle Case della Salute vi è quella di assicurare l’unitarietà di accesso ai servizi; favorire l’integrazione delle prestazioni sanitarie territoriali, sociosanitarie e sociali, valorizzare il ruolo delle comunità locali. Tra gli obiettivi stabiliti figurano l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitari territoriali; l’organizzazione e il coordinamento delle risposte, privilegiando il domicilio e il contesto sociale e valorizzando le risorse della comunità locale; l’integrazione istituzionale e professionale dei servizi e delle prestazioni di prevenzione, di servizio sociale, assistenza sanitaria e riabilitazione funzionale; l’educazione e la promozione della salute; la valorizzazione dell’attività interdisciplinare tra le professioni sanitarie e l’integrazione operativa tra le prestazioni sanitarie e quelle sociali. È assicurata la partecipazione dei cittadini alla valutazione dei bisogni e dell’impatto delle iniziative rispetto agli obiettivi, garantendo il coordinamento con le attività del comitato di zona distretto.

 

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