Quattro regioni, undici milioni di cittadini che producono il 21,1% del Pil Italiano, un tessuto di piccole, piccolissime e medie imprese che costituiscono l’ossatura del nostro paese, ma che spesso rimangono inascoltate. Lazio, Marche, Toscana e Umbria, secondo i dati Eurostat-Istat, rappresenterebbero l’11° stato dell’Europa per prodotto interno lordo e come un’unica entità si presentano come collegio alle prossime Elezioni europee previste per l’8 e 9 giugno.
L’obiettivo è quello di contare di più di farsi sentire agendo in modo coordinato, per questo motivo CNA Lazio, CNA Marche, CNA Toscana e CNA Umbria in occasione di questa tornata elettorale hanno deciso di incontrare i candidati modo per far sentire la propria voce.
In questo contesto le quattro CNA del centro Italia rappresentano una vera e propria comunità sono oltre 205.000 gli associati alla Confederazione in quest’area tra imprese, pensionati e cittadini: oltre 92.000 imprese, quasi 74.000 pensionati, 40.000 cittadini che usufruiscono dei servizi offerti da Caf e centri di consulenza.
Una voce importante che si alza dal centro Italia e che viene recepita nel Manifesto per le Elezioni del Parlamento europeo sostenuto dalle CNA nazionali e regionali e che questa mattina è stato presentato ai candidati della Circoscrizione Italia Centrale erano presenti: Carlo Ciccioli di Fratelli d’Italia, Rosa Maria Di Giorgi Stati Uniti d’Europa, Dario Nardella Partito Democratico, Francesca Peppucci Forza Italia, Dario Tamburrano Movimento 5 Stelle.
I dieci punti che compongono il manifesto sono stati presentati dai quattro presidenti della CNA dell’Italia Centrale Erino Colombi Presidente di CNA Lazio, Paolo Silenzi Presidente di CNA Marche, Luca Tonini Presidente di CNA Toscana, e Michele Carloni Presidente di CNA Umbria. I 10 punti del manifesto di CNA, già consegnati a candidati e segreterie di partito, sono stati anche gli argomenti centrali sui quali si è sviluppata la discussione e la tavola rotonda: Transizione verde e sostenibilità energetica, completamento del Mercato Unico, politica industriale comune, transizione digitale e intelligenza artificiale, impegno nel dialogo e nella cooperazione con i paesi terzi, costruzione del futuro e superamento delle diseguaglianze, protezione del lavoro e modello sociale, investimenti e nuovo modello economico, legislazione a misura d’imprese e dialogo tra istituzioni e parti sociali.
“Sono tante le sfide per l’Unione Europea: una politica comunitaria unica a livello economico, fiscale, per la difesa, per le relazioni diplomatiche con gli altri paesi. Tutto ciò è necessario ancor più adesso, con una situazione politico-economica mondiale molto incerta, con due guerre in corso ed il possibile cambio al vertice negli USA, senza dimenticare i cambiamenti climatici – ha detto il Presidente di CNA Toscana Luca Tonini nel suo intervento introduttivo -. Tra gli altri temi da non tralasciare il lavoro, i giovani, la parità di genere intesa sotto ogni suo aspetto”.
“Il mondo delle piccole imprese e dell’artigianato va rappresentato a livello europeo e proiettato nel futuro nell’interesse delle imprese, dell’associazione e dei cittadini – aggiunge Erino Colombi Presidente di CNA Lazio -. Nello sforzo di incontrare la politica europea a livello regionale dobbiamo ragionare oltre i confini, alzare lo sguardo e vedere intanto i principali mercati di sbocco per piccole e micro imprese e guardare il più vicino possibile al mercato europeo creando condizioni di competizione equa”.
“Competitività e crescita, per vincere le sfide che vengono poste all’Europa dalla competizione globale servono investimenti comuni per costruire il futuro – ha detto Paolo Silenzi Presidente di CNA Marche -. Per lo sviluppo dei territori, per la creazione di reti e infrastrutture viarie e telematiche, servono progetti e servono soldi per realizzarli attraverso la creazione di Fondi europei. Debito comune, anche attraverso l’emissione di Eurobond”.
"Le micro imprese, che sono quelle che hanno fino a 9 addetti e costituiscono il 96% delle imprese italiane (e non solo), in Europa sono state spesso equiparate a quelle di piccole dimensioni (10-49 addetti) – ha aggiunto in conclusione Michele Carloni Presidente di CNA Umbria. Questo errore si è tradotto in strumenti che rispondono solo alle esigenze delle imprese più grandi. La nostra richiesta è che le istituzioni europee prendano finalmente coscienza di questa differenza, adottando misure calibrate sulle esigenze delle diverse dimensioni d’impresa."